Tag: pubblicità

  • Buzz marketing

    Sempre più spesso si sente parlare di Buzz Marketing; si tratta di un modello di pubblicità basato sul passaparola “spontaneo”. Cosa significa ciò?

    Immaginiamo di incontrare un amico e di dirgli, tra informazioni più o meno interessanti, anche che abbiamo acquistato l’ultimo smartphone della Nokia e che è assolutamente fantastico. Ovviamente il nostro amico tenderà a fidarsi e quindi se si trovasse nella situazione di dover scegliere un cellulare/smartphone, molto probabilmente valuterà, attentamente, anche il modello da noi indicato. E se questo modello ci è stato regalato dalla stessa Nokia proprio per parlarne bene? Ecco cosa è il Buzz Marketing: celare dietro una discussione amichevole un po’ di pubblicità (pubblicità occulta).

    Ecco quindi la corsa da parte dei produttori a inviare prodotti gratuitamente agli opinion leader, che quindi dovranno parlare di questi prodotti sui loro blog/siti. Questo è il caso di Luca Conti che parla di un Nokia su Pandemia.

    Se posso dare una mia opinione, questa fatta da Luca mi sembra un esempio errato di Buzz. Se mi fai capire che Nokia ti ha mandato volontariamente il Tablet, io non lo comprerò mai. Anche perché so che ne parli bene proprio perché ti è stato regalato.

    Penso sia molto più utile fare una pubblicità nascosta, un po’ come ho fatto io con la Renault nel post in cui parlo di pubblicità comparativa (tengo a precisare che io non ho preso nulla da quel post che era realmente spontaneo, anzi, se la Renault mi volesse togliere qualche rata tra quelle che devo pagare fino a fine 2008… :) non mi offendo mica).

    Insomma… se vogliamo fare buzz marketing, penso che lo dovremmo fare bene e cercare di arrivare al punto in cui qualsiasi strategia di marketing vorrebbe arrivare: non far capire all’utente qual è la pubblicità e fargli passare tutto come contenuto, magari pure buono.

  • Pubblicità comparativa, uno spot che fa rumore

    Sicuramente la ricorderete tutti, una pubblicità andata in TV per pochissimo tempo ma che ha fatto “rumore”. No, non c’erano strilli e urla, era chiara, lineare e limpida. Si trattava di una delle prime pubblicità comparative, sicuramente una delle meglio riuscite. Rivediamola:

    La pubblicità comparativa della Renault, che nel 2006 si aggiudicò ben 8 EuroNcap per la sicurezza. 8 modelli della Renault erano più sicure della concorrenza. Tra tutte spiccavano la nuova Clio III e la Megane.

    Questo tipo di pubblicità può essere una marcia in più per qualsiasi azienda, la cosa fondamentale è che sia: onesta, reale ed eticamente corretta. Questo della Renault è uno spot che mette in evidenza alcuni dati oggettivi e neutrali. Ricordo la prima volta che ho visto questa pubblicità in TV: stavo facendo altro, ma il suono (la voce) subito ha attirato la mia attenzione… insomma, uno spot ben fatto che ha fatto scuola.

    Altre pubblicità comparative le possiamo trovare negli spot Get a Mac di Apple. Ecco un esempio:

    Già in questo caso si cerca l’esasperazione e i dati non sono oggettivi. Si scherza su Windows (chiamandolo PC- dimenticando Linux) in un modo che, secondo me (al di la della bellezza e dell’efficacia), è poco corretto.

    Un altro spot comparativo, che la butta più sul ridere (più di Apple), è realizzata da una nota bibita:

    La pubblicità comparativa non è certo una novità, si usava già negli anni 80, per la precisione nel 1987, ma non era consentito fare comparazioni con un’altra marca specifica.

    Ecco invece una comparazione che ha fatto discutere tantissimo e che ha fatto scalpore

    Si mettono a confronto i mezzi di trasporto, il tifoso del Real Madrid va allo stadio con la metro, quello dell’Atletico Madrid va in auto. Il risultato è che quello del Real arriva in tempo e quello dell’Atletico, dopo aver infranto praticamente tutte le regole della strada, arriva in ritardo. Questo spot che è andato in onda sugli schermi della metro di Madrid, ha fatto scalpore e ha scatenato l’ira dei tifosi dell’Atletico. Se ciò venisse fatto da un’azienda, con uno spot su grande scala (in TV), sarebbe pressapoco un fallimento.