Tutte le truffe della Germania

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Bandiera tedesca
La bandiera tedesca svetta alta, soprattutto perché mantenuta dagli europei

Alzi la mano chi pensa, ancora oggi, che la Germania sia moralmente ineccepibile e che la qualità e l’affidabilità dei prodotto tedeschi è altissima…

Credo che in tanti abbiano alzato le mani, nonostante tutto ciò che sta venendo fuori; anche perché la Germania, a differenza dell’Italia che ha fatto esattamente l’opposto, per anni ha martellato attraverso i media con la pubblicità dell’affidabilità, della precisione, dell’organizzazione.

Vorrei raccontarvi qualche storiella.

Scandalo Siemens in Grecia

Era il 2004 e la Grecia si apprestava a organizzare le Olimpiadi ad Atene; occasione ghiotta sia per le aziende elleniche che per quelle di altre nazioni.

L’organizzazione di quell’Olimpiade alla Grecia, alla fine, costò 3 volte quello che era preventivato e sono proprio quelle spese, secondo tanti analisti, ad aver affossato, negli anni a venire, i bilanci pubblici della penisola.

Tra le varie aziende si fece molta strada Siemens, casa che produce apparati per energia e tecnologia. L’azienda tedesca ad Atene, nel 2004, prese tante commesse e fece tantissimi lavori. Questo di per sé, ovviamente, non è uno scandalo… peccato solo che dopo circa 10 anni 55 persone sono state rinviate a giudizio e tra queste c’erano 19 tedeschi a capo della stessa azienda.

L’accusa? Aver pagato mazzette e costruito un giro di lavoro nero per circa 1,3 miliardi di euro.

Fu definito il più grande scandalo europeo degli anni 2000… almeno fino agli ultimi mesi.

L’aeroporto di Berlino

Siamo nel 1996, la Germania è unificata da pochi anni, si decide che 3 aeroporti in una sola città sono troppi e se ne progetta un altro che dovrà diventare un hub capace di accogliere tutti i voli e diventare un polo centrale in Europa.

Un’idea veramente buona, fatta da uno Stato e una città che se si mettono in mente di portare a termine un lavoro guardano solo all’obiettivo finale e lo raggiungono abbattendolo. Nel 2007 si avrà il nuovo hub europeo.

I lavori partono con un po’ di ritardo, circa di 10 anni, per problemi di natura organizzativa. Ovviamente se si inizia a costruire nel 2006 non si potrà mai avere la consegna dei lavori nel 2007. Apertura prevista a ottobre 2011.

La stima dei costi viene rivista per intero e si decide che la spesa sarà di circa 1 miliardo di euro.

Nel 2010 il primo annuncio di rinvio, si va al 2012.

A maggio del 2012 vengono invitati i giornalisti per l’inaugurazione dell’aeroporto di Berlino, ma dopo pochi giorni ci si rende conto che il sistema di allarme e di anti-incendio non funziona. Nuovo rinvio al 2013.

Vengono fuori altri errori e si fissa la nuova data al 2017.

Giusto qualche giorno fa si scopre che c’è un eccesso di peso sul tetto e anche il 2017 è a rischio come data.

Nel mentre le spese sono aumentate di circa 779 milioni di euro e non se ne vede la fine…

Chi vuole scommettere che l’aeroporto di Berlino entrerà nel piano Junker e quindi sarà un progetto europeo e tutte le spese saranno a carico dei cittadini, compresi noi italiani?

Eccetto quest’ultima parte, poiché noi dall’Europa difficilmente avremo qualcosa del genere, quanto è italiana questa storia? Eppure siamo in Germania…

Carri armati alla Grecia

Tra Grecia e Germania c’è una stretta alleanza… e la Troika c’entra poco.

Antonis Kantas è un ex ufficiale e dipendente del ministero della Difesa; è stato arrestato con l’accusa di corruzione e riciclaggio.

La storia è abbastanza semplice: nel 2001 gli fu chiesto il parere per l’acquisto di sottomarini e carri armati di produzione tedesca, lui si oppose dicendo che sarebbero stati totalmente inutili.

Secondo quanto riferito dallo stesso Kantas agli inquirenti, dopo pochi giorni gli si presentò un intermediario greco in ufficio con una busta contenente 600 mila euro. Negli anni le bustarelle continuarono e l’ex ufficiale mise da parte circa 14 milioni di euro.

Nel 2010 furono consegnati 170 nuovissimi carri armati Leopard 2A6 HEL, i quali si sommavano ad altri 200 carri armati precedentemente acquistati, tutti dalla Germania.

La Grecia si ritrovava, nel 2010, con 353 Leopard 2. L’Italia ha circa 200 carri armati simili; la Germania ne possiede 225. Insomma, la Grecia ha un armamento totalmente inutile e fermo a prendere polvere… però ha il miglior armamento dell’Europa.

Ovviamente la Krauss-Maffei, che produce questi carri armati, ha sempre negato di aver pagato tangenti.

Sottomarini alla Grecia

I carri armati per non sono l’unica spesa folla. Stessa storia per 2 sottomarini acquistati dalla Thyssen-Krupp, che li ha prodotti, costati al governo di Atene circa 4 miliardi.

Nemmeno a dirlo, dopo poco tempo il direttore dei cantieri navali Skaramangas e un collaboratore dell’ex ministro della difesa sono stati arrestati per essere stati corrotti.

Il bello è che questi sottomarini (Papanikolis U214) sarebbero stati consegnati incompleti e diventerebbero instabili in presenza di mare agitato. Insomma, sono inutili…

In totale, da inizio 2000, la Grecia acquistò circa 68 miliardi di euro, tutti presi in prestito (ricordiamo che il debito della Grecia è di circa 300 miliardi), per armamenti vari; ovviamente non tutti presi dalla Germania… ma buona parte sì.

Armi che si riscaldano

Heckler & Koch è un’azienda tedesca, di Oberndorf am Neckar nel Baden-Württemberg, che ha prodotto uno speciale fucile, il G-36, con il chiaro scopo di utilizzarlo nella lotta al terrorismo.

Rapporti del 2012, confermati dalla stessa azienda, dicono che l’arma usata in Afghanistan si surriscalda dopo pochi colpi e diventa praticamente inutilizzabile a distanze che superano i 100 metri.

L’azienda consiglia di lasciar raffreddare l’arma tra le raffiche. Insomma, immaginate il Bundeswehr, la forza armata tedesca, che si trova in un campo di battaglia tra pallottole nemiche, che si deve ricordare di lasciar raffreddare l’arma poiché, in caso contrario, a distanza di 300 metri il colpo devia di 6 metri. In pratica i militari sparano su un palazzo e colpiscono quello accanto.

Aeroporti grecia

Sempre Grecia… sempre Germania. Chissà come mai la nazione “più ricca d’Europa” fa affari sempre in quella più povera.

Siamo ad agosto del 2015 e la tedesca Fraport acquista gli aeroporti di Salonicco, Corfù, Chania (Creta), Cefalonia, Zante, Aktion, Kavala, Rodi, Kos, Samos, Mytilini, Mykonos, Santorini e Skiathos.

14 aeroporti greci passano nelle mani dei tedeschi per una cifra che si aggira nell’intorno di 1,23 miliardi di euro.

Teoricamente non c’è nulla di strano in ciò, se non fosse che l’operazione di vendita iniziò un anno prima e fu bloccata da Tsipras che voleva riesaminare il contratto.

La vendita venne accettata il 13 luglio, quando Tsipras e i vertici europei si chiusero in “conclave” uscendo con l’accordo. In quei giorni si parlò di Tsipras distrutto che avrebbe pronunciato anche la frase “ho questa camicia addosso, volete anche questa”, e della Merkel che infierì.

Senza prendere le difese dei greci, su cui già più volte mi sono espresso, sicuramente affondare il colpo e “acquistare” gli aeroporti quando hai il tacco della scarpa sulla testa del primo ministro greco non è una scelta di stile.

E poi… perché proprio la Germania? In quella occasione c’era tutta Europa là riunita, perché proprio Fraport, azienda di Francoforte, ha potuto giocare un ruolo così forte? Non sarebbe stato più corretto mettere quegli aeroporti all’asta?

Vedremo se salteranno fuori altre news su questo punto…

Mondiali in Germania nel 2006

Nel 2006 il Mondiale di calcio fu giocato in Germania; lo sappiamo bene considerando che l’Italia ne è uscita vincitrice.

Dalle indagini sulla Fifa parrebbe uscito fuori che i tedeschi, per farsi assegnare il Mondiale, abbiano pagato delle tangenti.

Avrebbero pagato 4 voti decisivi, quelli degli asiatici, per riuscire a uscirne vincitori.

Pare che fosse stato costituito un fondo da 6,7 milioni dal quale attingevano le persone influenti.

Ed ecco che ancora una volta i tedeschi avrebbero pagato per vincere qualcosa…

Landesbank

In Europa c’è un punto su cui si dibatte oramai da anni ed è quello dell’Unione bancaria, la quale porterebbe potere decisionale alla BCE mallevandola dal carico di ogni Stato.

La Germania si è sempre opposta a questa unione, chiedendo e ottenendo anche che il controllo sugli istituti europei non fosse in carico della Banca Centrale Europea ma al Meccanismo di vigilanza unico, il quale è sempre sotto la supervisione della BCE ma ha dei diritti e delle competenze uniche, sulle quali nemmeno la BCE può dire nulla.

L’MVU si compone di un Presidente, da un Vice Presidente, da 4 rappresentanti della Banca centrale europea e dai Rappresentanti delle autorità di vigilanza nazionali.

Il presidente è Danièle Nouy, francese, e la vice-presidente Sabine Lautenschläger, tedesca.

Proprio sull’asse franco-tedesco sono stati tolti poteri alla BCE che è governata dall’italiano Mario Draghi e proprio questo MVU ha deciso di lasciare fuori dai controlli le Landesbank.

Le Landesbank sono delle banche a partecipazione pubblica, dove il primo azionista è sempre la regione di appartenenza. Con i dovuti distinguo, sono simili alle nostre banche popolari.

Lasciare fuori dai controlli le Landesbank, quasi a non riconoscere il loro status di banca, significa che lo Stato o la regione può iniettare all’interno di queste banche liquidità.

Una banca in emergenza può essere salvata dallo Stato; mentre nel resto d’Europa, grazie al Bail-in, deciso dal Comitato di risoluzione unico, che vede come presidente il tedesco Elke König, se una banca sta fallendo i primi a pagare sono gli azionisti, poi chi ha obbligazioni, infine i correntisti.

E guarda un po’… la prima Landesbank a saltare è la HSH NordBank di Amburgo; la quale ha bisogno di sgravarsi dei crediti dubbi derivanti da attività speculative fatte nei cantieri navali tedeschi.

Per questa banca, considerando che non è sotto la sorveglianza del MVU, la regione, insieme allo Stato, creerà una bad bank la quale si farà carico di questi crediti dubbi.

L’Europa, nel momento in cui scrivo, pare abbia dato parere informale positivo a questa bad bank.

L’Italia ha bisogno della stessa Bad Bank, io ne parlai ad aprile del 2013, il governo l’ha richiesta all’Europa oramai 6 mesi fa e l’Europa continua a mettere paletti.

Il motivo della differenza di trattamento? Le banche italiane che ne hanno bisogno, non per salvarsi come la tedesca HSH NordBank ma per alleggerirsi e prendere slancio, sono sotto la sorveglianza europea quindi è tutto complesso. La tedesca Landesbank invece non è sotto sorveglianza quindi può essere tutto più semplice.

Tra le altre cose la bad bank italiana sarebbe per la maggiore privata (UniCredit, Intesa San Paolo e MPS), mentre la bad bank tedesca sarebbe pubblica. Quindi si configurerebbero anche aiuti di Stato. Ma questo poco importa all’Europa…

Però gli stessi europei ebbero da ridire quando il governo Monti costruì i Monti Bond, non aiuti di Stato ma obbligazioni che rendevano quasi il 10% allo Stato italiano; così dannosi che Monte dei Paschi di Siena li prese nel momento del bisogno e li rimborso interamente subito dopo.

Infine c’è da riportare quanto detto da Zingales:

Nel 2008, quando si scoprì che le Landesbanken erano imbottite di mutui subprime americani, il governo di Berlino intervenne a salvarle con uno stanziamento di 500 miliardi di euro a spese dei contribuenti. Nel 2010, quando le banche tedesche erano molto esposte – per qualcosa come 535 miliardi di euro – verso i titoli di Stato di Grecia, Irlanda, Italia, Portogallo e Spagna, i contribuenti europei e la Bce diedero una mano a riportare a casa buona parte di quel denaro. La minaccia più seria per i contribuenti tedeschi non è la dissipatezza del sud Europa, ma le banche teutoniche

Insomma, qui non parliamo di aiuti di Stato, parliamo di molto di più… parliamo di furbate alla tedesca.

Deutsche Bank e scandalo Libor

Continuiamo a parlare di banche, perché proprio sulla tematica economica e finanziaria la Germania ha innalzato il suo potere.

Avete già dimenticato lo scandalo Libor? Eppure sono passati pochi mesi.

Ricapitoliamo: Royal Bank of Scotland, HSBC, Deutsche Bank, JP Morgan Bank e Citibank si mettono d’accordo per riuscire a modificare a proprio piacimento i valori di materie prime, come l’oro, e di variazioni di valore delle monete (del Forex), ovviamente al fine di fare un utile.

Una bella furbata all’italiana, eppure di italiani non ce n’erano in mezzo.

Benché la maggior parte delle banche fossero americane e britanniche, comunque la presenza di Deutsche Bank non poteva mancare…

La questione è andata avanti con la corazzata Deutsche Bank che lancia profit warning (soprattutto a causa della multa da 2,5 miliardi che ha deciso di pagare), dichiara un buco di 6 miliardi nei conti e chiede aiuto alla Germania e all’Europa… cosa succederà?

Come ha fatto la principale banca tedesca a fare 6 miliardi di buco? Non erano loro la nazione iper organizzata e funzionante?

Attendiamo per vedere come la Germania riuscirà a dare aiuti di Stato aggirando qualsiasi tipo di controllo… tanto succederà.

CommerzBank

Vogliamo rimanere sulle banche?

Parliamo di CommerzBank che aggirando i limiti imposti contro l’Iran avrebbe fatto affari con loro e potrebbe ricevere una multa da 1,2 miliardi di dollari da parte degli USA.

Altra furbata? Vedremo come andrà…

Volkswagen

C’è realmente bisogno di parlarne?

Sì, perché questo articolo potrebbe essere letto tra anni ed è bene non dimenticare.

La Volkswagen, non riuscendo a creare dei motori in grado di rispettare le regole europee di emissione, hanno messo un software all’interno della centralina e una sonda nel tubo di scappamento. Così facendo l’auto capisce quando è sotto test e solo in quel caso modifica la mappatura così da emettere meno gas inquinanti.

Uno scandalo a livello mondiale, tirato fuori dall’America (che ha comunque i propri interessi nel farlo) e che ha coinvolto la più grande casa automobilistica mondiale.

Questo è il più grande scandalo europeo senza dubbio, superando di gran lunga quello della Siemens.

Pare che il governo sapesse, ma ovviamente il tutto è stato subito smentito…

I tedeschi, quelli precisi e puntuali, quelli affidabili hanno fatto una furbata per aggirare un problema.

Conclusioni

Anche se mi rendo conto che lo sembra, questa non vuole essere un’invettiva contro i tedeschi. Ovviamente in Germania, come in qualsiasi altra parte del mondo, ci sono le mele marce e ci sono i lavoratori corretti.

Ciò che ho voluto sottolineare con questo articolo è come l’ammirazione che gli italiani abbiamo verso l’estero, spesso, è figlio di cattive visioni.

L’Italia è una bella Nazione ed è ricca, di risorse e di finanze; bisogna solo organizzarsi e riuscire a far funzionare tutto.

Quello che realmente hanno i tedeschi più di noi, da esperienza personale, è il senso civico e la mancanza di burocrazia. Se anche in Italia riuscissimo ad abbattere la burocrazia e riuscissimo a essere meno furbi con gli altri, magari riuscendo anche a sfruttare il sud che offre energia, risorse prezione e turismo, sono sicuro che l’Italia non avrebbe nulla da invidiare né alla Germania né a nessun altro.

Infine servirebbe l’Europa come Stato, possibilmente forte, in grado di parlare al pari con USA e Cina. Servirebbe quello Stato Europeo che oggi non esiste.

Utopia?