Signoraggio bancario
Signoraggio bancario
  • Categoria dell'articolo:Economia e Politica
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Beppe Grillo ha fatto una campagna elettorale basato sui guadagni delle banche e dei banchieri. Non voglio entrare sul merito dei banchieri ma su quello delle banche. La tesi più volte proposta è quella del signoraggio bancario, basato sulla stampa della moneta e della banconota, fatta dalla BCE.

Il comico ha chiesto più volte che fosse lo Stato a poter emettere moneta (sovranità monetaria), e non una Banca centrale.

Prima di iniziare, però, bisogna fare delle doverose premesse:

  • La BCE si occupa della stampa delle banconote
  • La moneta viene stampata dalla zecca dei vari Stati
  • Bisogna sottolineare cosa è il signoraggio

Grazie ai primi due punti già si può notare come ciò che viene detto da Grillo, e sostenuto da qualche ignorante, viene smentito. Infatti non è la sola BCE a stampare soldi, anche le Nazioni hanno un ruolo attivo, anche se minoritario. La zecca dello Stato, per esempio, produce le monetine che abbiamo nei nostri portafogli, ovviamente non può produrne a proprio piacimento, essendo in un sistema monetario condiviso, ma deve seguire delle indicazioni date dall’Europa.

Sul terzo punto, cioè quello del cosa è il signoraggio monetario, facciamo un paragrafetto, prendo in esame solo la BCE, ma è lo stesso anche per le banche centrali nazionali (BCN). Quando la Banca Centrale Europea crea banconote, questa ha un costo di produzione: facciamo per esempio che per stampare una singola banconota da 5€ la BCE paghi 0,1€, ovviamente il prodotto di questo lavoro ha valore nominale di 5€, quindi un guadagno di 4,9€ e questo è un reddito dato dal signoraggio, in pratica un guadagno per chi stampa. La banca poi presta questi soldi alle banche private (o agli enti che ne avessero bisogno) che corrispondono, per questo prestito, un interesse dello 0,75% (in questo momento questo è il tasso dei prestiti BCE). Quindi, la banca centrale, a fronte di un costo (per esempio) di 0,1 € ha un guadagno di 4,9€ + 0,75% annuo sul valore nominale, quindi dopo il primo anno ha un guadagno di 4,9 + 0,0375 = 4,9375€ per ogni banconota da 5€ emessa.

La tesi dei complottisti è che questo è un chiaro vantaggio per la BCE e che i soldi sono dello Stato, quindi dei cittadini che compongono questo Stato. In questo caso, la tesi è che questo guadagno è dell’Europa e quindi andrebbe distribuito agli Europei.

Qui veniamo alla domanda principale di questo articolo, cioè: i guadagni della BCE a chi vanno a finire? Chi beneficia dell’attività della BCE? In questa domanda non ci mettiamo solo i guadagni da signoraggio, ma anche quelli dati dalle varie attività. Cioè, sono i banchieri e i proprietari della BCE a guadagnarci? E noi stiamo assistendo in silenzio a tutto questo?

La BCE è di proprietà, al 100%, delle BCN, quindi ogni banca centrale ha un pezzetto di BCE. La BCE è come se fosse una società per azioni, ma queste azioni sono in mano delle varie banche centrali nazionali. Quindi i guadagni della BCE vanno ai propri azionisti, agli istituti centrali che in Italia si chiama Banca d’Italia.

Precisamente, queste sono le 5 BCN più pesanti all’interno del board della BCE:

  • Deutsche Bundesbank con 18,94%
  • Bank of England con 14,52%
  • Banque de France con 14,22%
  • Banca d’Italia con 12,5%
  • Banco de España con 8,30%

In pratica i primi 5 paesi d’Europa possiedono il 68,5% della BCE. Ovviamente queste percentuali non sono messe lì a caso, ma è quanto ogni Stato ha versato nel momento della formazione della Banca Centrale Europea o quando gli è stato richiesto, ne consegue che se l’Italia ha il 12,5% della proprietà della BCE avrà diritto alla stessa percentuale sugli utili della banca.

Quindi, ricapitolando, il signoraggio, così come tutte le altre attività della BCE producono un “fatturato”, a questo bisogna togliere le spese sostenute (219 milioni di euro nel 2012), come i funzionari (sul peso di queste spese ne parleremo in altro articolo) e la gestione delle strutture, rimane quindi un utile che viene spartito tra gli “azionisti” in base al peso di ognuno all’interno del board.

In realtà solo il 46% dell’utile viene suddiviso, poiché il restante rimane a disposizione di una riserva della BCE, in pratica viene riutilizzato per continuare le attività della banca, o viene utilizzato per le spese. Il bilancio 2012 della BCE parla di utile di 2.164 milioni di euro (1.894 milioni nel 2011), di questi:

  • 219 milioni sono state spese attive
  • 947 milioni sono rimasti nelle riserve e saranno utilizzati come prestiti (un caso è per esempio quello di Cipro)
  • 998 milioni sono stati invece distribuiti. All’Italia, di questi soldi son toccati quasi 125 milioni di euro.

I malpensanti, però, staranno già pensando che la Banca d’Italia è una SpA di proprietà delle varie banche private. E questo è anche vero, ma gli utili della BCN, almeno qui nel Bel Paese, sono versati in gran parte nelle casse dello Stato. Per esempio, come si evince dal bilancio 2011 dell’istituto (uso il 2011 poiché il bilancio 2012 sarà presentato a fine maggio 2013), il malloppo recuperato dalla banca (1.129.175.577 di euro) è stato così suddiviso:

  • alle riserve ordinarie e straordinarie (quindi rimasti all’interno della Banca d’Italia): 39,999% – 451.670.230
  • alle banche private, azioniste della BCN: 0,0013% – 15.600
  • allo Stato il restante 59,999% – 677.489.747

Sì, avete letto bene, i privati hanno percepito 15.600 euro. In pratica tutte insieme potrebbero acquistare una Fiat Grande Punto (e nemmeno full optional).

Insomma, il reddito utile della BCE passa, in parte, alla banca centrale italiana la quale distribuisce una minima parte, rafforza le riserve e poi versa il resto allo Stato. Quest’ultimo, con quei soldi in ingresso, ci paga normali attività (pensioni, stipendi, interessi sul debito pubblico, ecc), quindi sostanzialmente, accorciando il giro, la ricchezza creata (anche) grazie al signoraggio viene ridistribuita tra la popolazione, o va a pagare servizi utili per i cittadini.

Le riserve che rimangono in pancia servono per poter finanziare regioni (nel caso di Bankitalia) o Stati (nel caso della BCE) in dissesto e per garantire i cittadini (come i depositi sotto i 100 mila euro che in Italia sono garantiti anche in caso di fallimento dello Stato o di una banca). Tra le altre cose le varie BCN devono anche fare i conti con dei debiti nascosti, dei quali abbiamo già parlato e i quali producono fuoriuscita di interessi annualmente.

In tutto ciò, le banche private sbandierate da alcuni politici e da complottisti, sono proprietarie della Banca d’Italia con queste percentuali:

  • Intesa Sanpaolo S.p.A. – 30,3%
  • UniCredito Italiano S.p.A. – 22,1%
  • Assicurazioni Generali S.p.A. – 6,3%
  • Cassa di Risparmio in Bologna S.p.A. – 6,2%
  • INPS – 5,0%
  • Banca Carige S.p.A. – 4,0%
  • Banca Nazionale del Lavoro S.p.A. – 2,8%
  • Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A. – 2,5%
  • Cassa di Risparmio di Biella e Vercelli S.p.A. – 2,1%
  • Cassa di Risparmio di Parma e Piacenza S.p.A. – 2,0%

Ma, come abbiamo visto, non hanno alcun diritto a eventuali dividendi e in compenso, nel malaugurato caso di bilancio negativo della Banca d’Italia, potrebbero essere costrette a finanziare il debito.