I bond (o obbligazioni) sono dei soldi liquidi
I bond (o obbligazioni) sono dei soldi liquidi
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In questi giorni stiamo sentendo tanto parlare di Bond, BTP o obbligazione, uno strumento finanziario che permette agli Stati, o alle aziende, di finanziarsi con soldi derivanti da privati.

Per meglio capire, immaginiamo che lo Stato (parliamo di Nazioni ma lo stesso funzionamento si applica anche alle aziende) chieda un prestito in banca, per esempio un mutuo. Ovviamente per avere i soldi in prestito dovrà garantire la restituzione degli stessi con una maggiorazione, i classici interessi. A differenza del cittadino privato, però, lo Stato restituirà tutti i soldi avuti in un unica soluzione finale e, in intervalli prestabiliti, pagherà gli interessi.

I tassi di interesse di questo prestito non sono fissi e non sono decisi dalla banca (dal creditore), ma dal mercato: quanto più interesse c’è nel prestare soldi allo Stato, tanto meno quest’ultimo pagherà di interessi. Ecco quindi che una Nazione come la Germania, che ha un’economia solida e che beneficia della fiducia di tutti, pagherà interessi di poco superiori a quelli base stabiliti dalla BCE (Banca Centrale Europea), invece, una Nazione come la Grecia, che garantisce poche garanzie e che rischia di non riuscire a onorare i debiti dovrà pagare dei tassi di interesse molto maggiori rispetto ai cugini Tedeschi. In fondo si tratta anche di un meccanismo corretto, pensandoci: prestereste dei soldi a chi non ve li restituirà? Se lo farete cosa vorrete in cambio? Invece prestereste dei soldi se siete sicuri di riaverli indietro? E cosa vorrete in cambio? Semplice rispondere che in caso di possibilità di mancato pagamento indietro voglio una garanzia più alta che mi ripaghi il rischio; se invece presto dei soldi a un’azienda/ente forte, che sicuramente mi restituirà i soldi, è come se mi dovessi accontentare di ciò che mi darà in più.

I debitori, quindi, come abbiamo visto, possono essere gli Stati o Enti Corporate. Passiamo ai creditori: nella maggior parte dei casi si tratta comunque di grandi Fondi di investimento e di banche, le quali danno credito a stati e corporate in cambio ovviamente degli interessi; ma tra i creditori ci sono anche dei cittadini, per esempio, buona parte del debito pubblico italiano si trova nelle mani dei cittadini del Bel Paese.

I tassi di interesse variano dal 2% circa, per Nazioni più virtuose come la Germania o l’Australia, fino all’8/10% di Nazioni un po’ più critiche come per esempio Argentina, Italia, Spagna e Irlanda. Casi a parte, in questo momento, Portogallo e Grecia, sull’orlo del baratro che offrono interessi ben oltre il 10%, fino al 25, 30%, ma le quali probabilmente non riusciranno a onorare i debiti.

Conviene investire in bond, bund, obbligazioni, BTP, BOT e compagnia? Sicuramente, con le dovute precauzioni e considerando bene l’attuale stato delle cose in Europa e nel mondo, sicuramente puntando a questi strumenti per Nazioni medie, come possono essere la Spagna, la Francia, l’Italia e l’Irlanda potrebbe rivelarsi un buon guadagno, infatti questi Stati offrono tassi di interesse tra il 3 e l’8% e, considerando la grandezza dell’economia in esame e le buone fondamenta, sicuramente onoreranno gli impegni. I tassi offerti, tra il 3 e l’8%, sono sicuramente migliori rispetto ai Conti deposito che, ben che vada, non superano il 3,5%.

Bisogna prestare molta attenzione però nelle fasi di acquisto ed eventuale cessione di questi titoli poiché, data soprattutto l’attuale situazione molto volatile, si potrebbero acquistare questi strumenti sovraprezzati oppure facendo un buon affare. Bisogna sapere che in fase di emissione i bond hanno valore molto vicino al 100% (solitamente si acquistano a multipli di 1.000 con valore nominale di 1€, quindi un pacchetto da mille bond costa un prezzo molto vicino a 1.000 € in emissione) e lo stesso 100% viene restituito alla scadenza, ma durante la vita del titolo si può assistere a molte variazioni.

Facciamo un esempio con i nostri BTP. L’emissione è vicina al 100%, spesso parliamo del 99,75%, il prezzo di rimborso è del 100%, ma in questo momento, a causa delle difficoltà del Paese, si possono acquistare a prezzi vicini al 90%, ciò perché molti investitori pensano che l’Italia non riuscirà a pagare i debiti, quindi l’offerta (le obbligazioni in giro) sono maggiori rispetto alla domanda. Rimanendo sull’esempio, acquistando 1.000 obbligazioni in emissione ci sarebbe costato 997,5 € (ovviamente sono da aggiungere le spese di emissione e commissione della banca, potremmo arrivare a 1010 €, con valori medi di tassazione). In scadenza queste 1.000 obbligazioni restituiranno i nostri 1.000 €. Nel mentre, ogni anno, queste obbligazioni restituiranno un tasso di interesse (ora) di circa il 5%, quindi circa 50 € all’anno. In questo dato momento, per i motivi già detti, queste mille obbligazioni possono essere acquistate a 920 € circa, quindi nel calcolo del guadagno dovremo sommare, oltre agli interessi, anche gli 80 € di differenza tra acquisto e vendita. I vari prezzi delle obbligazioni possono essere essere consultate su vari siti, quello che linkiamo è solo uno che dà il rendimento netto, ma anche le banche offrono il medesimo servizio.

Rimane solo una questione ancora in ballo, cioè la durata delle obbligazioni. Prendendo l’esempio dei titoli italiani, le durate possono essere di 3 mesi, di un anno, di 5, 10 o 30 anni.