Consumo di cannabis in Europa

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Piantagione di cannabis
Una piantagione di cannabis

Innanzitutto un dato:

  • Olanda: 5,4%
  • Italia: 14,6%

Questa è la percentuale delle persone che fanno uso abituale di cannabis nei due Stati. Per quei pochi che non lo sapessero: Cannabis = Canapa = spinelli = canne = marijuana.

È evidente che si consuma molto meno in Olanda che in Italia. Però i più attenti avranno già considerato che la capitale dei Paesi Bassi è Amsterdam, città che da decenni oramai tollera l’uso di sostanze stupefacenti.

Quindi, ricapitolando, in Olanda si fuma nei coffeshop e solo il 5% lo fa, in Italia è illegale e fuma il 15% della popolazione.

Sono stato ultimamente in Olanda e penso di aver capito il perché di questi numeri, la risposta è stata semplice quanto disarmante:

Perché in Olanda è legale.

Inoltre, parlando con italiani che vivono oramai da anni ad Amsterdam, è risultato che dai nostri connazionali bisogna stare alla larga poiché vanno nella capitale dei Paesi Bassi per lavorare stagionalmente (4 mesi) non tanto per soldi quanto per essere liberi di fumare.

Oltre a ciò è evidente che una gran parte dei giovani che raggiungono l’Olanda, anche solo per un week end, lo fanno per andare a fumare spinelli.

Ora guardiamo questo altro dato:

Uso di cannabis in Europa
Un grafico con le principali Nazioni e l’uso di cannabis in proporzione alla popolazione

Si tratta dei consumatori abitudinari di spinelli in rapporto al numero di abitanti; il numero che vedete a sinistra è proprio la percentuale.

Come si può notare l’Italia è tra i maggiori consumatori di marijuana, mentre l’Olanda è tra gli ultimi. Attenzione, questi dati certamente non sono risultati dalla sola libertà di poterlo fare, ma da una serie di variabili favorevoli alla nazione Orange. Tra queste variabili c’è da annoverare una cultura, che noi ci sogniamo, e un rispetto per il prossimo che in Italia è chimera.

Per i curiosi, questa la classifica dei primi 20 paesi per persone che fumano canne, fornito dall’UNODC:

NazionePercentuale
Papua New Guinea29.5
Palau24.2
Northern Mariana Islands22.2
Ghana21.5
Guam18.4
Sierra Leone16.1
Czech Republic15.2
Andorra14.6
Italy14.6
New Zealand14.6
Nigeria14.3
United States13.7
Canada12.6
Saint Kitts and Nevis11.7
Dominica10.8
Grenada10.8
Antigua and Barbuda10.6
Australia10.6
Spain10.6
Jamaica9.9

La media europea, che non si trova in classifica, è di 6.8%.

Risulta evidente come non basti la legalizzazione della cannabis per far scendere questo numero, il quale è un fattore culturale prima di essere un fattore dato dal proibizionismo; ma risulta altresì evidente come nei paesi in cui l’uso di marijuana è illegale la corsa a diventare consumatori abitudinari è maggiore.

In Olanda, in realtà, a differenza di quanto si pensa, la canapa non è legale. Ci sono delle distinzioni importanti però: è legale l’uso, non la detenzione. Inoltre è molto tollerata la detenzione per uso personale.

In pratica sotto ai 5 grammi nessuno vi dirà mai nulla; sopra avrete qualche problema. La distinzione che fanno gli olandesi è importante poiché, essendo consentito l’uso, in caso di malore i medici non sono tenuti a segnalare nulla alla Polizia, ciò per far sì che in caso di incidenti una persona vada tranquillamente a farsi curare.

In Italia la legislazione è differente. Qui da noi è illegale sia l’uso che la detenzione, con questa seconda che è punibile penalmente (mentre l’uso è stato da poco depenalizzato e sono previste solo sanzioni amministrative).

Ciò fa sì che in Italia se qualcuno sta male per la cattiva assunzione di sostanze, prima di andare a farsi controllare in ospedale deve essere quasi sul punto di morte.

Da anni si dibatte proprio di questo tema nel nostro Paese e sono nate associazioni, ci sono partiti che hanno fatto di questo tema il cavallo di battaglia e vari personaggi, nel corso degli anni, hanno detto o fatto qualcosa a favore della liberalizzazione.

Personalmente non credo che l’uso di cannabis, con la liberalizzazione, calerà di tantissimo; ciò per un semplice motivo: in Olanda ci vivono gli olandesi, in Italia gli italiani… allo stesso modo, però, non credo nemmeno che la liberalizzazione possa portare a un aumento di questo numero.

Però (ci sono tanti però) anche se l’uso dovesse rimanere identico, quindi il nostro bel 14,6% di persone continuerebbe a usare sostanze stupefacenti leggere, con una legislazione sulla tipologia olandese si avrebbe che:

  • le cure in caso di incidenti sarebbero tempestive e i malcapitati non avrebbero difficoltà ad andare a curarsi;
  • si toglierebbe un polmone alla malavita del Bel Paese la quale, proprio sulla commercializzazione di tale sostanza, ha costruito imperi;
  • lo Stato, con la liberalizzazione (e i conseguenti coffeshop) potrebbe controllare ciò che viene venduto e quindi eviterebbe che sostanze chimiche dannose vadano ad allungare e alterare la sostanza principale, spesso con effetti devastanti per chi ne fa uso;
  • l’economia dello Stato stesso se ne avvantaggerebbe poiché una sostanza legalizzata potrebbe essere coperta da monopolio (come accade oggi con il tabacco) o comunque per la vendita bisognerà pagarci su le tasse;
  • l’Italia ne beneficerebbe poiché raccoglierebbe una parte di quei ragazzi che oggi vanno a fare turismo in Olanda per il solo scopo di fumare; sarebbe turismo giovane e quindi salutare per il nostro Paese, oltre a creare un naturale indotto

Il proibizionismo, così come accadde a inizio 900 per l’alcol, non ha portato al disuso di questa sostanza, quindi è una tattica fallimentare. Per l’alcol si è posto rimedio subito, la cannabis è sotto embargo da 80 anni oramai.

Fortunatamente negli ultimi due o tre anni molte Nazioni (tra cui l’Italia) si stanno muovendo quantomeno per l’uso di canapa per scopi terapeutici e farmaceutici. Infatti è stato dimostrato che l’uso di cannabis per curare alcune malattie, come per esempio la sclerosi multipla, è un buon rimedio, se non per la cura (in sé e per sé) quantomeno per lenire i dolori e i disturbi.

A seguito di queste liberalizzazioni sono in tanti a sperare che una manica un po’ più larga possa portare sul mercato una liberalizzazione regolamentata. E la speranza è che questa regolamentazione sia fatta rispettare… ma siamo in Italia, non in Olanda.

Update: sullo stesso tema ha scritto anche Zingales su l’Espresso.