Benzinaio di Lipari, tu alzi il PIL italiano

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Lipari vista dall'alto
Una vista dall'alto della splendida Lipari. Nell'immagine si nota anche il piccolo benzinaio

Oh, caro amico benzinaio di Lipari, tu che hai l’unica pompa in tutta l’isola, sì, proprio tu, a te rivolgo questa mia lettera.

Caro amico, tu non lo sai, ma con il tuo piccolo distributore mantieni il PIL alto in Italia e favorisci lo sviluppo turistico nel Bel Paese.

Tu, proprio tu che rifornisci scooter noleggiati dai turisti, auto degli abitanti e, soprattutto, barche di passaggio.

E che barche… solo quest’anno si sono avvistate sull’isola gli yacht di Marchisio, Messi e lo sceicco di Abu Dhabi con la sua Topas (non è la fidanzata ma il nome della nave caro amico).

Addirittura qualcuno giura di aver visto anche Steve Jobs (o quantomeno la sua imbarcazione).

Caro amico benzinaio lo so che stai soffrendo con me… lo so che hai avuto problemi con i rifornimenti rimanendo senza un goccio di carburante e so anche che il tuo piccolo distributore non può far rifornimento alla Topas…

Che ci puoi fare? Soffro con te…

A proposito… Mi devi ancora 1 euro perché al self service mancava la carta per il resto ( :D )

Ecco, dopo la mia lettera un po’ scherzosa, cerco di fare una riflessione un po’ più seria.

Leggo a pagina 4 di MilanoFinanza di oggi che sulle Eolie sono rimasti senza carburante. Non so se sia stato proprio il caso dell’unica pompa sull’isola di Lipari o in qualche altro punto dell’arcipelago, ma il fatto, sostanzialmente, non cambia.

Le Eolie sono isole piccole e i turisti hanno bisogno del carburante. Lasciare all’asciutto questi posti significa limitare il turismo.

Ma se il ragazzo che rimane a piedi con lo scooter è un problema relativo; se il noleggiatore che non può fittare i mezzi, nel mese più importante dell’anno, ha qualche problema maggiore.

Se tutto ciò è vero, è anche vero che un disagio del genere può creare veri e propri problemi ai ricchi, a quelli che quando vanno in giro si fanno seguire da una scia di soldi, a quelli che dovremmo attirare maggiormente sulle nostre terre meravigliose e non creargli disagi; sono loro che con i loro soldi possono alzare (sul serio) il PIL italico.

La Topas è una nave da 140 metri (lo definiscono yacht), che trasporta uno sceicco di Abu Dhabi, probabilmente lo stesso che ad Acireale ha acquistato la Perla Jonica, una struttura turistica da 400 camere, la quale dovrebbe diventare una struttura super lusso.

Io immagino che lo sceicco abbia fatto rifornimento prima di partire, anche perché con il costo della benzina in Italia sarebbe un folle (ricco sì, ma fesso no). Ma se così non fosse? Se invece la Topas avesse avuto bisogno di rifornimento alle Eolie? Quanto carburante imbarcherà una bestia del genere e quanto sarebbe il guadagno per un’azienda che lo ridistribuisce.

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Ma soprattutto, e questo è ciò che mi fa più male, se avesse avuto bisogno e avesse scoperto che non esiste un distributore in grado di far fare rifornimento al suo gioiello, lo sceicco cosa avrebbe fatto/pensato?

Secondo me se fosse un affarista avrebbe creato lui il distributore (attento amico benzinaio, concorrenza in arrivo); oppure l’alternativa è che sarebbe andato via disgustato dalla poca professionalità e poca organizzazione italica.

Ecco, i soldi, in Italia (e soprattutto al Sud), non dovrebbero arrivare solo con gli stanziamenti europei. Secondo me è il caso che si inizi a creare qualcosa di funzionale, che si investa.

Mi rivolgo all’Eni, poiché mi pare di ricordare che il distributore a Lipari fosse AGIP, e le chiedo se le sembra possibile, nel 2014, lasciare l’unico benzinaio dell’isola con una struttura di qualche decennio fa. Il distributore che rifornisce scooter, auto e (piccole) barche con l’erogatore di inizi anni ’90, con solo due pompe attive. Quella è una piccola miniera e potrebbe essere molto più grande. Inoltre quella è la risorsa più sottovalutata ma, allo stesso tempo, più importante per il turismo sull’isola… come si fa a lasciarla a secco nei primi giorni di agosto?

È complesso capire che il Turismo, quello con la T maiuscola, quello che sta arricchendo la Spagna e la Croazia, quello che ci permetterebbe di stare meglio e non subire le crisi cicliche che avvengono, si crea e si mantiene con l’organizzazione, con la professionalità e facendo stare bene chi ti sta portando i soldi fin dentro casa?

Chiedetelo alla costiera romagnola, uno dei pochissimi casi di organizzazione turistica funzionante in Italia. La Romagna non ha nulla: il mare fa schifo, la sabbia sembra fango, non hanno storia e architettura degna di città importanti, eppure… sì, con l’organizzazione e la professionalità hanno flussi turistici importanti ogni anno, da decenni oramai.

Allora, cosa manca alla Sicilia, alle Eolie, alla Puglia, alla Calabria, insomma al sud Italia per attrarre questi turisti? Cosa manca all’Italia per meglio sviluppare il turismo?

E il problema non è solo al sud. Roma, nonostante sia la capitale del turismo italiano (e forse anche nel mondo), ha ampi margini di miglioramento, su tantissimi aspetti. Dai mezzi pubblici agli alberghi.

Ma tornando ai posti di mare, mi chiedo se Montecarlo abbia problemi simili alle Eolie. Oppure se le isole spagnole (Ibiza, Formentera, Palma di Mallorca o anche alle Canarie) abbiano problemi simili.

E allora, se ce l’ha fatta la Spagna, la quale oggi vive di turismo e con questo ci sta superando in tutti i parametri che misurano la ricchezza di un paese, perché l’Italia no? Perché l’Italia non ce la può fare?

Chiudo con una citazione di Paolo Panarei sempre su MF di oggi:

si vuol capire che lo sviluppo di un Paese passa attraverso la capacità di attrarre capitali per gli investimenti ma anche per soddisfare le volontà di piacere dei ricchi e super ricchi?

Update: un carissimo amico siciliano mi ha inviato uno stralcio di un quotidiano regionale in edicola il 13 agosto. Eccolo:

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Evidentemente qualcosa si muove e sembra che un nuovo distributore sarà aperto.