Italicum di Matteo Renzi

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Matteo Renzi
Matteo Renzi, nuovo segretario del Partito Democratico e promotore della legge elettorale Italicum

Matteo Renzi sicuramente ha fatto un grande lavoro: è riuscito a dare uno straccio di legge elettorale a questo paese, dopo 8 anni di tentativi (il porcellum di Calderoli risale a dicembre 2005).

Si tratta di un gesto da lodare, se non fosse che questo sistema risponde all’incostituzionalità della vecchia legge, modificando i punti critici, ma all’atto pratico è un altro attentato alla democrazia.

Andiamo con ordine e vediamo cosa dice la nuova proposta Italicum che, ricordiamo, è stata proposta da Renzi dopo un consulto con Silvio Berlusconi.

Doppio turno

Se nessun partito o lista raggiunge il 35% dei voti allora andrà in scena un doppio turno con ballottaggio tra i due partiti o liste che hanno ricevuto più voti, da svolgere 2 settimane dopo il primo voto.

I partiti o le liste che non hanno raggiunto i ballottaggi legittimamente non possono unirsi a uno dei protagonisti del voto, quindi le coalizioni, tra i due voti, rimangono le medesime.

Premio di maggioranza

Proprio sul premio di maggioranza era caduto il Porcellum poiché questo veniva assegnato arbitrariamente al vincitore, senza che quest’ultimo avesse realmente il diritto a questo premio.

Il sindaco di Firenze ha rimodellato tale punto per riuscire comunque a dare governabilità allo schieramento vincente, però senza “infastidire” i magistrati.

Il premio di maggioranza del 18% verrebbe assegnato alla lista che nel primo turno ha superato il 35% o, in alternativa, alla vincente del ballottaggio.

Liste dei candidati e collegi plurinominali

Anche con la proposta del duo Renzi/Berlusconi, così come con il Porcellum di Calderoli (su regia sempre di Berlusconi), le liste dei nomi sono bloccate quindi l’elettore non sceglierà il nome del candidato ma dovrà sbarrare semplicemente il simbolo del partito che avrà deciso di votare.

Ogni seggio plurinominale avrà, per ogni partito, un minimo di 3 e un massimo di 6 nomi assegnati. Inoltre il candidato concorrerà solo in un seggio e non potrà essere presente altrove.

Il 50% dei candidati dovranno essere donne e il restante 50% uomini.

Sbarramento

12% per le coalizioni, le quali in determinati territori dovranno seguire delle regole per le minoranze linguistiche e/o per altre condizioni.

8% per i partiti che correranno da soli.

Seggi

Il partito o la coalizione che vincerà al primo turno, quindi superando il 35%, avrà al massimo 340 seggi. I restanti 277 verranno spartiti tra i partiti di minoranza.

In caso di ballottaggio, il partito o la lista che risulterà vincente avrà diritto a 327 seggi. I restanti 290 verranno spartiti tra la minoranza.

Senato

Con la riforma e il superamento del bicameralismo perfetto il Senato passerà da organo elettivo a Camera delle autonomie, con l’eliminazione dell’elezione diretta.

Però, in considerazione del fatto che eliminare il Senato così come è oggi non sarà una cosa semplice, nella legge elettorale è stata inserita una clausula che permette a Palazzo Madama di avere lo stesso sistema di voto della Camera dei Deputati.

Comunque, anche qualora dovessero arrivare a essere votati, i Senatori dovrebbero diventare Camera delle autonomie subito dopo e quindi i parlamentari diminuire da 945 a 630.

Considerazioni

Ed eccoci alle considerazioni su questa proposta di legge elettorale. Andiamo con ordine con i punti così come elencati e valutiamoli uno ad uno.

Per il doppio turno e il ballottaggio non si può dire che “finalmente”, così chi avesse votato per un partito che non ha superato lo sbarramento non si sentirà “non rappresentato” ma avrà il diritto di scegliere il partito o la lista che a quel punto, molto probabilmente, considererà la “meno peggio”.

Io stesso alle ultime elezioni ho votato per un partito che, pur avendo, secondo me, delle belle idee, purtroppo non ha superato lo sbarramento e quindi io oggi mi sento non rappresentato da questo governo e da questo parlamento.

Non siamo pochi in queste condizioni poiché le liste e i partiti che non sono arrivati alla Camera dei deputati hanno raccolto il 7,22% dei voti e al Senato il 9,25%. Significa che su 50.449.979 di persone aventi diritto al voto alla Camera, ben 3.642.000 non sono rappresentati e al Senato, dove a causa dello sbarramento più alto la situazione è più tragica, su 42.270.824 ben 3.910.000 non sono rappresentati. Insomma, è una democrazia quantomeno parziale, magari queste (quasi) 4 milioni di persone, con il doppio turno, avrebbero avuto la possibilità di esprimere comunque una scelta nel ballottaggio.

In definitiva, su doppio turno e ballottaggio, per come la vedo io, 1-0 per il duo Berlusconi/Renzi.

Passiamo quindi al premio di maggioranza: è corretto e sacrosanto dare la possibilità a chi vince le elezioni di poter governare senza intoppi, quindi fare in modo che, in caso di scarto minimo, quindi con la possibilità che un governo si presenti senza numeri, un premio di maggioranza permetta la stabilità dello stesso.

Il punto è che il premio di maggioranza del 18% è un po’ tanto. In pratica al vincitore è come se venissero sommati anche i seggi e i voti del secondo classificato. E poi, come abbiamo visto, alla Camera dei deputati, il 7,22% dei votanti si è ritrovato senza una rappresentanza. Vero, ci sono anche gli astenuti e i non votanti, ma il 18% dei seggi è un pochino troppo secondo chi scrive.

Quindi sul punto premio di maggioranza, benché l’iniziativa sia lodevole e grazie al ballottaggio questo premio diventa regolare, comunque ritengo che questo non possa essere un punto assegnato al duo BR (Berlusconi/Renzi), quindi siamo su un parziale di 2-1 contro i detrattori.

Passiamo alle liste dei candidati e ai collegi plurinominali. Su questo punto tanto è stata criticata la Legge Calderoli così come la legge mattarellum, gli italiani vogliono tornare a esprimere il loro voto e la loro preferenza su un nome.

Votare solo un simbolo e poi decidere a tavolino quali sono i deputati non è democrazia. Facciamo un esempio concreto per essere chiari: il 21,5% degli italiani all’ultima elezione hanno votato il PdL e addirittura il 30% per la coalizione con Berlusconi presidente. Di queste quasi 10 milioni di persone, quante hanno votato PdL per avere Berlusconi leader di governo? Quante hanno considerato tutto ciò che era intorno a Berlusconi? Oggi, se io avessi votato Berlusconi, sarei molto incazzato poiché avrei dato un voto a un partito che a distanza di un anno (nemmeno compiuto) non esiste più. Il mio eventuale voto al PdL avrebbe permesso di far entrare nel parlamento gli attuali Nuovo CentroDestra, che io non ho minimamente votato, i quali da costola del PdL hanno fatto sì che il mio voto che valeva per 97 seggi oggi vale per 67, in pratica un terzo in meno. Il mio voto, anziché prendere la strada di un partito unito che avrebbe dovuto fare i miei interessi, sarebbe andato a un partito a me sconosciuto, NCD (appunto) e il restante sarebbe andato a Forza Italia, che non è il partito da me votato.

Più o meno sarebbe stato lo stesso discorso votando qualsiasi altro partito perché in Italia vogliamo due soli grandi partiti, almeno alle elezioni, e poi durante i 5 anni successivi questi si disintegrano fino a formarne 200… e anche in questo caso succederà, come sta già succedendo, e il bello è che nessuno ha votato quelle persone che si staccano e creano nuovi poli politici, nessuno li ha direttamente o indirettamente voluti, se non gli amici politici che speravano di avere dei compagni fedeli.

Insomma, questa è democrazia? Dare un voto per avere un leader e avere proprio lui in mente per poi ritrovarsi con il PD vincente ma anziché spedire Bersani al governo, per il quale si è votato a sinistra, ritrovarsi Letta, con un programma totalmente suo e governato da Renzi; chi ha votato Berlusconi si è ritrovato con Alfano vice premier e chi ha votato per Grillo si è ritrovato con Vito Crimi (a proposito, che fine ha fatto?). Insomma, il quasi 90% del popolo ha votato per gente che nemmeno conosceva.

Non è democrazia e ciò rimarrà intatto con la nuova legge elettorale. Non ci piace, un punto ai detrattori e siamo sul 2 a 2.

Siamo quindi a quello che io reputo il punto più deludente e cioè lo sbarramento. Se hai letto attentamente l’articolo sin qui ti sarai reso conto che ho votato per un partito che non l’ha superato e per l’amore verso la stabilità politica me ne sono fatto anche una ragione, è impossibile avere 100 partitini piccoli in parlamento, significa non approvare nulla e giocare a fare le alleanze. Giusto avere pochi partiti forti, magari anche con varie correnti dentro (purché queste correnti siano decise dal popolo attraverso il voto dei propri candidati).

Ecco, allora lo sbarramento della vecchia legge elettorale al 4% per i partiti e al 10% per le coalizioni mi sembrava già esagerato poiché il 4% sugli aventi diritto al voto significa non considerare un partito che potenzialmente raccoglierebbe 2 milioni di voti e addirittura con una coalizione significherebbe, nella peggiore delle ipotesi, non considerare 5 milioni di italiani votanti. Quindi già mi sembrava una bella porcata, e il duo Berlusconi/Renzi cosa fa? Alza i limiti per lo sbarramento.

In pratica se il Partito dell’Italia libera (nome a caso) alle prossime elezioni prendesse il 7,5% dei voti, quindi, con affluenza al 100%, ben 3.750.000 persone sarebbero non rappresentate in un colpo solo. In pratica potrebbero non bastare 4 milioni di voti per avere un seggio in parlamento? Ma stiamo scherzando?

Questa è evidentemente una mossa, nemmeno celata, per proteggere i 2/3 partiti più grossi facendo fuori in un colpo solo tutti gli altri. Alle ultime votazioni sarebbero entrati in parlamento solo PD, Forza Italia e Movimento5Stelle. Tutti gli altri in pratica sarebbero fuori. E no, questa non è decisamente democrazia.

3 a 2 per i detrattori (e questo potrebbe anche essere un punto doppio, ma sono generoso e ne assegno solo uno).

Sulla spartizione dei seggi onestamente non mi sento di dire nulla poiché è una naturale conseguenza dei punti precedenti e quindi mi pare superfluo commentare, criticare e dare punteggi.

Rimaniamo 3 a 2 per i detrattori.

Infine il Senato: le prime notizie trapelate davano per certa l’eliminazione completa del Senato, quindi in un colpo solo aver fatto fuori 315 poltrone e aver ridotto i politici da oltre 900 a circa 600 era una notiziona. Sicuramente un gran bel gol per la coppia BR…

ecco, peccato che poi è stato precisato che sì, il Senato sarebbe scomparso, ma al suo posto sarebbe arrivata la Camera delle autonomie. Ecco quindi che ciò che non era riuscito agli antichi imperatori, schiavi e succubi del Senato Romano, è riuscito a Renzi, venuto da Firenze a colloquiare con Berlusconi per il bene del Paese…

dicevamo la Camera delle autonomie che altro non è che il Senato, con le stesse poltrone, ma senza elezione diretta, quindi sono loro a decidere chi sederà su queste poltrone e (teoricamente) senza indennità alcuna. In un Paese funzionante questo sarebbe stato comunque un bicchiere mezzo pieno, in Italia andrà a finire che non troveremo nemmeno il bicchiere.

Considerando che già nella proposta di legge è stata inserita una scappatoia per salvare il Senato così come è oggi, significa che questa legge sarà presentata in parlamento e l’attuazione si deciderà nel momento in cui sarà un po’ più chiara la dinamica. Se realmente non ci sarà indennità e le poltrone non saranno decise secondo le idee della casta, allora non viene difficile pensare che il Senato non scomparirà grazie alla scappatoia creata ad arte.

Se invece il tipo di indennità si troverà, oppure tale Camera delle autonomie sarà il posto dove tutti i pensionati della politica, con una pensione d’oro e con la possibilità di dire la loro, andranno a svernare, magari pure con indennità e poltroncine fisse a vita, allora un accordo si troverà e buona pace per il Senato.

Io non so voi, ma a me questa non pare, ancora una volta, democrazia. E concludiamo con un roboante 4 a 2 per i detrattori della proposta.

Attenzione, visto che ti sei impegnato e sei arrivato fino in fondo, e considerando che Matteo Renzi da questa analisi ne esce con le ossa rotte, ci tengo a farti sapere che penso realmente che il sindaco di Firenze sia una persona valida, l’unico che potrebbe realmente cambiare la politica italiana e che ha le carte per farlo.

Onestamente penso ancora di votarlo qualora si presentasse alle prossime elezioni.

Però, c’è un però, con questa legge elettorale, fatta in accoppiata con Berlusconi, si è giocato un credito importante e da oggi in poi, partendo dall’approvazione di questa porcheria proposta, non potrà più sbagliare o il mio voto se lo dimentica.

Insomma, non sono partito prevenuto contro Renzi, anzi… ma questa proposta di legge non è difendibile da nessuno.