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  • Maria Carmela Lanzetta e Matteo Renzi

    Maria Carmela Lanzetta e Matteo Renzi

    Voglio partire così, con lo striscione che alcuni cittadini di Monasterace, piccolo centro in provincia di Reggio Calabria, hanno dedicato al loro ancora sindaco Maria Carmela Lanzetta. Lo striscione recita “Sindaco ridacci piazza e dignità”.

    Matteo Renzi non lo sa, ma una parte del suo governo nasce il 28 marzo 2012, proprio a Monasterace, e con degli spari di pistola un sindaco diventò ministro.

    Grande solidarietà per una persona che subì un’intimidazione mafiosa, e tra le altre cose gli spari sulla propria vettura furono il secondo attacco, poiché il primo fu fatto qualche mese prima quando qualcuno le bruciò la farmacia di famiglia. Azioni ovviamente da condannare e da parte mia, così come da parte del 90% dei monasteracesi c’è solidarietà per la vicenda.

    Qui, proprio su quegli spari, però, inizia una carriera politica brillante per la dottoressa e nefasta per il paese da lei guidato.

    Prima di addentrarmi ancora nel racconto voglio dire che sono di Monasterace, non sono mafioso, non ho mai avuto nulla a che fare con persone dalla dubbia morale e che sono fiero di essere monasteracese, ma oggi non festeggio per la nomina di Maria Carmela Lanzetta a ministro degli affari regionali.

    Il motivo è semplice: la Lanzetta quel posto non lo meritava, affatto, il suo unico merito è di aver pestato qualche piede a qualche mafioso (chissà se volontariamente) e poi aver subito intimidazioni. Stop. Come amministratore è stata un disastro, non è riuscita ad amministrare un paesino di 3.000 anime e proprio per questo non penso sarà in grado di guidare l’Italia.

    Conoscevo Maria Carmela Lanzetta come farmacista del paese in cui vivevo, da quel pochissimo che avevo avuto a che fare con lei pensavo fosse una brava persona (e lo penso ancora) e nel 2006, quando si candidò e vinse la prima volta le elezioni, anche con il mio voto, fui solo contento. Finalmente il paese avrebbe avuto alla guida una persona che lo amava e che ci sapeva fare, questa era la mia idea.

    Idea che cambiai pochi mesi dopo, quando nel negozio di mio padre (edicolante) ebbi uno scambio di opinioni con l’allora sindaco. La questione verteva sui rifiuti, sul fatto che alcuni incivili versavano nel fiumiciattolo del paese rifiuti ingombranti (frigoriferi, materassi, ecc) e che questo tipo di attività andava avanti da qualche tempo. La mia idea, proposta alla Lanzetta, fu quella di mettere delle telecamere sulla strada che arriva a tale fiumiciattolo (sono due strade, bastavano 2 telecamere) e poi qualcuna anche nel punto dove venivano gettati i rifiuti. Io ingenuo pensavo fosse semplice capire chi era l’incivile, così da richiamarlo e fargli pagare i danni.

    La risposta del sindaco mi lasciò basito:

    così poi sparano alla telecamera come hanno fatto a Riace

    Riace è un paesino vicino Monasterace, famoso per i bronzi, e in tal paese è successo che alcuni vandali hanno sparato a un autovelox per evitare che continuasse a stampare multe. Il sindaco di tale paese, per nulla intimorito, rimise l’autovelox e una telecamera ad accompagnarlo. Nessuno sparò più a tale dispositivo ma fu poi spento da una sentenza che diceva fosse irregolare.

    Torniamo però al sindaco Lanzetta, al quale rincalzai:

    beh, se ne piazziamo più di una dovranno sparare a tutte le telecamere contemporaneamente

    e la sua controrisposta mi lasciò ancora più basito:

    e cosa risolviamo? Vediamo Tizio che getta la propria spazzatura là vicino

    Tizio, a cui si riferiva il sindaco era un povero disgraziato che aveva raccolto qualche voto per il sindaco stesso e che ingenuamente gettava là, vivendo nelle vicinanze, qualche rifiuto proveniente dal proprio orto, quindi nel 90% dei casi robaccia organica, quindi non nociva.

    Insomma, il sindaco, dopo aver visto il dito, si fermò a questo per non vedere la luna. Tra le altre cose dimostrando di essere avvezza, suo malgrado, al comportamento mafioso in considerazione del fatto che questo si basa sulla tutela di pochi elementi ai danni del collettivo. Attenzione, non sto dicendo che la dottoressa fosse mafiosa, anzi, sto dicendo però che in quell’occasione il suo modo di agire e di rispondere somigliava tanto a quanto potesse fare qualcuno con interessi personali.

    Ecco, in quel momento io pensai che il mio voto era stato buttato, proprio in quel torrente.

    Durante il suo mandato io spostai la residenza quindi nel 2011, quando si rivotò per il sindaco, io non avevo più diritto. Ma come me tanti monasteracesi avevano capito che il voto era stato gettato nel torrente, infatti nel 2006 la Lanzetta fu eletta con il 62% dei voti, nel 2011 con il 35% e con solo 51 voti di scarto.

    Seconda elezione il 15 maggio 2011 e fino a quel momento, eccetto il fatto che tanti cittadini avevano cambiato idea, nulla di strano.

    Come già detto il 28 marzo 2012 l’attentato sulla vettura del sindaco Lanzetta che apre le porte al ministero. La solidarietà arriva da tutti, indistintamente, ma è il PD a fare di più. Vengono a Monasterace (li elenco in ordine sparso) Pierluigi Bersani

    Bersani e Lanzetta
    Pierluigi Bersani e Maria Carmela Lanzetta

    Rosy Bindi

    Maria Carmela Lanzetta con Rosy Bindi
    Maria Carmela Lanzetta con Rosy Bindi

    Elsa Fornero (notare la somiglianza tra le due – nota di colore)

    Maria Lanzetta con Elsa Fornero
    Maria Carmerla Lanzetta a tavolo con Elsa Fornero

    La Camusso

    Camusso e Lanzetta
    La Lanzetta con la Camusso

    Insomma, il sindaco Lanzetta rientra nell’elite che conta del Partito Democratico e proprio in questi incontri allaccia rapporti. Tutti i politici del PD vanno a Monasterace per farsi pubblicità e portare la propria solidarietà.

    E la Lanzetta per fortemente tenere su di sé l’appellativo di “Sindaco che combatte la Mafia“, oppure “Miss anti-mafia“, ecc, inizia a far credere al mondo intero che Monasterace sia il bronx d’Italia, la feccia, il posto di non ritorno.

    I media, soprattutto quelli di sinistra (come Il Fatto quotidiano che fa una vera e propria campagna politica), si buttano a capofitto sulla vicenda, difendendo il sindaco buono dalla popolazione cattiva, dalla mafia, da quel paese che agli occhi di tutti è diventato il vivaio di ndranghetisti, mafiosi, camorristi e chi più ne ha più ne metta.

    Anche il Giornale, quotidiano per cui lavoro, decide di fare un piccolo pezzo sulla questione. Intervengono anche le Iene che fanno un servizio.

    Da tutta Italia piove fango che seppellisce il paese e fa emergere l’eroe e ovviamente il PD non può che essere contento di tutto ciò.

    Il paese, guidato da Maria Carmela Lanzetta, è distrutto in quanto a fama, eppure lei sorride, poiché grazie a ciò è riuscita a mettere naso a Palazzo. Per un lungo periodo, cercando Monasterace su Google, gli unici risultati erano le dichiarazioni del sindaco in cui si accusavano i cittadini di complicità con la mafia.

    Naturalmente, come ogni posto del mondo, Monasterace ha le proprie mele marce ma il 99% della popolazione paga regolarmente le tasse, fa il proprio lavoro di bravo cittadino e nulla ha a che fare con la Ndrangheta e con le ndrine (le famiglie mafiose). Ma questo al sindaco non interessa, questa è una verità da nascondere.

    Ecco perché un gruppo di cittadini decide di issare questo striscione su una casa abbandonata nel paese.

    Striscione contro Maria Carmela Lanzetta
    Lo striscione issato da alcuni cittadini di Monasterace contro Maria Carmela Lanzetta

    Ecco perché la popolazione chiede nuovamente dignità.

    Ma lo striscione chiede anche la piazza, e quella scritta ha un duplice significato poiché da una parte significa

    fatti da parte, ridacci la piazza, ridai la possibilità di scegliere di nuovo

    da un altro punto di vista però significa veramente ridacci la piazza.

    Sì, perché il bravo amministratore Lanzetta, che ricordiamo da domani sarà ministro degli Affari regionali, è da sempre stato impegnato nell’ambito culturale (ha trascorsi nella Proloco del Paese e si è sempre impegnata per portare la cultura a questi animali dei Monasteracesi, ha speso fior fiori di quattrini pubblici per organizzare convention e tavole rotonde per la Magna Grecia, insomma, è sempre stata attiva per fare cultura e discutere di cultura) e proprio per questa attività, per avere una posto in grado di ospitare eventi culturalmente interessanti, ha deciso che la piazzetta del paese, fatta su due livelli, non andava bene e che doveva essere ridisegnata.

    Senza avere soldi in cassa, con i lavori bloccati dal demanio pubblico (perché la piazzetta fu fatta negli anni ’70 senza badare tanto all’attenzione del mare, praticamente direttamente sulla spiaggia), decise di buttare giù la vecchia piazza per crearne una nuova. Dopo aver buttato giù tutto ovviamente i lavori si son fermati e oggi la piazza del paese, in pieno centro, è un “lavori in corso” con l’erbaccia che la sta coprendo e non se ne vede una via d’uscita.

    Questi i lavori previsti per la piazza:

    piazza monasterace
    La piazza di Monasterace come doveva essere

    Ed ecco come si presenta oggi:

    La piazza di Monasterace con i lavori in corso
    La piazza di Monasterace dopo la distruzione dell’amministrazione Lanzetta

    Ma il lavoro di un amministrazione non si vede certo da una piazza. Si vede da come amministra i beni del paese, da come dà i servizi principali.

    Ecco, appunto, i servizi principali: a Monasterace non era mai successo che i cassonetti della spazzatura fossero colmi, che i sacchetti giacessero per terra. Nell’amministrazione Lanzetta è successo anche questo.

    La spazzatura di Monasterace
    La spazzatura di Monasterace va a fuoco dopo che per settimane non è stata raccolta

    Anche la seguente è vera ma purtroppo è stato fatto un fotomontaggio sopra. Comunque si tratta di una foto vera alla base, con i pompieri che spengono un cumulo di rifiuti.

    La spazzatura di Monasterace
    La spazzatura a Monasterace, purtroppo è stato fatto un fotomontaggio ma alla base la spazzatura e i pompieri son veri

    Va bene, si vede dallo spreco di risorse… ecco, il sindaco di Monasterace, dopo l’attentato, e dopo le dichiarazioni date agli amici del PD, ha reso il paese militarizzato. Ogni notte in giro per Monasterace, per parecchi mesi, giravano 3 voltanti delle forze dell’ordine (Polizia e Carabinieri), più due volanti erano fisse davanti casa sua, a fare la guardia.

    Per carità, era un organo dello Stato che era stato attaccato, era giustissimo darle sicurezza, e penso che era corretto dare un segno, ma forse 5 vetture fisse erano un po’ tantine… direi che era un bello spreco.

    Un sindaco si fa valere quando riesce a lottare per il proprio paese e far arrivare soldi così da fare strutture e opere che possano attrarre nuovi soldi. Ecco, Monasterace ha il più grande mosaico della magna grecia, è stato ritrovato poco tempo fa e i soldi non sono arrivati dai beni culturali ma dai bambini di alcune scuole nel vibonese che hanno deciso di pagare gli scavi. Eppure i soldi ci sono stati, una pioggia di soldi:

    soldi in calabria
    Articolo di giornale dove si mette in evidenza come arriveranno soldi in 58 comuni della Calabria

    Ma l’amministrazione comunale a Monasterace non è riuscita a fare dei progetti seri (come affermato da Mario Caligiuri, assessore alla Cultura in Calabria), nonostante l’enorme ricchezza posseduta, per mantenere in vita la storia e i ritrovamenti.

    Proprio per i soldi non arrivati, che servivano per proteggere ciò che era stato trovato, una mareggiata ha ricoperto il lavoro fatto dagli archeologi pagati dai bambini, oltre a fare ciò al tempio…

    Tempio di Monasterace
    Il tempio (o l’ormai ex) di Monasterace

    Inoltre, sempre sui soldi amministrati, il paese sotto la guida della Lanzetta è finita al dissesto finanziario, costringendo i cittadini a pagare il massimo delle tasse.

    Dissesto finanziario Monasterace
    Un articolo contro la Lanzetta sul dissesto di Monasterace

    Eppure, come si legge anche nell’articolo, un mandato intero più tre anni del secondo, 7 anni in totale dovrebbe essere sufficienti per mettere in sicurezza le finanze di un paesino di 3.000 abitanti. No, non è così, e la colpa, nemmeno a dirlo, è della mafia.

    E sul fatto che chi l’ha votata come sindaco poi non la voleva più come guida, ci sono anche le elezioni primarie del PD 2012, dove il sindaco appoggia Bersani e quest’ultimo che nel resto d’Italia prende il 68% dei voti, a Monasterace prende meno del 20, il resto va a Renzi.

    Nelle primarie del 2013 invece Maria Carmela Lanzetta sostiene Pippo Civati, e questo non supera il 10%, mentre Renzi fa il pieno (questa volta in linea con i risultati italiani).

    Infatti la nomina di ieri non viene presa bene da Civati, che non le manda a dire.

    Civati e la lanzetta
    Civati sulla Lanzetta nel governo Renzi

    Dimostrando come Maria Carmela Lanzetta, per fame di potere, non ci pensa due volte a cambiare bandiera.

    Ovviamente a Monasterace non tutti sono stati a guardare, ci sono stati anche pareri contrari.

    Degrado Lanzetta
    Un articolo contro la Lanzetta e il degrado generato

    Ma purtroppo chi scriveva contro non aveva la cassa di risonanza su cui poteva puntare il sindaco.

    Ci prova anche la minoranza nel paese, ma con scarsissimi risultati.

    Cesare de Leo e Maria Carmela Lanzetta
    Cesare de Leo, capo minoranza a Monasterace, su Maria Carmela Lanzetta

    Alla fine il sindaco si dimette per contrasti con la propria giunta e in particolare per il fatto che un suo collaboratore, uno dei più stretti, vota per mettersi come parte civile in un processo contro le cosche.

    Maria Carmela Lanzetta ha continuato a partecipare a tavole rotonde e a portare in giro la propria esperienza fino a ieri, quando il nuovo premier l’ha nominata ministro nel primo governo Renzi.

    E pensare, Matteo caro, che per il ministero della Giustizia si era vociferato di Nicola Gratteri, uno che nella locride la Ndrangheta la combatte sul serio… quella sarebbe stata una giusta scelta. Lui, Gratteri, che saprebbe benissimo cosa serve per combattere la Ndrangheta e le mafie, non Lanzetta, non lei che sa solo parlare delle mafie. Chissà che magari un domani non esca la notizia che Renzi lo chiamò e lui, sapendo ci fosse la Lanzetta, ha gentilmente rifiutato.

    In definitiva, penso che sia una brava persona, sono solidale con lei per ciò che le è successo e condanno le intimidazioni che ha ricevuto. Allo stesso tempo però so bene che come amministratore non vale un soldo bucato e che come ministro non avrà le carte in regola per dare il proprio contributo.

    Visto che non ha saputo gestire un paesino di 3.000 abitanti, che fino a oggi è la sua unica esperienza politica, mi chiedo come possa fare a gestire una nazione e allo stesso tempo Matteo Renzi, per me, ha fatto una scelta sbagliatissima, che dopo l’Italicum su cui ho già parlato, mi fa pensare che il nuovo premier non sia così sveglio come vuol far credere.

    Comunque, vedremo cosa succederà…

    (per le foto ringrazio Occupy Monasterace su Facebook, non so chi sia ma mi è stato utilissimo)

  • Italicum di Matteo Renzi

    Italicum di Matteo Renzi

    Matteo Renzi sicuramente ha fatto un grande lavoro: è riuscito a dare uno straccio di legge elettorale a questo paese, dopo 8 anni di tentativi (il porcellum di Calderoli risale a dicembre 2005).

    Si tratta di un gesto da lodare, se non fosse che questo sistema risponde all’incostituzionalità della vecchia legge, modificando i punti critici, ma all’atto pratico è un altro attentato alla democrazia.

    Andiamo con ordine e vediamo cosa dice la nuova proposta Italicum che, ricordiamo, è stata proposta da Renzi dopo un consulto con Silvio Berlusconi.

    Doppio turno

    Se nessun partito o lista raggiunge il 35% dei voti allora andrà in scena un doppio turno con ballottaggio tra i due partiti o liste che hanno ricevuto più voti, da svolgere 2 settimane dopo il primo voto.

    I partiti o le liste che non hanno raggiunto i ballottaggi legittimamente non possono unirsi a uno dei protagonisti del voto, quindi le coalizioni, tra i due voti, rimangono le medesime.

    Premio di maggioranza

    Proprio sul premio di maggioranza era caduto il Porcellum poiché questo veniva assegnato arbitrariamente al vincitore, senza che quest’ultimo avesse realmente il diritto a questo premio.

    Il sindaco di Firenze ha rimodellato tale punto per riuscire comunque a dare governabilità allo schieramento vincente, però senza “infastidire” i magistrati.

    Il premio di maggioranza del 18% verrebbe assegnato alla lista che nel primo turno ha superato il 35% o, in alternativa, alla vincente del ballottaggio.

    Liste dei candidati e collegi plurinominali

    Anche con la proposta del duo Renzi/Berlusconi, così come con il Porcellum di Calderoli (su regia sempre di Berlusconi), le liste dei nomi sono bloccate quindi l’elettore non sceglierà il nome del candidato ma dovrà sbarrare semplicemente il simbolo del partito che avrà deciso di votare.

    Ogni seggio plurinominale avrà, per ogni partito, un minimo di 3 e un massimo di 6 nomi assegnati. Inoltre il candidato concorrerà solo in un seggio e non potrà essere presente altrove.

    Il 50% dei candidati dovranno essere donne e il restante 50% uomini.

    Sbarramento

    12% per le coalizioni, le quali in determinati territori dovranno seguire delle regole per le minoranze linguistiche e/o per altre condizioni.

    8% per i partiti che correranno da soli.

    Seggi

    Il partito o la coalizione che vincerà al primo turno, quindi superando il 35%, avrà al massimo 340 seggi. I restanti 277 verranno spartiti tra i partiti di minoranza.

    In caso di ballottaggio, il partito o la lista che risulterà vincente avrà diritto a 327 seggi. I restanti 290 verranno spartiti tra la minoranza.

    Senato

    Con la riforma e il superamento del bicameralismo perfetto il Senato passerà da organo elettivo a Camera delle autonomie, con l’eliminazione dell’elezione diretta.

    Però, in considerazione del fatto che eliminare il Senato così come è oggi non sarà una cosa semplice, nella legge elettorale è stata inserita una clausula che permette a Palazzo Madama di avere lo stesso sistema di voto della Camera dei Deputati.

    Comunque, anche qualora dovessero arrivare a essere votati, i Senatori dovrebbero diventare Camera delle autonomie subito dopo e quindi i parlamentari diminuire da 945 a 630.

    Considerazioni

    Ed eccoci alle considerazioni su questa proposta di legge elettorale. Andiamo con ordine con i punti così come elencati e valutiamoli uno ad uno.

    Per il doppio turno e il ballottaggio non si può dire che “finalmente”, così chi avesse votato per un partito che non ha superato lo sbarramento non si sentirà “non rappresentato” ma avrà il diritto di scegliere il partito o la lista che a quel punto, molto probabilmente, considererà la “meno peggio”.

    Io stesso alle ultime elezioni ho votato per un partito che, pur avendo, secondo me, delle belle idee, purtroppo non ha superato lo sbarramento e quindi io oggi mi sento non rappresentato da questo governo e da questo parlamento.

    Non siamo pochi in queste condizioni poiché le liste e i partiti che non sono arrivati alla Camera dei deputati hanno raccolto il 7,22% dei voti e al Senato il 9,25%. Significa che su 50.449.979 di persone aventi diritto al voto alla Camera, ben 3.642.000 non sono rappresentati e al Senato, dove a causa dello sbarramento più alto la situazione è più tragica, su 42.270.824 ben 3.910.000 non sono rappresentati. Insomma, è una democrazia quantomeno parziale, magari queste (quasi) 4 milioni di persone, con il doppio turno, avrebbero avuto la possibilità di esprimere comunque una scelta nel ballottaggio.

    In definitiva, su doppio turno e ballottaggio, per come la vedo io, 1-0 per il duo Berlusconi/Renzi.

    Passiamo quindi al premio di maggioranza: è corretto e sacrosanto dare la possibilità a chi vince le elezioni di poter governare senza intoppi, quindi fare in modo che, in caso di scarto minimo, quindi con la possibilità che un governo si presenti senza numeri, un premio di maggioranza permetta la stabilità dello stesso.

    Il punto è che il premio di maggioranza del 18% è un po’ tanto. In pratica al vincitore è come se venissero sommati anche i seggi e i voti del secondo classificato. E poi, come abbiamo visto, alla Camera dei deputati, il 7,22% dei votanti si è ritrovato senza una rappresentanza. Vero, ci sono anche gli astenuti e i non votanti, ma il 18% dei seggi è un pochino troppo secondo chi scrive.

    Quindi sul punto premio di maggioranza, benché l’iniziativa sia lodevole e grazie al ballottaggio questo premio diventa regolare, comunque ritengo che questo non possa essere un punto assegnato al duo BR (Berlusconi/Renzi), quindi siamo su un parziale di 2-1 contro i detrattori.

    Passiamo alle liste dei candidati e ai collegi plurinominali. Su questo punto tanto è stata criticata la Legge Calderoli così come la legge mattarellum, gli italiani vogliono tornare a esprimere il loro voto e la loro preferenza su un nome.

    Votare solo un simbolo e poi decidere a tavolino quali sono i deputati non è democrazia. Facciamo un esempio concreto per essere chiari: il 21,5% degli italiani all’ultima elezione hanno votato il PdL e addirittura il 30% per la coalizione con Berlusconi presidente. Di queste quasi 10 milioni di persone, quante hanno votato PdL per avere Berlusconi leader di governo? Quante hanno considerato tutto ciò che era intorno a Berlusconi? Oggi, se io avessi votato Berlusconi, sarei molto incazzato poiché avrei dato un voto a un partito che a distanza di un anno (nemmeno compiuto) non esiste più. Il mio eventuale voto al PdL avrebbe permesso di far entrare nel parlamento gli attuali Nuovo CentroDestra, che io non ho minimamente votato, i quali da costola del PdL hanno fatto sì che il mio voto che valeva per 97 seggi oggi vale per 67, in pratica un terzo in meno. Il mio voto, anziché prendere la strada di un partito unito che avrebbe dovuto fare i miei interessi, sarebbe andato a un partito a me sconosciuto, NCD (appunto) e il restante sarebbe andato a Forza Italia, che non è il partito da me votato.

    Più o meno sarebbe stato lo stesso discorso votando qualsiasi altro partito perché in Italia vogliamo due soli grandi partiti, almeno alle elezioni, e poi durante i 5 anni successivi questi si disintegrano fino a formarne 200… e anche in questo caso succederà, come sta già succedendo, e il bello è che nessuno ha votato quelle persone che si staccano e creano nuovi poli politici, nessuno li ha direttamente o indirettamente voluti, se non gli amici politici che speravano di avere dei compagni fedeli.

    Insomma, questa è democrazia? Dare un voto per avere un leader e avere proprio lui in mente per poi ritrovarsi con il PD vincente ma anziché spedire Bersani al governo, per il quale si è votato a sinistra, ritrovarsi Letta, con un programma totalmente suo e governato da Renzi; chi ha votato Berlusconi si è ritrovato con Alfano vice premier e chi ha votato per Grillo si è ritrovato con Vito Crimi (a proposito, che fine ha fatto?). Insomma, il quasi 90% del popolo ha votato per gente che nemmeno conosceva.

    Non è democrazia e ciò rimarrà intatto con la nuova legge elettorale. Non ci piace, un punto ai detrattori e siamo sul 2 a 2.

    Siamo quindi a quello che io reputo il punto più deludente e cioè lo sbarramento. Se hai letto attentamente l’articolo sin qui ti sarai reso conto che ho votato per un partito che non l’ha superato e per l’amore verso la stabilità politica me ne sono fatto anche una ragione, è impossibile avere 100 partitini piccoli in parlamento, significa non approvare nulla e giocare a fare le alleanze. Giusto avere pochi partiti forti, magari anche con varie correnti dentro (purché queste correnti siano decise dal popolo attraverso il voto dei propri candidati).

    Ecco, allora lo sbarramento della vecchia legge elettorale al 4% per i partiti e al 10% per le coalizioni mi sembrava già esagerato poiché il 4% sugli aventi diritto al voto significa non considerare un partito che potenzialmente raccoglierebbe 2 milioni di voti e addirittura con una coalizione significherebbe, nella peggiore delle ipotesi, non considerare 5 milioni di italiani votanti. Quindi già mi sembrava una bella porcata, e il duo Berlusconi/Renzi cosa fa? Alza i limiti per lo sbarramento.

    In pratica se il Partito dell’Italia libera (nome a caso) alle prossime elezioni prendesse il 7,5% dei voti, quindi, con affluenza al 100%, ben 3.750.000 persone sarebbero non rappresentate in un colpo solo. In pratica potrebbero non bastare 4 milioni di voti per avere un seggio in parlamento? Ma stiamo scherzando?

    Questa è evidentemente una mossa, nemmeno celata, per proteggere i 2/3 partiti più grossi facendo fuori in un colpo solo tutti gli altri. Alle ultime votazioni sarebbero entrati in parlamento solo PD, Forza Italia e Movimento5Stelle. Tutti gli altri in pratica sarebbero fuori. E no, questa non è decisamente democrazia.

    3 a 2 per i detrattori (e questo potrebbe anche essere un punto doppio, ma sono generoso e ne assegno solo uno).

    Sulla spartizione dei seggi onestamente non mi sento di dire nulla poiché è una naturale conseguenza dei punti precedenti e quindi mi pare superfluo commentare, criticare e dare punteggi.

    Rimaniamo 3 a 2 per i detrattori.

    Infine il Senato: le prime notizie trapelate davano per certa l’eliminazione completa del Senato, quindi in un colpo solo aver fatto fuori 315 poltrone e aver ridotto i politici da oltre 900 a circa 600 era una notiziona. Sicuramente un gran bel gol per la coppia BR…

    ecco, peccato che poi è stato precisato che sì, il Senato sarebbe scomparso, ma al suo posto sarebbe arrivata la Camera delle autonomie. Ecco quindi che ciò che non era riuscito agli antichi imperatori, schiavi e succubi del Senato Romano, è riuscito a Renzi, venuto da Firenze a colloquiare con Berlusconi per il bene del Paese…

    dicevamo la Camera delle autonomie che altro non è che il Senato, con le stesse poltrone, ma senza elezione diretta, quindi sono loro a decidere chi sederà su queste poltrone e (teoricamente) senza indennità alcuna. In un Paese funzionante questo sarebbe stato comunque un bicchiere mezzo pieno, in Italia andrà a finire che non troveremo nemmeno il bicchiere.

    Considerando che già nella proposta di legge è stata inserita una scappatoia per salvare il Senato così come è oggi, significa che questa legge sarà presentata in parlamento e l’attuazione si deciderà nel momento in cui sarà un po’ più chiara la dinamica. Se realmente non ci sarà indennità e le poltrone non saranno decise secondo le idee della casta, allora non viene difficile pensare che il Senato non scomparirà grazie alla scappatoia creata ad arte.

    Se invece il tipo di indennità si troverà, oppure tale Camera delle autonomie sarà il posto dove tutti i pensionati della politica, con una pensione d’oro e con la possibilità di dire la loro, andranno a svernare, magari pure con indennità e poltroncine fisse a vita, allora un accordo si troverà e buona pace per il Senato.

    Io non so voi, ma a me questa non pare, ancora una volta, democrazia. E concludiamo con un roboante 4 a 2 per i detrattori della proposta.

    Attenzione, visto che ti sei impegnato e sei arrivato fino in fondo, e considerando che Matteo Renzi da questa analisi ne esce con le ossa rotte, ci tengo a farti sapere che penso realmente che il sindaco di Firenze sia una persona valida, l’unico che potrebbe realmente cambiare la politica italiana e che ha le carte per farlo.

    Onestamente penso ancora di votarlo qualora si presentasse alle prossime elezioni.

    Però, c’è un però, con questa legge elettorale, fatta in accoppiata con Berlusconi, si è giocato un credito importante e da oggi in poi, partendo dall’approvazione di questa porcheria proposta, non potrà più sbagliare o il mio voto se lo dimentica.

    Insomma, non sono partito prevenuto contro Renzi, anzi… ma questa proposta di legge non è difendibile da nessuno.