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  • L’Europa non esiste (per ora)…

    L’Europa non esiste (per ora)…

    Esiste un continente chiamato Europa, nel quale tanti Stati hanno deciso di collaborare per il bene comune.

    In questo continente è nata con il tempo una comunità europea, una moneta unica, una banca centrale e tante regole uniformi. Regole e istituzioni sempre accettate e firmate da tutti.

    È successo che gli Stati inizialmente erano pochi, si ritrovarono a Roma e iniziarono un percorso, poi se ne aggiunsero altri che con il tempo accettarono pro e contro di questa alleanza.

    È successo che arrivò il primo vero ostacolo, una crisi, e oggi l’Europa è in un punto morto… Esiste sempre quell’alleanza, esiste sempre quella comunità ma non esiste una vera e propria Europa poiché gli Stati pensano, ognuno, di applicare una propria ricetta per risolvere un problema.

    Di cosa sto parlando? Semplice: di creare gli europei. Massimo D’Azeglio, dopo l’unità d’Italia avrebbe detto: “s’è fatta l’Italia, ora dobbiamo fare gli italiani”. Uso il condizionale poiché alcuni storici hanno smentito la paternità di tale frase, ma anche se non fosse stata mai pronunciata, comunque si presta benissimo alla condizione attuale dell’Europa:

    Abbiamo fatto l’Europa, ora bisogna fare gli europei

    Perché, benché se ne dica, gli europei continuano a essere e sentirsi italiani, tedeschi, francesi, inglesi, ecc.

    Gli stessi politici e governi non si sentono europei, non stupisce quindi che in Francia alle ultime europee abbia vinto la Le Pen, in Inghilterra Farage e in tanti altre nazioni gruppi o partiti anti-euro.

    Non potrebbe che essere così, poiché il patriottismo ha la meglio quando l’Europa non riesce a prendere decisioni in merito a problemi reali che affliggono le singole nazioni.

    Giusto per fare qualche esempio, prendiamo il caso della Russia che dichiara guerra all’Ucraina. Di base la Russia non accetterà mai che questa Ucraina sia filo europea perché il Cremlino perderebbe importanti sbocchi sul Mar Nero, oltre a importanti viadotti per il trasporto del proprio gas in Europa e al fatto che in base all’accordo Nato l’America piazzerebbe subito armamenti ai confini russi. L’Ucraina, quindi, nei piani di Putin, non può essere europea. Per questo motivo prima ha “annesso” la Crimea e ora cerca di togliere altri pezzi importanti alla nazione “rivale”.

    In questo contesto esiste l’America che ha interesse, sia storico che attuale, di zittire i russi… se non altro per vendere essa stessa il gas agli europei, e infatti grandi progetti per gasdotti sono nati e hanno preso il via i lavori, oltre ad accordi bilaterali.

    In tutto ciò c’è l’Europa in mezzo, la quale però non si sposta né da un lato né dall’altro con il risultato che entrambe le fazioni in gioco stanno perdendo la pazienza.

    Il motivo per cui l’Europa è ferma? Semplice: interessi contrari. Infatti da un lato c’è la Germania e l’Italia che con la Russia hanno stretto grandi accordi. I tedeschi la maggior parte del proprio approvvigionamento di gas lo prendono proprio da Mosca, ENI (azienda statale), invece ha accordi strettissimi con Gazprom, azienda statale russa. Inoltre noi, per avere la classica posizione a metà, abbiamo anche importanti accordi con gli americani.

    Dall’altro lato c’è la Francia, la Spagna e l’Inghilterra che vedono nell’alleanza con Obama una ricca possibilità per diventare il crocevia dello shale gas americano.

    In questo contesto, al quale si aggiunge una parvenza di diplomazia e di buona condotta, con il tentativo di non scontentare nessuno, l’Europa non potrà mai essere unita.

    Prendiamo un altro esempio a noi caro: l’immigrazione. Oggi questa è una problematica di quelle nazioni che hanno dei confini esposti con l’extraeuropa (Italia, Croazia e Spagna) su tutti. La Germania non ha confini esposti, quindi quanto volete interessi ai tedeschi dell’immigrazione? Non è un caso che da Berlino (e da Bruxelles) ripetano come un mantra:

    Non è un problema che ci interessa direttamente, finanziamo ma lasciateci fuori dai giochi

    Però così non può funzionare e l’Europa è divisa su un altro punto.

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    Terzo e ultimo esempio è quello dell’economia: la Germania in questo momento sta pagando interessi bassissimi per avere soldi sul mercato principale dei bond, di contro ci sono le nazioni periferiche che ingabbiate in politiche restrittive e senza sviluppo stanno pagando un prezzo altissimo, soprattutto sugli stessi interessi al debito pubblico. I PIIGS stanno chiedendo a gran voce gli Eurobond ma la Germania da quel l’orecchio non ci sente.

    E perché dovrebbe? Con le obbligazioni emesse dall’Europa si avrebbe una media di tutto il debito pubblico di ogni nazione. Verosimilmente il ranking di queste nuove emissioni sarebbe A o al massimo AA, significa pagare almeno l’1% su titoli di 10 anni, oggi la Germania praticamente non paga interessi. Perché dovrebbe fare questo cambio?

    In questo caso si avvantaggerebbe la Grecia, il Portogallo, la Spagna e l’Italia, rimarrebbe invariata la situazione per la Francia e ci potrebbero perdere nazioni virtuose come quelle del nord. Quest’ultime e la Germania accetteranno gli eurobond solo in caso di peggioramento grave di tutta l’economia europea, ben peggio di quella attuale, oppure se si crea una bilancia interna così da far pagare comunque la differenza alle altre nazioni. Una sorta di resa dei conti interni, in caso contrario gli stati del nord, Germania in testa, mai accetterà le obbligazioni europee.

    Eppure il mercato ha parlato chiaramente a metà ottobre: la Grecia ha chiesto di uscire dal controllo della Troika e le borse sono venute giù in tutto il mondo. Il messaggio è chiaro: in questo momento, con il controllo della Troika (BCE, Comunità Europea e Fondo Monetario Internazionale) la Grecia è praticamente commissariata e il suo debito è garantito dall’ESM (una scappatoia per avere comunque degli eurobond senza averli), se la Grecia uscisse veramente da questo controllo sarebbe di nuovo sola e gli investitori non vogliono correre il rischio di prestare nuovamente soldi agli hellenici senza controllo.

    Insomma, il mercato ha già detto che gli eurobond sono meglio dei bond di ogni singolo paese, soprattutto là dove il debito è in pericolo.

    Riuscirà la Germania a rifiutare ancora per molto questo strumento?

    Come fare per uscire da questo punto morto in cui si è infilata l’Europa? Per come la vedo io ci sono due possibili strade:

    1. Distruggendo l’Europa e l’Euro (inteso come unità finanziaria e non come moneta);
    2. Uniformando l’Europa e creando un vero Stato federale, così come sono gli USA.

    Distruggere l’Europa sarebbe oggi un salto nel vuoto e potrebbe anche significare sviluppare guerre, non combattute con armi a fuoco ma con crisi finanziarie che si avvitano su sé stesse. Non c’è peggior guerra di quella che mette in ginocchio la popolazione, lasciandola senza cibo.

    E poi, in un momento in cui si affacciano sul mercato mondiale dei big, possono le varie nazioni sedersi al tavolo da sole? Mettiamo un tavolo con USA, Cina e Giappone… meglio sedersi con il cappello dell’Europa o con quello dell’Italia? Naturalmente meglio con quello dell’Europa, saremmo presi sul serio perché rappresenteremmo milioni di abitanti e l’economia più grossa al mondo. Con il cappello dell’Italia saremmo solo un piccolo paese indebitato, con soli 60 milioni di abitanti (un gattino insomma).

    Ecco il grafico di ciò che vale l’Italia in quel tavolo, siamo ottavi:

    Nazioni per PIL
    Nazioni classificati per PIL

    Però ci si può sedere a quel tavolo solo con una vera unità, e questo è il secondo punto. A rappresentare l’Europa dovrebbe essere un “Obama” europeo e non la Merkel, la quale è stata votata dai soli tedeschi e non può (e non deve) rappresentare tutti gli europei.

    Ed ecco invece raggruppando le nazioni europee e presentandoci come Europa (in entrambi i grafici siamo la fetta nera):

    UE nella classifica per PIL
    Unione Europea nella classifica per PIL

    Insomma, per come la vedo io, considerando che indietro non si torna e la Lira non la vedremo più, bisogna andare avanti e velocemente, cedendo sovranità a una vero Stato federale costituito da piccole nazioni. Come succede in Germania, negli USA o nella Svizzera con i cantoni. Le leggi federali dovrebbero essere uguali in tutto il continente, a partire dalle leggi fiscali, con nessuna differenza tra le tasse pagate in Francia e quelle pagate in Italia o in Irlanda.

    I fronti e l’immigrazione a quel punto sarebbe su confini europei e non più italiani, sarebbe un diretto problema dell’Europa; così come lo sviluppo economico dell’intero continente non sarebbe più delegato a ogni governo ma gestito da un’unico parlamento europeo, un vero parlamento, con potere di fare e non solo di blaterare.

    Poi, ovviamente, ogni nazione ha caratteristiche proprie e le leggi minori dovrebbero essere fatte dagli Stati della federazione. Sarebbe inutile che una legge italiana che protegga l’Etna (giusto per fare un esempio) sia valida anche in Danimarca. Così come sarebbe deleterio se noi dovessimo applicare leggi adatte ai paesi del nord.

  • Voltura di ENI Gas e Luce

    Voltura di ENI Gas e Luce

    State per affrontare la voltura di un contratto Eni? In bocca al lupo…

    Vi porto a conoscenza della mia storia, nella speranza che possa servire a qualcuno per evitare qualche passaggio.

    Inizio ad avere a che fare con Eni in Aprile del 2013, quando mi chiama un call center e mi informa delle tariffe di Gas e Luce con l’azienda a sei zampe. Un po’ per dubbi su Enel (mio precedente fornitore) e un po’ ingolosito dalle tariffe vantaggiose, decido di accettare e di passare con entrambi a Eni.

    Mi arrivano a casa i documenti dopo 5 giorni, li firmo e li rimando indietro… il silenzio, non ho più notizie.

    Mi continuano ad arrivare le fatture da Enel che pago regolarmente.

    In Novembre oramai penso che qualcosa è andato per il verso sbagliato e quindi lascio cadere la questione.

    A dicembre, quindi dopo 8 mesi dalla prima telefonata, mi arriva la prima fattura di Eni con periodo di interesse che va dall’1 agosto 2013 al 20 dicembre 2014, quindi penultimo e ultimo bimestre dell’anno. Inutile dire che a quel punto tale fattura è totalmente inaspettata. Chiamo la società sottolineando come io abbia continuato a pagare Enel e che quindi non volevo doppiare il pagamento, anche perché da parte loro non mi era arrivata alcuna comunicazione. La loro risposta è stata che da agosto ero un loro cliente e quindi la fornitura è stata loro compito, di chiamare l’altro fornitore e farmi rimborsare.

    In effetti, chiamando Enel, quest’ultimi ammettono l’errore e mi rimborsano il tutto attraverso un assegno, compresa la cauzione per le aperture dei contratti (assegno arrivato a marzo circa, quindi dopo 3 mesi, giusto per sottolineare quanto sono veloci).

    Comunque, al di là di questi disguidi, che visto quanto successo attribuisco più a Enel che a Eni, la continuazione del contratto è regolare e senza particolari problemi.

    Succede che a giugno del 2014 decido di traslocare, cambiando casa, diventa quindi fondamentale chiudere i servizi attivi nella vecchia abitazione e fare la voltura nella nuova. Il vecchio proprietario della nuova abitazione mi mette a disposizione l’ultima fattura e non posso che essere contento del fatto che il fornitore sia Eni, anche perché fino a quel punto mi ero trovato bene.

    Faccio la prima telefonata il 31 maggio del 2014 nella quale chiedo ufficialmente la voltura di gas e luce. La voltura, per chi non lo sapesse, è quell’azione che consente di cambiare nominativo mantenendo il contratto in essere (in realtà si chiude e si apre immediatamente un altro contratto).

    Il 31 maggio, dicevamo, chiamo e do il POD del punto gas e il PDR del punto luce, comunicando la lettura del puntatore gas. Non comunico quella luce perché con i contatori attuali loro possono fare l’autolettura da remoto. Do il mio vecchio numero cliente, quello della vecchia abitazione, e il numero cliente del vecchio proprietario della nuova casa. Insomma, Eni ha in mano tutto il materiale necessario per fare queste operazioni.

    In quella fase chiedo di non cessare il vecchio contratto ancora per qualche giorno, di poter avere due contratti per circa mezzo mese. La gentile signorina mi dice che va bene ma che mi avrebbero dato un nuovo numero cliente, non vedendoci nulla di male accetto.

    Dopo una settimana mi arriva a casa il contratto gas che firmo e rimando indietro. Mi rendo conto che ho firmato solo gas e la cosa mi insospettisce, ma lascio passare ancora qualche giorno. Nel mentre tengo d’occhio il sito di Eni (questo fatto veramente bene) dove al nuovo numero cliente mi viene assegnato solo il contratto gas.

    Verso il 15 di giugno, quindi dopo 15 giorni dal trasloco, chiamo Eni per chiedere lumi (è proprio il caso di dirlo) sul contratto luce e per chiudere il vecchio contratto che oramai non mi serve più.

    Esordisco nella telefonata chiedendo la disdetta di gas e luce nella vecchia abitazione, la risposta è che dovevo fissare un appuntamento sul posto per la chiusura dei contatori; sottolineo che non ho più le chiavi per accedere ai contatori e il call center mi dice che allora non si può fare nulla perché serve che io abbia le chiavi. Ma come? C’è un contratto a nome mio e io non ho il potere di disdirlo? Ebbene sembrerebbe di sì… la soluzione è quella di far fare la voltura alla proprietaria di casa o alla nuova inquilina.

    Sorvolo su questo punto con l’intento di informarmi bene prima di controbattere e chiedo quindi perché non mi sia stato attivato il contratto luce nella nuova casa. La risposta immediata è stata:

    ha rimandato indietro il contratto che le abbiamo mandato?

    La risposta:

    sì, ma ho l’impressione che quello sia solo per il gas, mentre io parlo della luce

    La sua risposta:

    Mandi indietro quello gas, noi poi lo prenderemo in carico e chiuderemo l’attivazione

    La risposta non mi convince ma va bene… mi informerò meglio e poi eventualmente richiamo.

    Per quanto riguarda la chiusura del contratto non trovo granché, non penso ci sia una legge che mi obblighi a essere sul posto per la chiusura, ma noto che praticamente tutti gli operatori chiedono la stessa cosa, quindi penso che sia vero, che c’è bisogno di me.

    Nel mentre mi chiama anche la proprietaria della vecchia casa la quale mi chiede l’ultima fattura per poter far fare la voltura alla nuova inquilina, quindi penso che la questione sia risolta così: anziché chiudere il contratto ci sarà qualcun altro che farà la voltura e per me la questione è risolta.

    Rimane la questione voltura della luce nella nuova abitazione. Faccio passare qualche altro giorno e verso la fine di giugno richiamo. Solita domanda:

    Ho fatto richiesta di voltura, forse mi avete fatto quella gas ma non quella luce, anche perché su Internet vedo il gas oramai attivo ma della luce non c’è traccia

    Risposta:

    Lei ha inviato i documenti che le abbiamo mandato?

    Inizio a pensare che sia la prima domanda che fanno di default e rispondo di sì, che però i documenti sono del gas e non della luce, per la quale non ho mai ricevuto nulla. Il tipo mi dice di attendere qualche altro giorno per la presa in carico della pratica e poi, se non ho ricevuto informazioni, di richiamare.

    Comunque mi tranquillizza, dicendomi che vede la documentazione che gli ho mandato e che quindi è solo una questione tecnica.

    Non sono completamente convinto, anche perché questa volta questo tipo fa confusione tra il mio vecchio contratto e il nuovo, ma mi tocca aspettare ancora. Siamo già a fine giugno, quindi a un mese da quando sono entrato in casa.

    Faccio passare ancora qualche giorno e chiamo di nuovo, siamo intorno al 10 luglio. Solita formula introduttiva, soliti dati comunicati: numero cliente, PDR, vecchio cliente, nomi, ecc. e solita spiegazione di quanto successo.

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    Il tipo parte subito dicendomi che vede la richiesta di voltura di gas e luce, finalmente mi pare di vederla in fondo al tunnel, ma mi dice che è stata fatta da una persona a me sconosciuta. Sottolineo che c’è un errore e lui mi spiega che nella mia vecchia casa è stata fatta la richiesta che è in lavorazione. Rispondo che non chiamo per quello ma per la nuova casa, che non so chi sia la persona che è entrata al posto mio nella vecchia casa e né mi interessa.

    Finalmente ci mettiamo sulla stessa lunghezza d’onda e mi dice che per il mio nuovo contratto vede la voltura gas in lavorazione e che non ha documenti per la voltura luce. Finalmente capisco che è quello che pensavo sin dall’inizio il problema. Chiedo come risolvere e mi viene detto che mi sarà inviato il nuovo contratto luce power da firmare, di avere pazienza per circa 2 settimane. Chiudo fiducioso…

    Verso il 15 di luglio è periodo di fatture, mi arriva quella del gas per la nuova casa e quella luce e gas nella vecchia casa. Mi rendo conto che sto pagando ancora per casa vecchia, fino al 30 luglio, pagamento in anticipo su consumi che potrei fare.

    Chiamo ancora e spiego la mia situazione per la vecchia casa, che c’è una voltura e che quindi la fattura non è corretta. Qui succede quello che non mi sarei mai aspettato: la signora controlla e mi dice che vede la voltura in lavorazione, che finché non viene definitivamente chiusa i consumi sono a carico mio ma che sono le 18 e lei deve correre a prendere il treno, quindi mi chiede di richiamare.

    Stupito e incredulo chiudo e richiamo immediatamente: rispiego il tutto e anche il nuovo tipo mi dice che c’è in lavorazione la pratica e che appena terminata avremmo fatto i conti totali, mi consiglia lui stesso di non pagare e attendere.

    Infatti faccio così e dopo circa 5 giorni mi arriva una nuova fattura con circa 270 euro di saldo ai quali vengono però presi i consumi di giugno e luglio, cioè quando io non abitavo più nella vecchia casa. Si tratta comunque di soli 7 euro e soprassiedo.

    Verso inizio agosto (siamo a due mesi dall’ingresso in casa), non essendomi arrivato nulla da firmare chiamo nuovamente e trovo una persona che mi sembra sveglia. Spiego il tutto e questa persona si mette a disposizione, mi dice che per la luce non vedono nulla e mi spedisce in diretta una mail con il contratto da firmare e mandare per fax. Per il vecchio contratto mi dice che c’è il saldo di 262 euro che mi devono essere rimborsati e mi chiede dove voglio ricevere l’assegno, comunico il nuovo indirizzo di casa e quindi sono fiducioso di avercela fatta.

    Vado in ferie e torno a casa verso il 20 agosto, mi aspettavo di trovare una conferma di contratto, un assegno o qualcosa nella buca delle lettere ma non trovo nulla.

    Guardo su Internet e vedo che la situazione è ancora di solo gas attivo e nessuna traccia della luce. Chiamo e spiego la situazione, mi dicono che il contratto firmato è arrivato ma non è stato preso in carico, chiedo di accelerare con questo lavoro e mi dicono che ora la pratica andrà avanti. Onestamente mi dimentico di chiedere per l’assegno, comunque per la questione luce il tipo mi dice di richiamare tra un paio di settimane.

    Ne faccio passare 3 e richiamo verso la metà di settembre. Chiedo a che punto siamo e mi viene detto che la pratica è in lavorazione, che è stata spedita al fornitore di zona e che quindi attendono anche loro risposte, di richiamare dopo una settimana.

    Lascio passare (ho anche altro da fare nella vita) e oggi ricevo una telefonata dal vecchio proprietario di casa il quale mi avvisa di:

    • aver ricevuto una fattura da Eni di piccola entità per la sola luce
    • di aver chiamato il fornitore il quale gli ha comunicato che:
      • il contratto è ancora a nome suo
      • che se vuole risolvere la questione deve disdire completamente il contratto

    Per fortuna il vecchio proprietario di casa è una persona intelligente e quindi non ha chiesto la chiusura del contratto ma mi ha chiamato per chiedere come mai. Se avesse disdetto il contratto oggi probabilmente mi sarei ritrovato senza luce e anziché la voltura sarei stato costretto a fare il subentro. Dopo aver spiegato quanto successo al vecchio prorietario, chiamo Eni questa volta decisamente incacchiato.

    Mi viene detto che il contratto risulta a mio nome dal 21 settembre, quindi le forniture da questa data mi saranno contabilizzate sul mio numero cliente.

    Alla mia domanda sul come mai su Internet ancora non vedo il contratto a nome mio il call center ha glissato e sulla risposta al vecchio proprietario mi ha detto che non è responsabile di quanto detto da una sua collega.

    Chiedo anche che fine ha fatto il mio assegno e mi viene detto che lo riceverò a fine ottobre.

    Per ora almeno il contratto nella mia vecchia casa sembra essere cessato, anche se io non ho visto ancora i soldi del saldo dato da anticipi su gas non consumato e cauzioni versate.

    Sul nuovo contratto, considerando che fino a oggi il sito di Eni è stato puntuale, sono pronto a scommettere che il 21 settembre in realtà non è successo nulla e sono straconvinto che dovrò chiamare nuovamente il numero 800.900.700, premere 5 per modifiche di contratto e 9 per parlare con un operatore che, al solito, non saprà dirmi nulla e fare altrettanto…

    Stay tuned… la storia con Eni non finisce qua e aggiornerò questo articolo con quanto continuerà a succedere.

    Update: intorno al 6 ottobre Eni ha attivato un nuovo contratto, con nuovo numero cliente.

    Update 2: il 10 ottobre mi ha chiamato un impiegato interno della società fondata da Enrico Mattei, nella quale mi si chiedeva se è tutto ok, se i problemi sono stati risolti e mi spiegava minuziosamente quanto successo dal primo all’ultimo momento.

    Semplice cura del cliente, avranno letto questo articolo oppure questo tweet:

    Non lo so e non lo saprò mai, ma la situazione è stata aggiustata.

    Mi dovrebbe arrivare l’assegno tra qualche mese e dovrò rimborsare personalmente il vecchio proprietario di casa.

    Update 3: ENI in data 22/10/2014 è stata condannata a risarcire più di 10.000 utenti proprio per i ritardi.