Beppe Grillo e il fallimento dell’Italia

Pubblicato Categorie: Economia e Finanza
Beppe Grillo

Non sono un estimatore di Beppe Grillo, lo reputo un ciarlatano che approfitta del malessere della gente per riuscire nei propri intenti. Nonostante ciò, capisco gli elettori che hanno deciso di votarlo per dare un forte segnale alla politica.

Fatta questa premessa doverosa, vorrei fare una piccola riflessione su quanto dichiarato oggi dal comico (sottolineo il suo ruolo, per chi l’avesse dimenticato), cioè

“L’Italia in autunno va in bancarotta”

La prima domanda che mi nasce spontanea è: su che basi Grillo fa questa dichiarazione? Sembrerà banale, ma lui in Italia oggi è il leader del secondo partito per numero di voti e con il disastro firmato PD è praticamente il rappresentante del partito più grosso, cioè il Movimento 5 Stelle. Quindi una dichiarazione del genere ha sicuramente dei risvolti: qualcuno ci crederà e domani andrà a portare via i soldi dalla propria banca. E allora, Grillo deve dire dove ha preso queste informazioni, perché se veritiere sono drammatiche, se invece son false ha contribuito a creare un panico che oggi non serve. Tutto serve eccetto il panico in Italia.

La seconda cosa che mi viene in mente è che qualche tempo fa Grillo dichiarava:

Facciamo come l’Argentina!!! In otto anni sono riusciti a spazzare via la crisi, e sapete perché? Perché nonostante fossero finiti nel buio più assoluto, non avevano Stati che hanno impedito che la loro crisi seguisse ogni livello. Noi abbiamo Francia e Germania, che pur di non farci fallire (e di non perdere i loro crediti) allungheranno la nostra agonia all’infinito. Vivremo in una situazione di “simil-default” per anni, le tasse ci prosciugheranno le tasche, i conti correnti saranno tassati più volte, la disoccupazione schizzerà ancora di più. E solo perché non possiamo fallire, ce lo impediscono. Viva l’Argentina, allora. Oggi in Argentina si vota, c’è un’euforia pazzesca. Stanno riemergendo da una crisi senza fondo, perché hanno messo in campo le loro energie. Si son rimboccati le maniche. E noi?

Quindi, se l’Argentina è fallita e oggi sta bene (non è nemmeno vero, in Argentina si sta malissimo e le persone non sono libere di scambiare i propri pesos, fortemente in inflazione e svalutati, in dollari, ma questa è un’altra storia) allora perché preoccuparsi per il fallimento? Secondo quanto scriveva Grillo, se facessimo default in autunno dovremmo anche stare meglio, bastano 8 anni. Quindi? Anche ci fosse il fallimento? Anzi, precipitiamoci a dichiarare bancarotta fosse così…

La seconda dichiarazione è

“In Italia siedono in Parlamento ancora 30 parlamentari condannati, con sentenze passate in giudicato, per reati gravi. A me piacerebbe avere anche persone oneste, competenti, professionali, nelle posizioni giuste. In questo senso sarei contento di un’invasione tedesca in Italia”

Ovviamente tutti sono d’accordo sulla prima parte della dichiarazione (chi potrebbe non esserlo?), sulla seconda parte forse non serve nemmeno un commento. Spero sia stata solo una provocazione, fatta alla Bild, magari per ingraziarsi qualche tedesco in previsione di giri in Europa alla ricerca di consensi. E comunque preferisco non commentare per evitare di diventare troppo cattivo contro il genovese.

Ma oggi è stata anche la giornata dei numeri delle Quirinarie, le votazioni online per il presidente della Repubblica Italiana. Come sappiamo, online aveva vinto la Gabanelli, secondo posto per Gino Strada e terzo posto per Rodotà, i primi due non hanno accettato e il terzo sì, diventando il candidato del M5S. Su Rodotà a Luglio 2011 il buon Beppe scriveva:

Per farvi venire la bile ecco qualche pensionato parlamentare eccellente (*): Rosa Russo Jervolino: 9.947, Nicola Mancino: 9.947, Pino Rauti: 9.387, Alfredo Reichlin: 9.947, Stefano Rodotà: 8.455, Vittorio Sgarbi: 8.455, Giuliano Urbani: 6.590, Walter Veltroni: 9.014

Insomma, uno schifoso pensionato. Ok, ma oggi è stato eletto dal popolo e questo è sovrano… vediamo chi è questo popolo.

Da ciò che pubblica Grillo, hanno votato in 28.550. Considerando che in Italia gli aventi diritto di voto sono circa 49 milioni, vuol dire che parliamo dello 0,05% di italiani. Rodotà ha preso 4.677 voti che corrispondono allo 0,0095%, significa che ogni 100.000 italiani hanno votato in 9. Ma veramente questa è democrazia? Bastavano 100 voti per spostare le preferenze.

Questo il dettaglio dei voti:

  • Gabanelli Milena Jole: 5.796
  • Strada Luigi detto Gino: 4.938
  • Rodotà Stefano: 4.677
  • Zagrebelsky Gustavo: 4.335
  • Imposimato Ferdinando: 2.476
  • Bonino Emma: 2.200
  • Caselli Gian Carlo: 1.761
  • Prodi Romano: 1.394
  • Fo Dario: 941

E il bello è che con 28.550 voti gli son caduti anche i server e hanno dovuto rifare tutto. Cioè, il regno dei principianti.

Insomma, rispetto per chi l’ha votato, probabilmente era un segnale che serviva, ma oggi ci ritroviamo nel regno del surreale, con il 30% del parlamento bloccato dai grillini, che spesso ignorano ciò su cui stanno votando. Ops… Dimenticavo che seguono solo le indicazioni di Grillo.