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  • Voltura di ENI Gas e Luce

    Voltura di ENI Gas e Luce

    State per affrontare la voltura di un contratto Eni? In bocca al lupo…

    Vi porto a conoscenza della mia storia, nella speranza che possa servire a qualcuno per evitare qualche passaggio.

    Inizio ad avere a che fare con Eni in Aprile del 2013, quando mi chiama un call center e mi informa delle tariffe di Gas e Luce con l’azienda a sei zampe. Un po’ per dubbi su Enel (mio precedente fornitore) e un po’ ingolosito dalle tariffe vantaggiose, decido di accettare e di passare con entrambi a Eni.

    Mi arrivano a casa i documenti dopo 5 giorni, li firmo e li rimando indietro… il silenzio, non ho più notizie.

    Mi continuano ad arrivare le fatture da Enel che pago regolarmente.

    In Novembre oramai penso che qualcosa è andato per il verso sbagliato e quindi lascio cadere la questione.

    A dicembre, quindi dopo 8 mesi dalla prima telefonata, mi arriva la prima fattura di Eni con periodo di interesse che va dall’1 agosto 2013 al 20 dicembre 2014, quindi penultimo e ultimo bimestre dell’anno. Inutile dire che a quel punto tale fattura è totalmente inaspettata. Chiamo la società sottolineando come io abbia continuato a pagare Enel e che quindi non volevo doppiare il pagamento, anche perché da parte loro non mi era arrivata alcuna comunicazione. La loro risposta è stata che da agosto ero un loro cliente e quindi la fornitura è stata loro compito, di chiamare l’altro fornitore e farmi rimborsare.

    In effetti, chiamando Enel, quest’ultimi ammettono l’errore e mi rimborsano il tutto attraverso un assegno, compresa la cauzione per le aperture dei contratti (assegno arrivato a marzo circa, quindi dopo 3 mesi, giusto per sottolineare quanto sono veloci).

    Comunque, al di là di questi disguidi, che visto quanto successo attribuisco più a Enel che a Eni, la continuazione del contratto è regolare e senza particolari problemi.

    Succede che a giugno del 2014 decido di traslocare, cambiando casa, diventa quindi fondamentale chiudere i servizi attivi nella vecchia abitazione e fare la voltura nella nuova. Il vecchio proprietario della nuova abitazione mi mette a disposizione l’ultima fattura e non posso che essere contento del fatto che il fornitore sia Eni, anche perché fino a quel punto mi ero trovato bene.

    Faccio la prima telefonata il 31 maggio del 2014 nella quale chiedo ufficialmente la voltura di gas e luce. La voltura, per chi non lo sapesse, è quell’azione che consente di cambiare nominativo mantenendo il contratto in essere (in realtà si chiude e si apre immediatamente un altro contratto).

    Il 31 maggio, dicevamo, chiamo e do il POD del punto gas e il PDR del punto luce, comunicando la lettura del puntatore gas. Non comunico quella luce perché con i contatori attuali loro possono fare l’autolettura da remoto. Do il mio vecchio numero cliente, quello della vecchia abitazione, e il numero cliente del vecchio proprietario della nuova casa. Insomma, Eni ha in mano tutto il materiale necessario per fare queste operazioni.

    In quella fase chiedo di non cessare il vecchio contratto ancora per qualche giorno, di poter avere due contratti per circa mezzo mese. La gentile signorina mi dice che va bene ma che mi avrebbero dato un nuovo numero cliente, non vedendoci nulla di male accetto.

    Dopo una settimana mi arriva a casa il contratto gas che firmo e rimando indietro. Mi rendo conto che ho firmato solo gas e la cosa mi insospettisce, ma lascio passare ancora qualche giorno. Nel mentre tengo d’occhio il sito di Eni (questo fatto veramente bene) dove al nuovo numero cliente mi viene assegnato solo il contratto gas.

    Verso il 15 di giugno, quindi dopo 15 giorni dal trasloco, chiamo Eni per chiedere lumi (è proprio il caso di dirlo) sul contratto luce e per chiudere il vecchio contratto che oramai non mi serve più.

    Esordisco nella telefonata chiedendo la disdetta di gas e luce nella vecchia abitazione, la risposta è che dovevo fissare un appuntamento sul posto per la chiusura dei contatori; sottolineo che non ho più le chiavi per accedere ai contatori e il call center mi dice che allora non si può fare nulla perché serve che io abbia le chiavi. Ma come? C’è un contratto a nome mio e io non ho il potere di disdirlo? Ebbene sembrerebbe di sì… la soluzione è quella di far fare la voltura alla proprietaria di casa o alla nuova inquilina.

    Sorvolo su questo punto con l’intento di informarmi bene prima di controbattere e chiedo quindi perché non mi sia stato attivato il contratto luce nella nuova casa. La risposta immediata è stata:

    ha rimandato indietro il contratto che le abbiamo mandato?

    La risposta:

    sì, ma ho l’impressione che quello sia solo per il gas, mentre io parlo della luce

    La sua risposta:

    Mandi indietro quello gas, noi poi lo prenderemo in carico e chiuderemo l’attivazione

    La risposta non mi convince ma va bene… mi informerò meglio e poi eventualmente richiamo.

    Per quanto riguarda la chiusura del contratto non trovo granché, non penso ci sia una legge che mi obblighi a essere sul posto per la chiusura, ma noto che praticamente tutti gli operatori chiedono la stessa cosa, quindi penso che sia vero, che c’è bisogno di me.

    Nel mentre mi chiama anche la proprietaria della vecchia casa la quale mi chiede l’ultima fattura per poter far fare la voltura alla nuova inquilina, quindi penso che la questione sia risolta così: anziché chiudere il contratto ci sarà qualcun altro che farà la voltura e per me la questione è risolta.

    Rimane la questione voltura della luce nella nuova abitazione. Faccio passare qualche altro giorno e verso la fine di giugno richiamo. Solita domanda:

    Ho fatto richiesta di voltura, forse mi avete fatto quella gas ma non quella luce, anche perché su Internet vedo il gas oramai attivo ma della luce non c’è traccia

    Risposta:

    Lei ha inviato i documenti che le abbiamo mandato?

    Inizio a pensare che sia la prima domanda che fanno di default e rispondo di sì, che però i documenti sono del gas e non della luce, per la quale non ho mai ricevuto nulla. Il tipo mi dice di attendere qualche altro giorno per la presa in carico della pratica e poi, se non ho ricevuto informazioni, di richiamare.

    Comunque mi tranquillizza, dicendomi che vede la documentazione che gli ho mandato e che quindi è solo una questione tecnica.

    Non sono completamente convinto, anche perché questa volta questo tipo fa confusione tra il mio vecchio contratto e il nuovo, ma mi tocca aspettare ancora. Siamo già a fine giugno, quindi a un mese da quando sono entrato in casa.

    Faccio passare ancora qualche giorno e chiamo di nuovo, siamo intorno al 10 luglio. Solita formula introduttiva, soliti dati comunicati: numero cliente, PDR, vecchio cliente, nomi, ecc. e solita spiegazione di quanto successo.

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    Il tipo parte subito dicendomi che vede la richiesta di voltura di gas e luce, finalmente mi pare di vederla in fondo al tunnel, ma mi dice che è stata fatta da una persona a me sconosciuta. Sottolineo che c’è un errore e lui mi spiega che nella mia vecchia casa è stata fatta la richiesta che è in lavorazione. Rispondo che non chiamo per quello ma per la nuova casa, che non so chi sia la persona che è entrata al posto mio nella vecchia casa e né mi interessa.

    Finalmente ci mettiamo sulla stessa lunghezza d’onda e mi dice che per il mio nuovo contratto vede la voltura gas in lavorazione e che non ha documenti per la voltura luce. Finalmente capisco che è quello che pensavo sin dall’inizio il problema. Chiedo come risolvere e mi viene detto che mi sarà inviato il nuovo contratto luce power da firmare, di avere pazienza per circa 2 settimane. Chiudo fiducioso…

    Verso il 15 di luglio è periodo di fatture, mi arriva quella del gas per la nuova casa e quella luce e gas nella vecchia casa. Mi rendo conto che sto pagando ancora per casa vecchia, fino al 30 luglio, pagamento in anticipo su consumi che potrei fare.

    Chiamo ancora e spiego la mia situazione per la vecchia casa, che c’è una voltura e che quindi la fattura non è corretta. Qui succede quello che non mi sarei mai aspettato: la signora controlla e mi dice che vede la voltura in lavorazione, che finché non viene definitivamente chiusa i consumi sono a carico mio ma che sono le 18 e lei deve correre a prendere il treno, quindi mi chiede di richiamare.

    Stupito e incredulo chiudo e richiamo immediatamente: rispiego il tutto e anche il nuovo tipo mi dice che c’è in lavorazione la pratica e che appena terminata avremmo fatto i conti totali, mi consiglia lui stesso di non pagare e attendere.

    Infatti faccio così e dopo circa 5 giorni mi arriva una nuova fattura con circa 270 euro di saldo ai quali vengono però presi i consumi di giugno e luglio, cioè quando io non abitavo più nella vecchia casa. Si tratta comunque di soli 7 euro e soprassiedo.

    Verso inizio agosto (siamo a due mesi dall’ingresso in casa), non essendomi arrivato nulla da firmare chiamo nuovamente e trovo una persona che mi sembra sveglia. Spiego il tutto e questa persona si mette a disposizione, mi dice che per la luce non vedono nulla e mi spedisce in diretta una mail con il contratto da firmare e mandare per fax. Per il vecchio contratto mi dice che c’è il saldo di 262 euro che mi devono essere rimborsati e mi chiede dove voglio ricevere l’assegno, comunico il nuovo indirizzo di casa e quindi sono fiducioso di avercela fatta.

    Vado in ferie e torno a casa verso il 20 agosto, mi aspettavo di trovare una conferma di contratto, un assegno o qualcosa nella buca delle lettere ma non trovo nulla.

    Guardo su Internet e vedo che la situazione è ancora di solo gas attivo e nessuna traccia della luce. Chiamo e spiego la situazione, mi dicono che il contratto firmato è arrivato ma non è stato preso in carico, chiedo di accelerare con questo lavoro e mi dicono che ora la pratica andrà avanti. Onestamente mi dimentico di chiedere per l’assegno, comunque per la questione luce il tipo mi dice di richiamare tra un paio di settimane.

    Ne faccio passare 3 e richiamo verso la metà di settembre. Chiedo a che punto siamo e mi viene detto che la pratica è in lavorazione, che è stata spedita al fornitore di zona e che quindi attendono anche loro risposte, di richiamare dopo una settimana.

    Lascio passare (ho anche altro da fare nella vita) e oggi ricevo una telefonata dal vecchio proprietario di casa il quale mi avvisa di:

    • aver ricevuto una fattura da Eni di piccola entità per la sola luce
    • di aver chiamato il fornitore il quale gli ha comunicato che:
      • il contratto è ancora a nome suo
      • che se vuole risolvere la questione deve disdire completamente il contratto

    Per fortuna il vecchio proprietario di casa è una persona intelligente e quindi non ha chiesto la chiusura del contratto ma mi ha chiamato per chiedere come mai. Se avesse disdetto il contratto oggi probabilmente mi sarei ritrovato senza luce e anziché la voltura sarei stato costretto a fare il subentro. Dopo aver spiegato quanto successo al vecchio prorietario, chiamo Eni questa volta decisamente incacchiato.

    Mi viene detto che il contratto risulta a mio nome dal 21 settembre, quindi le forniture da questa data mi saranno contabilizzate sul mio numero cliente.

    Alla mia domanda sul come mai su Internet ancora non vedo il contratto a nome mio il call center ha glissato e sulla risposta al vecchio proprietario mi ha detto che non è responsabile di quanto detto da una sua collega.

    Chiedo anche che fine ha fatto il mio assegno e mi viene detto che lo riceverò a fine ottobre.

    Per ora almeno il contratto nella mia vecchia casa sembra essere cessato, anche se io non ho visto ancora i soldi del saldo dato da anticipi su gas non consumato e cauzioni versate.

    Sul nuovo contratto, considerando che fino a oggi il sito di Eni è stato puntuale, sono pronto a scommettere che il 21 settembre in realtà non è successo nulla e sono straconvinto che dovrò chiamare nuovamente il numero 800.900.700, premere 5 per modifiche di contratto e 9 per parlare con un operatore che, al solito, non saprà dirmi nulla e fare altrettanto…

    Stay tuned… la storia con Eni non finisce qua e aggiornerò questo articolo con quanto continuerà a succedere.

    Update: intorno al 6 ottobre Eni ha attivato un nuovo contratto, con nuovo numero cliente.

    Update 2: il 10 ottobre mi ha chiamato un impiegato interno della società fondata da Enrico Mattei, nella quale mi si chiedeva se è tutto ok, se i problemi sono stati risolti e mi spiegava minuziosamente quanto successo dal primo all’ultimo momento.

    Semplice cura del cliente, avranno letto questo articolo oppure questo tweet:

    Non lo so e non lo saprò mai, ma la situazione è stata aggiustata.

    Mi dovrebbe arrivare l’assegno tra qualche mese e dovrò rimborsare personalmente il vecchio proprietario di casa.

    Update 3: ENI in data 22/10/2014 è stata condannata a risarcire più di 10.000 utenti proprio per i ritardi.

  • Benzinaio di Lipari, tu alzi il PIL italiano

    Benzinaio di Lipari, tu alzi il PIL italiano

    Oh, caro amico benzinaio di Lipari, tu che hai l’unica pompa in tutta l’isola, sì, proprio tu, a te rivolgo questa mia lettera.

    Caro amico, tu non lo sai, ma con il tuo piccolo distributore mantieni il PIL alto in Italia e favorisci lo sviluppo turistico nel Bel Paese.

    Tu, proprio tu che rifornisci scooter noleggiati dai turisti, auto degli abitanti e, soprattutto, barche di passaggio.

    E che barche… solo quest’anno si sono avvistate sull’isola gli yacht di Marchisio, Messi e lo sceicco di Abu Dhabi con la sua Topas (non è la fidanzata ma il nome della nave caro amico).

    Addirittura qualcuno giura di aver visto anche Steve Jobs (o quantomeno la sua imbarcazione).

    Caro amico benzinaio lo so che stai soffrendo con me… lo so che hai avuto problemi con i rifornimenti rimanendo senza un goccio di carburante e so anche che il tuo piccolo distributore non può far rifornimento alla Topas…

    Che ci puoi fare? Soffro con te…

    A proposito… Mi devi ancora 1 euro perché al self service mancava la carta per il resto ( :D )

    Ecco, dopo la mia lettera un po’ scherzosa, cerco di fare una riflessione un po’ più seria.

    Leggo a pagina 4 di MilanoFinanza di oggi che sulle Eolie sono rimasti senza carburante. Non so se sia stato proprio il caso dell’unica pompa sull’isola di Lipari o in qualche altro punto dell’arcipelago, ma il fatto, sostanzialmente, non cambia.

    Le Eolie sono isole piccole e i turisti hanno bisogno del carburante. Lasciare all’asciutto questi posti significa limitare il turismo.

    Ma se il ragazzo che rimane a piedi con lo scooter è un problema relativo; se il noleggiatore che non può fittare i mezzi, nel mese più importante dell’anno, ha qualche problema maggiore.

    Se tutto ciò è vero, è anche vero che un disagio del genere può creare veri e propri problemi ai ricchi, a quelli che quando vanno in giro si fanno seguire da una scia di soldi, a quelli che dovremmo attirare maggiormente sulle nostre terre meravigliose e non creargli disagi; sono loro che con i loro soldi possono alzare (sul serio) il PIL italico.

    La Topas è una nave da 140 metri (lo definiscono yacht), che trasporta uno sceicco di Abu Dhabi, probabilmente lo stesso che ad Acireale ha acquistato la Perla Jonica, una struttura turistica da 400 camere, la quale dovrebbe diventare una struttura super lusso.

    Io immagino che lo sceicco abbia fatto rifornimento prima di partire, anche perché con il costo della benzina in Italia sarebbe un folle (ricco sì, ma fesso no). Ma se così non fosse? Se invece la Topas avesse avuto bisogno di rifornimento alle Eolie? Quanto carburante imbarcherà una bestia del genere e quanto sarebbe il guadagno per un’azienda che lo ridistribuisce.

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    Ma soprattutto, e questo è ciò che mi fa più male, se avesse avuto bisogno e avesse scoperto che non esiste un distributore in grado di far fare rifornimento al suo gioiello, lo sceicco cosa avrebbe fatto/pensato?

    Secondo me se fosse un affarista avrebbe creato lui il distributore (attento amico benzinaio, concorrenza in arrivo); oppure l’alternativa è che sarebbe andato via disgustato dalla poca professionalità e poca organizzazione italica.

    Ecco, i soldi, in Italia (e soprattutto al Sud), non dovrebbero arrivare solo con gli stanziamenti europei. Secondo me è il caso che si inizi a creare qualcosa di funzionale, che si investa.

    Mi rivolgo all’Eni, poiché mi pare di ricordare che il distributore a Lipari fosse AGIP, e le chiedo se le sembra possibile, nel 2014, lasciare l’unico benzinaio dell’isola con una struttura di qualche decennio fa. Il distributore che rifornisce scooter, auto e (piccole) barche con l’erogatore di inizi anni ’90, con solo due pompe attive. Quella è una piccola miniera e potrebbe essere molto più grande. Inoltre quella è la risorsa più sottovalutata ma, allo stesso tempo, più importante per il turismo sull’isola… come si fa a lasciarla a secco nei primi giorni di agosto?

    È complesso capire che il Turismo, quello con la T maiuscola, quello che sta arricchendo la Spagna e la Croazia, quello che ci permetterebbe di stare meglio e non subire le crisi cicliche che avvengono, si crea e si mantiene con l’organizzazione, con la professionalità e facendo stare bene chi ti sta portando i soldi fin dentro casa?

    Chiedetelo alla costiera romagnola, uno dei pochissimi casi di organizzazione turistica funzionante in Italia. La Romagna non ha nulla: il mare fa schifo, la sabbia sembra fango, non hanno storia e architettura degna di città importanti, eppure… sì, con l’organizzazione e la professionalità hanno flussi turistici importanti ogni anno, da decenni oramai.

    Allora, cosa manca alla Sicilia, alle Eolie, alla Puglia, alla Calabria, insomma al sud Italia per attrarre questi turisti? Cosa manca all’Italia per meglio sviluppare il turismo?

    E il problema non è solo al sud. Roma, nonostante sia la capitale del turismo italiano (e forse anche nel mondo), ha ampi margini di miglioramento, su tantissimi aspetti. Dai mezzi pubblici agli alberghi.

    Ma tornando ai posti di mare, mi chiedo se Montecarlo abbia problemi simili alle Eolie. Oppure se le isole spagnole (Ibiza, Formentera, Palma di Mallorca o anche alle Canarie) abbiano problemi simili.

    E allora, se ce l’ha fatta la Spagna, la quale oggi vive di turismo e con questo ci sta superando in tutti i parametri che misurano la ricchezza di un paese, perché l’Italia no? Perché l’Italia non ce la può fare?

    Chiudo con una citazione di Paolo Panarei sempre su MF di oggi:

    si vuol capire che lo sviluppo di un Paese passa attraverso la capacità di attrarre capitali per gli investimenti ma anche per soddisfare le volontà di piacere dei ricchi e super ricchi?

    Update: un carissimo amico siciliano mi ha inviato uno stralcio di un quotidiano regionale in edicola il 13 agosto. Eccolo:

    IMG_2622.JPG

    Evidentemente qualcosa si muove e sembra che un nuovo distributore sarà aperto.