Categoria: Economia e Finanza

  • TFR in busta paga

    TFR in busta paga

    Si fa un gran parlare in questi giorni del Trattamento di fine rapporto in busta paga, ciò poiché, nelle intenzioni del governo Renzi, il lavoratore dovrebbe essere libero di decidere se avere subito o a fine rapporto i suoi soldi.

    I siti di economia, e anche i mass media, si scannano nel tentativo di capire quanti saranno realmente i lavoratori che approfitteranno di questa possibilità e nel tentativo di misurare l’efficacia di questa manovra per le casse dello Stato.

    In questo articolo invece voglio mettermi dalla parte del lavoratore e cercare di far capire a ognuno quanto aumenterà lo stipendio con il TFR in busta paga.

    Prima di iniziare va detto che il TFR corrisponde al totale delle mensilità nette del lavoratore diviso per 13,5. Quindi, un lavoratore che guadagna 1.300 euro ha ogni anno un accantonamento di 1.155 poiché il calcolo è (1.300*12)/13.5.

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    Ogni anno il pregresso prende un valore dato dall’inflazione annua calcolata dall’ISTAT, oltre a una percentuale fissa di 1,5%. Le somme negli anni vanno a comporre il TFR finale che il lavoratore potrà riscuotere nel momento delle dimissioni dall’azienda.

    Questa somma subisce una tassazione differenziata poiché, essendo maturata in più anni è riscattata tutta insieme, con la tassazione ordinaria si andrebbe a pagare tasse per gli scaglioni IRPEF più alti, quindi per evitare ciò si fa riferimento a una tassazione differenziata.

    Con i cambiamenti che il governo vorrebbe attuare, invece, quei 1.155 euro andrebbero a sommarsi allo stipendio e spalmato sulle varie mensilità.

    Ciò significa che tale “tesoretto” non avrebbe più il vantaggio di costituire capitale e quindi non maturerebbe gli interessi dati dall’inflazione, oltre a essere tassato con la tassazione normale, quindi in base agli scaglioni IRPEF.

    Non è detto che ciò sia necessariamente uno svantaggio, ma nella maggior parte dei casi ci si perde qualcosa. Proprio su ciò fa leva Renzi: con la tassazione classica, anziché quella differenziata, lo Stato avrebbe un indubbio guadagno, inoltre tutto calcolato nei prossimi anni e non a fine lavoro, quindi anticipando le entrate per il fisco.

    Comunque, avevamo detto che questo articolo è rivolto a coloro i quali sono interessati a capire quanto sarebbe l’aumento in busta paga ed ecco il calcolatore:

    CALCOLA AUMENTO CON TFR IN BUSTA PAGA.

    Facendo un calcolo veloce, per un lavoratore con RAL di circa 31.000 € e busta paga netta attuale di circa 1.600 euro l’aumento sarebbe di circa 100€.

    Con RAL totale annuo di 27.500 e stipendio intorno a 1.500 euro l’aumento sarebbe invece di circa 80 euro.

    Per il calcolo bisogna armarsi (o essere a conoscenza) della busta paga per avere un’idea del lordo mensile (RAL / numeri mensilità), il numero di mensilità (tredicesima, quattordicesima?) e il valore del singolo buono pasto in caso in cui li percepiste.

    Per fare un confronto con quanto ci si perde/guadagna, rispetto all’attuale condizione, abbiamo previsto un inizio lavoro da oggi è fine lavoro da scegliere. Naturalmente si tratta di una pura ipotesi di termine lavoro.

    CALCOLA STIPENDIO CON TFR IN BUSTA PAGA.

  • Finanziamenti pubblici ai giornali

    Finanziamenti pubblici ai giornali

    L’editoria è in crisi, oramai perenne, e giusto due giorni fa l’Unità ha deciso di sospendere le pubblicazioni. Il quotidiano fondato da Antonio Gramsci, dopo 90 anni (compiuti il 12 febbraio di quest’anno) ha chiuso battenti.

    Finalmente…

    Lo so, non bisogna mai esultare per un’azienda che chiude, per un fallimento. Però per l’Unità, al di là di qualsiasi appartenenza politica, la questione è differente. Si tratta di un quotidiano che sopravvive da circa 20 anni con i soldi pubblici, La Repubblica prima (dal 1976) e il Fatto quotidiano poi (dal 2009), hanno completamente asciugato la base dei lettori del giornale.

    Oramai i lettori de l’Unità si contavano sul palmo delle mani e mantenere un carrozzone del genere, con i soldi pubblici, è fortemente anti-economico.

    Questo annuncio, questa notizia, mi permette di agganciarmi a un articolo che da tempo ho in mente e cioè fare un po’ di chiarezza sui contributi pubblici all’editoria.

    Di tanto in tanto, infatti, leggo annunci anti casta, anti quotidiani, annunci che vogliono tagliare completamente i soldi pubblici dati ai giornali.

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    Di mio sono abbastanza d’accordo: se un’azienda riesce a mantenersi con le proprie gambe bene, altrimenti è giusto che chiuda, senza finanziamenti pubblici.

    In questa ottica la chiusura dell’Unità permetterà di risparmiare (secondo il resoconto 2012) circa 3.600.000 euro. Tre milioni e mezzo.

    Ecco, dopo la prima cifra faccio subito una riflessione: quanti sono i dipendenti de l’Unità? Non credo superino il centinaio, quindi 3 milioni e mezzo diviso 100 fa 35.000 euro. Ammesso che siano in 100 i dipendenti, pagare uno stipendio del genere a ognuno già permette di risparmiare 100.000 euro allo stato. Se i dipendenti, come credo, sono di meno abbiamo un risparmio maggiore.

    Qualcuno starà pensando ai grandi editori come a dei ladri, che rubano i soldi dello Stato. In realtà non è così poiché i grandi editori, quelli che vendono realmente copie dei giornali, non hanno finanziamenti dallo Stato per il semplice motivo che l’hanno rifiutato.

    Questa la lista pubblicata dal governo. Si riferisce al 2012, ultimo anno in cui è uscito tale report.

    GiornaleFinanziamento
    AVVENIRE AVVENIRE NUOVA ED.LE ITALIANA SPA€ 4.355.324,42
    ITALIA OGGI ITALIA OGGI ED. ERINNE SRL€ 3.904.773,62
    UNITA’ (L’) NUOVA INIZIATIVA EDITORIALE S.p.A.€ 3.615.894,65
    MANIFESTO QUOTIDIANO COMUNISTA (IL) MANIFESTO (IL) COOP. ED.CE A RL€ 2.712.406,23
    CRONACA QUI.IT EDITORIALE ARGO SPA€ 2.361.897,73
    CONQUISTE DEL LAVORO CONQUISTE DEL LAVORO SRL€ 2.284.955,46
    PADANIA (LA) EDITORIALE NORD SCARL€ 2.001.468,43
    DISCUSSIONE (LA) EDITRICE EUROPA OGGI S.R.L.€ 1.820.194,92
    CITTADINO (IL) LAUDENSE ED.LE SRL€ 1.740.389,90
    AMERICA OGGI OGGI GRUPPO ED.LE 2-ter€ 1.636.651,80
    CORRIERE COOP. ED.LE GIORNALI ASSOCIATI – COOP. SPA€ 1.595.991,24
    FOGLIO (IL) FOGLIO QUOTIDIANO (IL) SCARL€ 1.523.106,65
    CORRIERE MERCANTILE (IL)GIORNALISTI E POLIGRAFICI COOP. A R.L.€ 1.434.850,04
    VOCE DI ROMAGNA (LA) VOCE EDITRICE S.R.L. (LA)€ 1.299.274,99
    PROVINCIA QUOTIDIANO EFFE COOP. EDITORIALE SPA€ 1.290.248,53
    CRONACHE DI LIBRA EDITRICE SOC. COOP.€ 1.209.940,40
    PRIMORSKI DNEVNIK PR.A.E. PROMOZIONE ATTIVITA ED.LE SRL€ 1.194.750,63
    EUROPA DLM EUROPA ED. S.R.L.€ 1.183.113,76
    SCUOLA SNALS EDITORIALE BM ITALIANA SRL€ 1.164.126,30
    DOLOMITEN ATHESIADRUCK SRL€ 1.163.922,91
    GIORNALE DELL’UMBRIA GRUPPO EDITORIALE UMBRIA 1819 S.R.L.€ 1.056.702,45
    PRIMORSKI DNEVNIK PR.A.E. PROMOZIONE ATTIVITA ED.LE SRL€ 1.032.913,79
    SECOLO D’ITALIA SECOLO D’ITALIA SRL€ 992.804,04
    OPINIONE DELLE LIBERTA’ (L’) AMICI DE L’OPINIONE SCARL€ 952.580,10
    CITTADINO OGGI (IL) CORRIERE NAZIONALEGRAFIC EDITRICE COOP.SOC.PER AZIONI DI GIORNALISTI€ 907.158,06
    QUOTIDIANO DI SICILIA EDISERVICE S.R.L.€ 899.878,13
    SANNIO QUOTIDIANO (IL)PAGINE SANNITE SOC. COOP. A.R.L.€ 842.637,16
    VOCE DI MANTOVA (LA) VIDIEMME SOC.COOP€ 790.148,83
    CORRIERE DI COMO EDITORIALE S.R.L.€ 766.139,99
    VOCE NUOVA (LA) COOPRESS COOPERATIVA GIORNALISTICA€ 668.823,17
    VOCE DEL POPOLO (LA) EDIT FIUME 2-ter€ 668.054,27
    DENARO (IL)EDIZIONI DEL MEDITERRANEO SOC.COOP GIORNALISTICA A.R.L.0€ 659.481,87
    DIE NEUE SUDTIROLER TAGESZEITUNGDIE NEUE SUDTIROLER TAGESZEITUNG S.R.L.€ 642.845,83
    ORE 12 CENTRO STAMPA REGIONALE SCARL 04934130586 2 € 327.496,83OTTOPAGINE L’APPRODO S.R.L.€ 637.462,80
    METROPOLIS STAMPA DEMOCRATICA 95 SCGRL€ 614.268,81
    DOMANI DELLO SPORT (IL) T&P EDITORI SRL€ 573.545,11
    ROMANISTA (IL) I ROMANISTI SOC. COOP. IN GESTIONE COMMISSARIALE€ 453.380,96
    GENTE D’ITALIA PORPS INTERNATIONAL INC 2-ter€ 432.594,51
    CRONACHE DI LIBERAL EDIZIONI DE L’INDIPENDENTE S.R.L.€ 409.452,41
    ITALIA SERA GIORNALISTI & POLIGRAFICI ASSOCIATI SOC. COOP.€ 408.943,44
    LEFT – AVVENIMENTI ALTRITALIA SOC. COOP. A R.L.€ 363.495,00
    LUNA NUOVA LUNA NUOVA ED.CE SOC.COOP.SPA€ 363.495,00
    NOTIZIA (LA) – IL GIORNALE NUOVA STAMPA COOP.€ 359.283,11
    PROVINCIA (LA) EDITORIALE LA PROVINCIA soc. coop.€ 355.458,90
    VOCE (LA) IMPEGNO SOCIALE SOC.COOP.€ 351.280,34
    SABATO SERA CORSO BACCHILEGA COOP.DI GIORNALISTI€ 349.255,88
    TEMPI TEMPI SOC.COOP.€ 341.139,48
    RASSEGNA SINDACALE EDIT.COOP.SOC.COOP. DI GIORNALISTI€ 333.965,18
    SPRINT E SPORT LETTERA 22 Soc.Coop. a r.l.€ 332.312,65
    A.R.E.A AREA Agenzia Coop. A R.L.€ 327.273,70
    SALVAGENTE (IL) EDITORIALE IL SALVAGENTE SOC.COOP€ 292.267,72
    BUONASERA DOSSIER SOC.COOP.GIORNALISTICA A R.L.€ 278.415,65
    NUOVO CORRIERE (IL) 2000 EDITORIALE S.R.L.€ 274.105,89
    MOTOCROSS EDITRICE DIAMANTE SOC.COOP.GIORN.€ 272.775,66
    NUOVA GAZZETTA DI CASERTAEDIZIONI GIORNALI QUOTIDIANI SOC.COOP.€ 269.457,71
    NUOVA ECOLOGIA (LA) EDITORIALE LA NUOVA ECOLOGIA SOC.COOP.€ 240.590,66
    NOVI MATAJUR NOVI MATAJUR ZADRUGA SOC. COOP.€ 225.315,42
    CORRIERE EDIZIONI PROPOSTA SUD SRL€ 216.749,07
    RID RIVISTA ITALIANA DIFESARIVIERA COOP. GIORNALISTICA€ 195.075,73
    ZUKUNFT IN SUDTIROL STIFTUNG SUDTIROLER VOLKSPARTEI- 9€ 183.006,16
    VOCE D’ITALIA VOCE D’ITALIA (LA)€ 169.356,14
    ZAI.NET. LAB MANDRAGOLA ED. COOP DI GIORN. A.R.L.€ 163.455,63
    MERCOLEDI’EDITRICE IL MERCOLEDI’ SOC.COOP. GIORNALISTICA ARL0€ 153.628,49
    QUI MAGAZINE MEDIA NEWS SOC.COOP. DI GIORNALISTI€ 138.329,73
    CRITICA SOCIALE GIORNALISTI ED.RI SCRL€ 116.350,39
    SUONO (già SUONO STEREO HI FI) COOP. GIORNALISTICA MONDO NUOVO€ 108.313,03
    RISK FILADELFIA SOC. COOP.DI GIORN.€ 108.162,59
    CORRIERE DELLE COMUNICAZIONI CORPO 10 SOC. COOP.€ 102.979,42
    JAM – VIAGGIO NELLA MUSICASEVEN ARTS SOC. COOP. DI GIORNALISTI A R.L.€ 101.855,73
    OEP-NOTIZIARIO AGRICOLO SPAZIO RURALESPAZIO RURALE EDIZ. SCARL IN LIQUIDAZIONE€ 97.790,35
    COMMUNITAS VITA ALTRA IDEA SOC.COOP.€ 81.063,60
    MINERVA MINERVA SOC. COOP. A R.L.€ 79.064,29
    AREA-POLITICA COMUNITA’ ECONOMIAAREA EDITORIALE Soc. Coop. a r.l.€ 78.733,95
    WHAT’S UP HELPSOS SOC. COOP.€ 68.403,88
    GRTV PRESS AGENZIA GRT SOC.COOP.€ 51.595,93
    NOI DONNE LIBERA STAMPA COOP.€ 39.862,82
    ECO DI BASILICATA (L’)L’ECO DI BASILICATA SOC.COOP.GIORNALISTICA A R.L.€ 31.325,89

    Come si può notare non sono presenti i quotidiani come Repubblica, Corriere della Sera, Il sole 24 ore, Il Messaggero, Il Giornale, ecc..

    In totale i contributi sono di 61.518.089 euro. Considerando che in Italia siamo 61.772.131 in pratica ognuno di noi ha dato 1 euro a questi giornali. Quanti ne conoscete? Siete passati stamane in edicola a prendere la vostra copia annuale gratuita?

    Ecco, penso che questi finanziamenti siano da chiudere, e se qualcuno di questi editori dovesse morire, evidentemente il giornale prodotto non è così interessante da giustificare una sopravvivenza…

    Però non esistono solo i finanziamenti diretti che sono quelli elencati. Esistono anche i finanziamenti indiretti (a tal proposito il Post dettaglia bene il contributo), cioè quei contributi elargiti sotto altre forme.

    Il principale modo per diffondere questi soldi pubblici è quello di non far pagare l’IVA alla carta stampata. Personalmente penso che questo sia un bene poiché incide su tutti i giornali a egual modo, non si tratta di soldi regalati dallo Stato ma solo di un mancato incasso e comunque, in caso di IVA questa verrebbe caricata sulle spalle dei lettori, quindi con un aggravio diretto per l’utente finale e non per i quotidiani.

  • Beppe Grillo e il fallimento dell’Italia

    Beppe Grillo e il fallimento dell’Italia

    Non sono un estimatore di Beppe Grillo, lo reputo un ciarlatano che approfitta del malessere della gente per riuscire nei propri intenti. Nonostante ciò, capisco gli elettori che hanno deciso di votarlo per dare un forte segnale alla politica.

    Fatta questa premessa doverosa, vorrei fare una piccola riflessione su quanto dichiarato oggi dal comico (sottolineo il suo ruolo, per chi l’avesse dimenticato), cioè

    “L’Italia in autunno va in bancarotta”

    La prima domanda che mi nasce spontanea è: su che basi Grillo fa questa dichiarazione? Sembrerà banale, ma lui in Italia oggi è il leader del secondo partito per numero di voti e con il disastro firmato PD è praticamente il rappresentante del partito più grosso, cioè il Movimento 5 Stelle. Quindi una dichiarazione del genere ha sicuramente dei risvolti: qualcuno ci crederà e domani andrà a portare via i soldi dalla propria banca. E allora, Grillo deve dire dove ha preso queste informazioni, perché se veritiere sono drammatiche, se invece son false ha contribuito a creare un panico che oggi non serve. Tutto serve eccetto il panico in Italia.

    La seconda cosa che mi viene in mente è che qualche tempo fa Grillo dichiarava:

    Facciamo come l’Argentina!!! In otto anni sono riusciti a spazzare via la crisi, e sapete perché? Perché nonostante fossero finiti nel buio più assoluto, non avevano Stati che hanno impedito che la loro crisi seguisse ogni livello. Noi abbiamo Francia e Germania, che pur di non farci fallire (e di non perdere i loro crediti) allungheranno la nostra agonia all’infinito. Vivremo in una situazione di “simil-default” per anni, le tasse ci prosciugheranno le tasche, i conti correnti saranno tassati più volte, la disoccupazione schizzerà ancora di più. E solo perché non possiamo fallire, ce lo impediscono. Viva l’Argentina, allora. Oggi in Argentina si vota, c’è un’euforia pazzesca. Stanno riemergendo da una crisi senza fondo, perché hanno messo in campo le loro energie. Si son rimboccati le maniche. E noi?

    Quindi, se l’Argentina è fallita e oggi sta bene (non è nemmeno vero, in Argentina si sta malissimo e le persone non sono libere di scambiare i propri pesos, fortemente in inflazione e svalutati, in dollari, ma questa è un’altra storia) allora perché preoccuparsi per il fallimento? Secondo quanto scriveva Grillo, se facessimo default in autunno dovremmo anche stare meglio, bastano 8 anni. Quindi? Anche ci fosse il fallimento? Anzi, precipitiamoci a dichiarare bancarotta fosse così…

    La seconda dichiarazione è

    “In Italia siedono in Parlamento ancora 30 parlamentari condannati, con sentenze passate in giudicato, per reati gravi. A me piacerebbe avere anche persone oneste, competenti, professionali, nelle posizioni giuste. In questo senso sarei contento di un’invasione tedesca in Italia”

    Ovviamente tutti sono d’accordo sulla prima parte della dichiarazione (chi potrebbe non esserlo?), sulla seconda parte forse non serve nemmeno un commento. Spero sia stata solo una provocazione, fatta alla Bild, magari per ingraziarsi qualche tedesco in previsione di giri in Europa alla ricerca di consensi. E comunque preferisco non commentare per evitare di diventare troppo cattivo contro il genovese.

    Ma oggi è stata anche la giornata dei numeri delle Quirinarie, le votazioni online per il presidente della Repubblica Italiana. Come sappiamo, online aveva vinto la Gabanelli, secondo posto per Gino Strada e terzo posto per Rodotà, i primi due non hanno accettato e il terzo sì, diventando il candidato del M5S. Su Rodotà a Luglio 2011 il buon Beppe scriveva:

    Per farvi venire la bile ecco qualche pensionato parlamentare eccellente (*): Rosa Russo Jervolino: 9.947, Nicola Mancino: 9.947, Pino Rauti: 9.387, Alfredo Reichlin: 9.947, Stefano Rodotà: 8.455, Vittorio Sgarbi: 8.455, Giuliano Urbani: 6.590, Walter Veltroni: 9.014

    Insomma, uno schifoso pensionato. Ok, ma oggi è stato eletto dal popolo e questo è sovrano… vediamo chi è questo popolo.

    Da ciò che pubblica Grillo, hanno votato in 28.550. Considerando che in Italia gli aventi diritto di voto sono circa 49 milioni, vuol dire che parliamo dello 0,05% di italiani. Rodotà ha preso 4.677 voti che corrispondono allo 0,0095%, significa che ogni 100.000 italiani hanno votato in 9. Ma veramente questa è democrazia? Bastavano 100 voti per spostare le preferenze.

    Questo il dettaglio dei voti:

    • Gabanelli Milena Jole: 5.796
    • Strada Luigi detto Gino: 4.938
    • Rodotà Stefano: 4.677
    • Zagrebelsky Gustavo: 4.335
    • Imposimato Ferdinando: 2.476
    • Bonino Emma: 2.200
    • Caselli Gian Carlo: 1.761
    • Prodi Romano: 1.394
    • Fo Dario: 941

    E il bello è che con 28.550 voti gli son caduti anche i server e hanno dovuto rifare tutto. Cioè, il regno dei principianti.

    Insomma, rispetto per chi l’ha votato, probabilmente era un segnale che serviva, ma oggi ci ritroviamo nel regno del surreale, con il 30% del parlamento bloccato dai grillini, che spesso ignorano ciò su cui stanno votando. Ops… Dimenticavo che seguono solo le indicazioni di Grillo.

  • Portate i soldi in Svizzera

    Partiamo subito con un consiglio: se avete i risparmi di una vita in una banca italiana (e europea), e la cifra supera i 100 mila euro, non perdete tempo e spostateli in una banca svizzera o fuori dal territorio europeo.

    Dico ciò per una questione di base: ciò che è successo a Cipro, cioè il prelievo forzoso (fino anche al 30%) sui conti con oltre 100 mila euro, succederà anche in Italia.

    Ora immaginate un tranquillo padre di famiglia, che dopo una vita di lavoro, ha messo da parte 70/80 mila euro e prende il TFR per 40/50 mila euro, totale 130/140 mila euro (più che meritati dopo una vita di sforzi)… ecco, arriva tranquillamente la Troika e dice che su questi 140 mila euro ben 42 devono essere date allo Stato per il salvataggio dell’Italia. Ecco, cosa dirà il lavoratore italiano che ha sempre pagato le tasse?

    Oggi le borse sono crollate, Milano ha perso il 2,5% su una dichiarazione di un pirla olandese di nome Dijsselbloem che ha dichiarato che il modello Cipro funziona. Peccato che non ha notato che il modello Cipro, per recuperare 5,6 miliardi di euro, e avere così diritto ai 10 miliardi che verranno prestati dall’Europa, ha fatto bruciare almeno il triplo nelle restanti Nazioni. Insomma, Cipro è salva, ma ora a tremare, per 15 miliardi, è il resto dell’Europa.