Tag: Codice da Vinci

  • Studio sul Codice da Vinci

    Ecco un bell’articolo che cerca di studiare, in modo più approfondito, il fenomeno Codice da Vinci.

    Nell’articolo si parla di come il codice da Vinci, prima il libro e poi di conseguenza il film, si siano riusciti a inserire e a fare tanto successo. Oltre a fare l’analisi, l’autore di questo articolo che è Salvatore Balducci, parla di falsi storici e dice che alcuni punti del codice da vinci non sono possibili.

    L’autore parla, punto per punto, del codice da Vinci, facendo l’analisi su questi punti:

    • La presunta love-story tra Gesù Cristo e la Maddalena
    • I ritrovamenti di Qumram, gli Esseni e Gesù
    • Vangeli canonici e Vangeli apocrifi
    • Costantino ha deciso quale sarebbe stato il canone dei Vangeli?
    • Il Santo Graal ha a che vedere con la discendenza carnale di Cristo e della Maddalena?
    • L’esistenza del cosiddetto “Priorato di Sion”

    L’articolo cerca di indagare su questi punti. Cerca di spiegare cosa è possibile e cosa no.

    In conclusione inserisce qualche riga degna di nota sull’ideologia del Codice da Vinci

    Il successo de Il Codice Da Vinci, è certamente uno degli avvenimenti letterari più significativi degli ultimi decenni. Le cause di un tale successo risiedono anche negli argomenti trattati dal romanzo: Il Codice infatti ripropone, sebbene a suo modo, quelle tematiche del mistero, del sacro, della ricerca della verità che toccano infondo tutti gli uomini e che anche nel nostro mondo, apparentemente così banale e materialista, non smettono di affascinare e attrarre.

    C’è un aspetto, tuttavia, di questo straordinario successo editoriale che non può non suscitare polemiche, e che potremmo definire il volto ambiguo del fenomeno Da Vinci: stiamo parlando del processo attraverso cui questo fortunato romanzo sembra aver assunto nella mente di molti una credibilità degna del miglior libro di storia. Allo sviluppo di questo atteggiamento, per altro, non è alieno lo stesso autore, che in maniera decisamente capziosa lascia intendere, fin dalla presentazione, che il Codice sarebbe basato su realtà storiche, su fatti accaduti, su una lettura veritiera e attendibile di avvenimenti antichi e recenti.

    L’aspetto più inquietante (per non dire disonesto) di questa “operazione” è però l’intenzione, tutt’altro che nascosta, di veicolare attraverso questa presunta “verità”, quella che è in realtà un’ideologia, una visione della realtà che, peraltro, lungi dal costituire una scoperta o una rivelazione come la stessa pubblicità del libro e del film lasciano intendere, si basa invece su vecchi pregiudizi e dichiarati falsi storici.

    È auspicabile, dunque, che i lettori del romanzo di Dan Brown e coloro che andranno in questi giorni a vedere il film, possano informarsi meglio sui contenuti di quest’opera, al fine di elaborare una visione più critica, e quindi più libera, intorno al fenomeno Da Vinci.

    I “FALSI STORICI” DEL CODICE DA VINCI
    Il romanzo di Dan Brown contiene delle evidenti imprecisioni storiche, quando non dei falsi veri e propri. Questo dato di fatto è in contraddizione con la “veridicità” dichiarata e sbandierata dall’autore. Gli errori del Codice Da Vinci, peraltro, non hanno neppure il pregio dell’originalità e si ritrovano già tutti in quel milieu culturale occultistico e New Age da cui Dan Brown attinge a piene mani. È una cultura questa che si segnala spesso per la dozzinalità con la quale è solita affrontare argomenti che invece, per la loro importanza, meriterebbero ben altro rispetto e attenzione.

    In specifico, le principali questioni su cui il Codice Da Vinci offre una visione storicamente (e artatamente?) falsata della realtà sono soprattutto le seguenti:

    La presunta love-story tra Gesù Cristo e la Maddalena

    Una delle ragioni che hanno determinato il successo del libro di Dan Brown è la presunta rivelazione, quasi un gossip storico-religioso, sulla presunta relazione tra Gesù Cristo e Maria Maddalena: rapporto che sarebbe stato volontariamente nascosto dalla Chiesa Cattolica, timorosa secondo l’autore di perdere il suo potere “tirannico e maschilista”.

    In realtà, in questo come in altri casi, l’autore non fa altro che saccheggiare a piene mani una letteratura precedente che già di per se non brilla di particolare serietà. In specifico, il precedente più immediato risale al saggio scritto dai giornalisti inglesi Baigent, Leigh e Lincoln, dal titolo Il Santo Graal (trad. it. Fabbri Editori, Milano 2004): un curioso zibaldone di notizie parzialmente storiche, di illazioni, fantasie ed elucubrazioni in cui si ritrova di tutto, dai Templari al Graal ai misteri invero un po’ adulterati di Rennes Le Chateau, e dove compare anche, per la prima volta, la leggenda inedita (e del tutto moderna, proprio perché letteralmente “inventata” dai tre autori del libro) di un Cristo sposo della Maddalena la quale, una volta giunta nelle terre che attualmente formano la Francia, avrebbe dato origine ad una discendenza da cui si sarebbe originata la dinastia franca dei Merovingi. Secondo gli autori del libro, a cui Dan Brown deve “l’intuizione” fondamentale che percorre tutto il suo romanzo, lo “scabroso” segreto sarebbe stato nascosto dalla Chiesa ufficiale che avrebbe anche manipolato i Vangeli cancellando il ricordo di questa unione.

    In realtà, se i Quattro Vangeli non citano il matrimonio tra Gesù e la Maddalena è semplicemente …perché non c’è mai stato. Gli autori dei Vangeli, in effetti, hanno citato nei loro testi cose ben più “scandalose” e imbarazzanti di questa (es. il triplice rinnegamento di Pietro, che sarebbe poi diventato il capo della Chiesa, e che sarebbe stato utile non ricordare in sede scritta; la continua incomprensione che gli Apostoli avevano dell’insegnamento del Maestro, ecc.). Addirittura, gli autori del Santo Graal e sulla loro scia Dan Brown affermano che i Quattro Vangeli ufficiali (naturalmente interpolati e manipolati dalla Chiesa) avrebbero screditato la figura della Maddalena a favore di Pietro, quando nella realtà sembra essere avvenuto tutto l’incontrario: Pietro infatti viene spesso mostrato dagli evangelisti come timoroso e lento nel comprendere gli insegnamenti del Maestro, mentre la Maddalena è indicata addirittura come la prima creatura ad aver incontrato Cristo dopo la Resurrezione! Infine, gli stessi “vangeli apocrifi” così cari a Dan Brown non accennano da nessuna parte ad un matrimonio di Gesù con la Maddalena o con qualsiasi altra donna (solo il Vangelo di Filippo, in un frammento ritrovato mutilo, afferma che la Maddalena era koinonos, ovvero “amica” di Gesù, utilizzando lo stesso termine usato per indicare gli stessi apostoli). Sarebbe davvero curioso, peraltro, che una tale notizia possa essere stata ignorata per millenni e abbia atteso solo il libro di Dan Brown per essere “rivelata” al pubblico.

    I ritrovamenti di Qumram, gli Esseni e Gesù

    Nel guazzabuglio di Dan Brown non potevano mancare i ritrovamenti di Qumram, eletti cavallo di battaglia da tutti quegli autori che rivendicano un’immagine di Gesù diversa da quella tramandata dalla Chiesa.

    In realtà, la verità è molto più semplice: i cosiddetti “rotoli di Qumram” sono una serie di testi risalenti ad un periodo che va dal I sec. A.C. al I sec. D.C., ritrovati alla fine degli anni 40 in alcune grotte del Deserto di Giudea, in Palestina. Solo nella grotta n° 5, dove sono stati trovati solo testi in greco e forse non appartenenti agli Esseni, qualche studioso pensa di aver rintracciato un frammento di Vangelo). Nonostante le illazioni fantasiose di tanti autori che negli anni si sono sbizzarriti sull’argomento, spesso poco informati quanto dotati di fervida inventiva, i rotoli non dicono nulla di Gesù ma contengono solo la biblioteca di una comunità semi-monastica ebraica, appunto gli Esseni, costituita da testi dell’Antico Testamento e regolamenti della comunità stessa. Alcune somiglianze tra l’insegnamento di Gesù e quello degli Esseni aveva fatto supporre, all’inizio della scoperta, un collegamento tra questa comunità e la Chiesa cristiana primitiva, collegamento presunto che era stato subito sfruttato da alcuni autori in chiave propagandistica per affermare che “era stata scoperta la verità su Gesù”, “che “l’insegnamento di Gesù non era poi così originale come affermato dalla Chiesa” e che “Gesù era in realtà solo un maestro esseno”.

    In realtà, col proseguo degli studi, è emersa sempre più, accanto a certe analogie, anche la radicale differenza esistente tra l’insegnamento degli Esseni e quello di Gesù. Gli Esseni erano fautori di una religiosità rigidamente precettistica e legalistica: l’insegnamento di Gesù è invece un continuo inno al superamento di una religione cavillosa verso una dimensione più intima (l’Amore che trascende la Legge, il sabato che è fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato). Gli Esseni erano ferocemente discriminatori contro gli stranieri, i “peccatori” e tutte le categorie umane biasimate ed emarginate dall’Ebraismo ufficiale dell’epoca: Gesù, al contrario, condannava il peccato ma aiutava il peccatore, cenava con pubblicani e prostitute, compiva miracoli anche verso gli stranieri non appartenenti alla stirpe ebraica (i samaritani, il Centurione, la Cananea).

    Vangeli canonici e Vangeli apocrifi

    Dan Brown, sulla scia di una lunga scuola di critica anticristiana e anticattolica, cita a spron battuto i vangeli cosiddetti “apocrifi” contrapponendoli ai Quattro ritenuti canonici dalla Chiesa. In realtà, né Dan Brown né altri come lui sembrano conoscere realmente il contenuto di quegli apocrifi che sbandierano come un vessillo: questi testi, infatti, non contengono affatto pruriginose rivelazioni nascoste dalla Chiesa ma, per lo più, solo tarde rielaborazioni di concetti e immagini già presenti nei Canonici.

    In realtà, se la Chiesa primitiva, (non Costantino, come afferma falsamente Dan Brown), ha voluto scegliere fra i molti testi esistenti solo i 4 di Marco, Matteo, Luca e Giovanni, lo ha fatto perché si tratta dei testi più antichi (quindi più vicini all’epoca di Gesù) e più storicamente attendibili.

    Un semplice confronto tra Vangeli Canonici e cosiddetti Vangeli Apocrifi può chiarire le ragioni della scelta: i Canonici sono scritti in un linguaggio semplice, “cronachistico”, austero, che rifugge alle elaborazioni di fantasia e non tiene celati anche temi e avvenimenti che potevano apparire imbarazzanti alla Chiesa primitiva. Lo stesso capo degli Apostoli, Pietro, viene visto come un uomo “dalla dure cervice”, spesso incapace di comprendere il Maestro; gli apostoli vengono presentati come uomini comuni, coi loro pregi ma anche coi loro innegabili difetti e le loro paure; la Maddalena e le donne vengono indicate come le prime ad aver avuto l’esperienza di Gesù risorto (e questo dato, se contestualizzato alla mentalità maschilista del Medio Oriente antico, è un sicuro indice di storicità). Oltretutto se, come dicono i vari Dan Brown, i Vangeli fossero stati “aggiustati” dalla Chiesa, queste ed altre notizie sarebbero state evidentemente cancellate.
    Viceversa, gli apocrifi sono pieni di immagini e vicende dove la fantasia galoppa: lo stile é quello della letteratura devozionale, molto colorito ma poco attendibile. In alcuni di questi testi, Gesù bambino appare con un piccolo superman che fulmina i suoi compagnetti con la forza dei “poteri”; in altri c’è una sovrabbondanza di miracoli spiritualmente insignificanti, che non sono visti come nei Canonici come “segni” ma come esternazione insensata di forza.

    Infine, noi possediamo copie molto antiche dei Vangeli Canonici, che ci confermano la loro attendibilità in quanto vicini temporalmente agli eventi narrati: il Papiro Rylands, contenente parti del Vangelo di Giovanni, è datato verso il 120 d.C. (cioè, pochi anni dopo la morte dell’autore); il Papiro Bodmer II, non oltre il 150 d.C., contiene quasi tutto il Vangelo di Giovanni; addirittura, se fossero confermate le interpretazioni di molti studiosi che attribuiscono il frammento 7Q5 trovato in una grotta vicino Qumram al Vangelo di Marco, avremmo la prova che almeno uno dei Canonici era già stato scritto solo pochi decenni dopo la vicenda terrena di Gesù! Viceversa, i codici contenenti gli apocrifi sono tutti molto più tardi: il Vangelo di Tommaso, uno dei più noti, ha un solo codice del IV sec.

    È stato Costantino a decidere quale sarebbe stato il canone dei Vangeli?

    Chiunque abbia un minimo di conoscenze di storia del Cristianesimo, sa benissimo che il canone dei Quattro Vangeli è già conosciuto molto prima di Costantino. La stragrande maggioranza dei Padri della Chiesa (i primi scrittori cristiani) citano continuamente i Canonici e si ricordano di qualche apocrifo solo per confutarne la credibilità o biasimarne gli eccessi di fantasia (deliramenta li chiama Tertulliano). Origine, un secolo prima di Costantino, afferma chiaramente che i Quattro Canonici sono gli unici vangeli utilizzabili dalla Chiesa. Il Canone Muratoriano, 190 circa d.C. (un secolo e mezzo prima di Costantino), presenta l’elenco completo di tutti i libri del Nuovo Testamento. Il fatto che una persona di discreta cultura come Dan Brown ignori tutto ciò è alquanto improbabile e getta un ragionevole dubbio sulla sua buonafede.

    Il Santo Graal ha a che vedere con la discendenza carnale di Cristo e della Maddalena?

    Anche su questo punto, Dan Brown non fa che riprendere in maniera acritica i temi sviluppati ne Il Santo Graal di Baigent, Leigh e Lincoln. Questi tre giornalisti sono i pubblicizzatori di quella bizzarra ed inedita esegesi che leggerebbe il termine Saint Graal come la corruzione di Sangre Real, Sangue Reale, interpretandolo alla lettera come “il sangue” di Gesù tramandatosi attraverso la discendenza di Maria Maddalena.

    Di fatto, i tre inglesi riprendono a loro volta le colorite invenzioni dell’occultista francese Pierre Plantard, sedicente studioso e falsario dichiarato, inventore anche dell’inesistente società segreta del Priorato di Sion (vedi il nostro: “L’esistenza del cosiddetto Priorato di Sion”). E’ il Plantard che per la prima volta configura una discendenza carnale di Gesù e della Maddalena che, attraverso la dinastia poi spodestata dei Merovingi, giungerebbe fino ai nostri giorni nell’ultimo rampollo che sarebbe, guarda combinazione, il Plantard medesimo.

    In realtà, il Santo Graal è uno dei più bei simboli della tradizione cristiana europea. Figura eterna del Cuore Puro che, come la Sacra Coppa, dev’essere vuoto di sé e limpido per contenere la Grazia divina (il Sacro Sangue), la sua Cerca rappresenta l’immagine d’ogni cammino spirituale e ha mosso generazioni d’europei ispirando poeti, cavalieri e santi come Galgano e Francesco d’Assisi.

    L’esistenza del cosiddetto “Priorato di Sion”

    Nella prefazione al Codice Da Vinci, Dan Brown afferma che “il Priorato di Sion, società segreta fondata nel 1099, è una setta realmente esistita” e che addirittura, secondo certe pergamene note come Les Dossiers Secrets scoperte nel 1975 presso la Bibliothèque National di Parigi, avrebbe annoverato fra i suoi membri una straordinaria carrellata di personaggi illustri, quali Isacc Newton, Botticelli, Victor Hugo e, per l’appunto, Leonardo Da Vinci. Questo oscuro cenacolo avrebbe custodito per secoli l’imbarazzante segreto della discendenza regale di Gesù e della Maddalena e quindi della discendenza regale di Sion e di Israele (Gesù era infatti discendente della stirpe regale di Davide).

    Dan Brown, con questa affermazione iniziale, vuole donare alla sua opera quell’aura d’autenticità che tanta parte ha avuto nel successo del romanzo. Peccato che il Priorato di Sion sia un palese falso storico, per ammissione del suo stesso creatore, il solito Pierre Plantard, che ammise spontaneamente di aver inserito di sua mano le famose pergamene nell’archivio della biblioteca parigina, per avallare le sue pretese di discendenza da Gesù e dai Merovingi.

    Queste sono solo alcune delle questioni che il Codice Da Vinci affronta in maniera scorretta e falsa. Molte altre potrebbero trovare posto in queste pagine: basti pensare alle vere e proprie calunnie, al limite del codice penale, proferite contro l’Opus Dei; o alle pseudo interpretazioni del Cenacolo di Leonardo Da Vinci in cui si pretenderebbe di vedere nell’immagine dell’apostolo Giovanni, raffigurato giovane come afferma la tradizione e quindi imberbe, ancora una volta le sembianze della Maddalena (ma allora non si spiegherebbe perché i personaggi raffigurati intorno a Gesù siano 12, come gli apostoli, e non 13, come sarebbe stato logico se fosse stata inserita anche la presunta “moglie”).

    L’IDEOLOGIA DEL CODICE DA VINCI

    Tuttavia, l’aspetto più ambiguo dell’opera di Dan Brown non è costituito, di per sé, dalle sole imprecisioni storiche (che potrebbero anche, in un altro contesto, configurarsi come “licenze” artistiche) quanto dall’obbiettivo fin troppo evidente di avvalorare, per mezzo di questi stessi questi falsi, quella che è una visione ideologica della realtà. Ed è molto chiaro che la posizione ideologica che qui si vuole caldeggiare è quella di una critica distruttiva e faziosa del Cristianesimo e in particolare della Chiesa Cattolica. Giocando sulla diffusa disinformazione riguardo alle questioni storiche e religiose, Dan Brown cerca col suo libro di avvalorare nelle masse l’immagine di una Chiesa che ha sempre e coscientemente ingannato l’umanità, di un Cristianesimo originario dimenticato e tradito: e per far questo, l’autore sa fin troppo bene muoversi sulla linea sottile che separa il reale dal romanzesco, il gioco letterario dalla critica storica.

    Spingendoci oltre, possiamo tranquillamente affermare che è proprio il palese anticristianesimo espresso nel Codice Da Vinci ad aver assicurato a questo romanzo la copertura editoriale e mediatica che ne ha favorito il successo a livello mondiale. Rimasto per anni un autore sconosciuto, Dan Brown é riuscito a conquistare la notorietà solo dopo aver scritto un libro anticattolico. Un opera del genere, in effetti, non poteva non conquistarsi la simpatia di quei poteri forti che, oggi più che mai, operano nella direzione di un sempre maggiore sradicamento della cultura dei popoli, di un appiattimento della coscienza di massa che si vuole disorientata, privata d’ogni punto di riferimento, immersa nell’indifferentismo, nel materialismo o in un vago ed evanescente “spiritualismo” da supermarket. In quest’ottica, la Chiesa Cattolica con la sua visione radicalmente altra rispetto al relativismo dominante, con la sua millenaria tradizione, con la sua cultura irriducibile alle mode sottilmente imposte dai padroni della cultura, non può non essere vista che come un ostacolo e un nemico: un nemico da colpire con qualunque mezzo.

  • Il libro del codice da Vinci

    Il libro del codice da Vinci

    Il codice da Vinci, libro di Dan Brown, è stato presentato in più di 40 lingue diverse. Per parecchie edizioni le copertine erano diverse.

    Ecco le principali in italiano, inglese e spagnolo.

    Il codice da Vinci

    Codice da Vinci copertina
    La Copertina italiana del Codice da Vinci

    Questa è la copertina del codice da Vinci in Italiano, quella che tutti noi conosciamo quello che abbiamo visto in tutte le librerie.

    Distribuito da Mondadori che ha l’ha pubblicato 2 volte, la prima volta, nel 2003, nella collana Omnibus, 528 pagine al prezzo di € 18,60. La seconda volta, nel 2005, il codice da vinci è stato inserito nella collana i miti, 520 pagine. In mezzo, nel 2004, è stata realizzata una versione del codice da vinci illustrato, con immagini, mappe, simboli e riproduzioni di quadri che sono protagonisti, insieme a Robert Langdon, dell’intricato mistero che ruota attorno ai segreti dei Templari e del Santo Graal.

    La traduzione per la versione italiana del libro è stata curata da Riccardo Valle.

    Il codice da Vinci in Italia ha fatto un gran successo e non poteva essere altrimenti visto che qui c’è la chiesa, il vaticano, questa è la nazione che ha dato i natali a Leonardo da Vinci, nato in Toscana.

    The da Vinci Code

    Copertina inglese del libro
    La copertina UK del Codice da Vinci (The Da Vinci Code)

    Questa a destra è la copertina apparsa sulla versione Inglese del codice da Vinci.

    Si nota subito la differenza grafica con la versione italiana della Mondadori. Questo fa pensare che l’autore Dan Brown abbia creato diverse grafiche oppure ha lasciato libera inventiva alla casa editrice in ogni nazione.

    Si nota subito come la Monna Lisa sia nascosta, a differenza delle altre versioni, qui traspare solo lo sguardo, dietro uno strappo di un giornale o di un libro, quasi a far capire che il codice da Vinci è solo un romanzo.

    In più si nota come ci sia la nota “Author of Angels & Demons”, dall’autore di Angeli e Demoni, l’altro suo romanzo che ha fatto grande successo in America ma che nel resto del mondo è uscito solo dopo “Il codice da Vinci”. Casa editrice Doubleday Books.

    El codigo da Vinci

    Copertina Spagnola codice da vinci
    La copertina del libro in Spagna

    Questa è la versione spagnola del codice da Vinci, appunto El codigo da Vinci. Qui si nota come Monnalisa sia in trasparenza e sovrastata da delle porte, come se il messaggio dell’autore sia “Entrate nel mistero”.

    Questa tra le altre copertine, del codice da vinci, è quella che somiglia di più a quella italiana. Si può notare come il titolo sia scritto con lettere al contrario come per dire “questo è un segreto da decrifrare”.

    Sicuramente chi ha realizzato la copertina per questa versione del codice da Vinci, voleva colpire il lettore.

    La differenza grafica è sostanziale con le altre due.

    In questa versione del libro non appare la dicitura “Dall’autore di Angeli e demoni”, infatti nelle nazioni a cui si riferiva questa copertina il codice da Vinci è uscito prima dell’altro libro di Dan Brown.

    La traduzione è stata curata da Juanjo Estrella.

    Da Vinci code

    Copertina francese codice da vinci
    La copertina in Francia del libro

    La copertina del codice da vinci francese, Code Da Vinci, è identica alla versione Inglese, anche se la casa editrice è diversa.

    La copertina della versione francese, naturalmente trasmette le stesse cose di quella Inglese.

    Forse l’unica nota che rende la copertina del libro sempre più somigliante a quella di un romanzo è la scritta Pocket che campeggia accanto al nome dell’autore, su sfondo blu.

    La traduzione è a cura di Daniel Roche.

    Nonostante la copertina francese sia uguale a quella inglese, manca la dicitura, dall’autore di Angeli e demoni, il motivo è semplicemente perché anche in Francia, dove il codice da vinci ha avuto un grande successo, Angeli e demoni è uscito dopo, come nel resto del mondo.

  • Saunière e i segreti di Rennes-le-Château

    La chiesa di Rennes-le-Château è molto antica, fu consacrata ufficialmente nel 1059; secondo varie leggende sarebbe stata edificata per accogliere il sepolcro di Magdala (sposa di Sigisberto IV, figlio di Dagoberto II ultimo re merovingio).

    Nel 1885 il parroco Bérenger Saunière iniziò il restauro della chiesa, soprattutto grazie alla donazione di ben tremila franchi da parte della contessa di Chambord (importante aristocratica austriaca, vedova del defunto pretendente al trono di Francia).

    Prendendo in considerazione le opinioni di alcuni autori, durante la fase di restauro, Saunière trovò all’interno di un pilastro posto sotto l’altare, tre rotoli di legno attorno ai quali erano conservate delle pergamene (in realtà gli unici testimoni in grado di provare quanto è accaduto, furono cacciati alla vista dei documenti).

    Non solo, il parroco Saunière focalizzò la sua attenzione su una pesante lastra ai piedi dell’altare; con l’aiuto di due muratori riuscì a sollevare la pietra e ai suoi occhi apparve l’entrata di una “ola” (cripta) che custodiva un vaso di ceramica con all’interno degli “oggetti brillanti” (probabilmente dei lingotti).

    L’unica prova di questa scoperta è un’annotazione sul taccuino del parroco: “21 settembre 1891: scoperta di un sepolcro”.

    Da quel momento Saunière passò le sue notti a scavare nel cimitero del villaggio, in particolar modo nelle vicinanze della tomba di Marie de Nègres d’Ables (sposa di François d’Hautpoul, deceduta nel 1781), convinto di poter trovare degli indizi in grado di condurlo a un tesoro.

    Nel 1896 Saunière diede il via a lavori piuttosto costosi come la decorazione della Chiesa (affidata a una grande manifattura di Tolosa), l’acquisto di terre e la costruzione di una grande villa (Villa Betania) e di una torre-biblioteca (Torre Magdala).

    L’unico vero mistero che ruota intorno a Rennes-le-Château sarebbe in realtà legato al finanziamento di questi lavori. Dove avrà reperito tutto quel denaro necessario per realizzare i suoi progetti?

    Quattro sarebbero le principali ipotesi in merito:

    • Il traffico di messe: leggenda razionalista, avanzata dallo storico R. Descadeillas e dallo scrittore J.J. Bedu grazie alle preziose annotazioni presenti nel taccuino di Saunière. Il parroco associava la celebrazione di una messa a un evento particolare (es. il riposo dell’anima di un fedele defunto), ricevendo in cambio soldi o doni in natura.
    • Il segreto dell’abate Bigou: Saunière avrebbe trovato un tesoro materiale e spirituale, nascosto in una stanza segreta dell’abate Bigou (predecessore a capo della parrocchia e confessore di Marie de Nègres d’Ables), il quale avrebbe affermato di essere in possesso del tesoro dei tesori, confidatogli da Marie e finito nelle mani di Saunière.
    • Il tesoro dei catari (nel Codice da Vinci vi sono diversi riferimenti in merito ai catari): Rennes-le-Château si trova in piena regione catara e i catari, proprio come i Templari e come i membri del Priorato di Sion, avrebbero nascosto il loro tesoro (le prove delle nozze fra Maria Maddalena e Gesù), proprio nel punto in cui sorge la chiesa, con lo scopo di proteggerlo dalla Chiesa cattolica e dal re di Francia.
    • Il tesoro del Tempio di Gerusalemme: Saunière avrebbe scoperto il tesoro del Tempio di Salomone (l’Arca dell’Alleanza con all’interno le tavole della Legge), nascosto dai Visigoti a Rennes-le-Château, in seguito alla distruzione del Tempio in Terra Santa da parte di Nabucodonosor.

    L’unica cosa certa è che Saunière, prima della sua morte nel 1917, cancellò l’epitaffio di Marie de Nègres d’Ables come se volesse far scomparire qualsiasi indizio che potesse condurre altre persone sulle tracce del “tesoro”…

  • Il Priorato di Sion

    Il Priorato di Sion viene citato in molti libri, alcuni di fantasia, altri, come il codice da Vinci, Romanzi con un qualcosa di reale.

    Una delle liste dei Gran Maestri del Priorato di Sion è questa:

    • Ugo de Blancheford (1150-1151)
    • Bernard de Tremblay (1151-1153)
    • Guillaume de Chanaleilles (1153-1154)
    • Evrard de N…? (1154-1154)
    • Andrè de Montbard(1155-1156)
    • Bertrand de Blanchefort (1156-1169)
    • Philippe de Milly (1169-1170)
    • Eudes de Saint-Amand (1170-1180)
    • Arnaud de Toroge (1181-1184)
    • Gérard de Rideford (1184-1188)
    • Jean de Gisors (1188-1220)
    • Marie de Saint-Clair (1220-1266)
    • Guillaume de Gisors (1266-1307)
    • Edouard de Bar (1307-1336)
    • Jeanne de Bar (1336-1351)
    • Jean de Saint-Clair (1351-1366)
    • Blanche d’Evreux (1366-1398)
    • Nicolas Flamel (1398-1418)
    • Renato d’Angiò (1418-1480)
    • Iolande de Bar (1480-1483)
    • Sandro Filipepi alias Botticelli (1483-1510)
    • Leonardo da Vinci (1510-1519)
    • Carlo III, Duca di Borbone-Montpensier (1519-1527)
    • Ferdinand de Gonzague (1527-1556)
    • Michel de Notre-Dame alias Nostradamus (1556-1566)
    • Duc de Longueville e Nicolas Froumenteau (1566-1575)
    • Louis de Nevers (1575-1595)
    • Robert Fludd (1595-1637)
    • Johann Valentin Andrea (1637-1654)
    • Robert Boyle (1654-1691)
    • Isaac Newton (1691-1727)
    • Charles Radclyffe (1727-1746)
    • Carlo di Lorena (1746-1780)
    • Massimiliano di Lorena (1780-1801)
    • Charles Nodier (1801-1844)
    • Victor Hugo (1844-1885)
    • Claude Debussy (1885-1918)
    • Jean Cocteau (1918-1963)
    • Pierre Plantard (1963-1981)
    • Umberto Eco (1981-—)

    Secondo voi, il Priorato di Sion è realmente esistito? Questi nomi erano veramente i Gran Maestri? Che cosa faceva questo Priorato di Sion?

  • Legge il codice da Vinci ed annulla il matrimonio

    Si dovevano sposare la prima domenica di Giugno ma tutto è stato annullato a causa del codice da Vinci. Questa la scusa del fidanzato che ha mollato in tronco la fidanzata. Lui professore universitario americano, lei ricercatrice di Trento, 32 anni.

    Quando ormai era tutto pronto, ristorante prenotato da tempo, con tanto di caparra, casa già arredata, chiesa prenotata, ecc., lui legge il Codice da Vinci e decide che non vuole avere più nulla a che fare con una cattolica. Molto probabilmente è una scusa e lei gli ha fatto causa per il mancato matrimonio e chiede un risarcimento di 170mila euro.

    Il codice civile prevede un risarcimento per chi rompe la promessa di matrimonio ed è tenuto al risarcimento dei danni, ossia le spese sostenute a causa della promessa. Pare che le spese siano di 70mila euro per ristorante, abito, chiesa, viaggio di nozze, ecc. Inoltre la donna chiede altri 100mila euro per danni morali.

    Lui ha spiegato che il codice da Vinci di Dan Brown gli aperto gli occhi è gli ha fatto vedere un mondo che fino ad oggi era a lui sconosciuto. Quindi rifiuta la ragazza che è una cattolica credente e convinta.

    Sembra che fosse così credente da rifiutare i rapporti sessuali prima del matrimonio. Da quanto si è appreso sembra che l’uomo, dopo averla lasciata, si è anche lamentato di questi rifiuti.

    Può un libro fare un effetto del genere? Il motivo del rifiuto è veramente dovuto al codice da Vinci o quella è stata una scusa per scappare?

    A voi i commenti…

  • Film Codice da Vinci criticato

    Film Codice da Vinci criticato

    Nella proiezione del 16 Maggio, per la stampa, il film del Codice da Vinci non è stato applaudito, anzi, alcune scene chiave, hanno scaturito delle grandi risate.

    Non si apre come ci si aspettava, il film non è piaciuto ai critici. Anche se tante volte gli stessi critici non ci azzeccano, vedi Harry Potter, questa è quasi una bocciatura per il film sul codice da Vinci. Ora, il risultato finale, è in mano ai botteghini, la pubblicità è stata enorme, sopratutto da parte della Chiesa.

    Forse, il codice da Vinci, soffre del morbo che soffrono quasi tutti i film tratti da romanzi, leggere è immaginare le proprie scene è molto più bello che vedere un film in cui le scene sono quelle viste da un regista. Ciò per il codice da Vinci è ampiamente possibile visto che il libro è stato letto da tantissime persone (sono state vendute 40 milioni di copie), quindi tanti storceranno il naso. Tanti invece preferiranno il film al libro.

    Lo stesso film ieri ha aperto il festival del cinema di Cannes. Per questo motivo si trovano in Francia Tom Hanks (Robert Langdon), Tautou (Sophie Neveu), Paul Bettany (Silas), Jean Reno (Capitano Fache), Alfred Molina (vescovo Aringarosa) oltre al regista Ron Howard.

    Sono arrivati tutti su un treno, dipinto con una grande Monna Lisa fuori. Il treno è la prima volta che viaggia, anche la linea è nuova, si tratta della nuova linea Londra – Cannes, che non poteva pretendere pubblicità migliore. Naturalmente il treno si chiamerà Da Vinci (guarda un po…).

    I prcedenti sono contro Il codice da Vinci, nel 1988, il film “L’ultima tentazione di Cristo”, che era sulla falsa linea del codice da Vinci, anche esso considerato un film blasfemo fece il flop al botteghino, invece nel 2004 il film “La passione di Cristo”, film girato a Matera, che racconta la Pasqua, piacque tantissimo. Tra questi ricordiamo anche i film che andarono in TV, come il film su Giovanni Paolo II, il film su padre Pio, ecc. che ebbero tutti un gran successo.

    Da questi dati sembra emergere che il popolo dei libri ama il mistero, l’oscuro, il segreto ed è dubbiosa nei confronti della Chiesa, il popolo dei film ama i capolavori sulla chiesa, quelli che la mettono in buona luce.

    Staremo a vedere, comunque questa, per Il Codice da Vinci, è una vigilia calda e di aspettative, quasi sicuramente domani i Cinema saranno pieni, ma poi? Il film piacerà? Il passaparola porterà nuove persone al cinema? Sarà come per Harry Potter che i critici presero una cantonata o questa volta ci hanno azzeccato? Staremo a vedere.

  • Manifesto codice da vinci su una chiesa

    A Roma, quando una chiesa è in restauro, sulla parte esterna dell’impalcatura, si mettono mega manifesti che pubblicizzano alcuni prodotti.

    Ciò che è successo ultimamente ha però dell’incredibile, infatti sulla chiesa di San Pantaleo, nei pressi di piazza Vittorio è stato affisso un mega manifesto sul film del codice da vinci che uscirà in tutti i cinema il 19 Maggio.

    Il rettore della parrocchia, padre Adolfo Garcia Duran, ha subito protestato e il Vicariato ha chiesto che il cartellone venga tolto da dove si trova.

    Viene spiegato che l’affissione è stata fatta senza interpellare tutte le parti interessate e l’agenzia che cura queste pubblicità ha dato per tacito consenso le parti mancanti all’appello.

    Naturalmente la cosa non poteva passare inosservata, la chiesa sta facendo una crociata contro il codice da Vinci e contro Dan Brown, che oltre a questo libro ha scritto anche Angeli e Demoni che attacca la chiesa cattolica. Quindi mettere un mega manifesto del film sul codice da vinci sulla facciata di una chiesa, forse è un azzardo…

  • Robert Langdon

    Robert Langdon

    Robert Langdon, protagonista prima di Angeli e Demoni e poi del codice da vinci (In Italia sono usciti in modo invertito ma in America prima è uscito Angeli e Demoni e poi il Codice da Vinci, chi ha letto il codice da Vinci avrà notato che Dan Brown da quasi per scontato che Robert Langdon sia conosciuto), perspicace persona che si salva la vita con facilità in mezzo a tenti pericoli, che riesce a salvare Vittoria e il Vaticano.

    Ma chi è in realtà Robert Langdon? Robert Langdon è un professore universiatario, di simbologia religiosa, dell’Università di Harvard in Cambridge, Massachusetts.

    La sua specialità è l’iconografia classica, simboli dell’epoca precristiana, l’arte degli dei e l’interpretazione di antichi simboli cifrasi.

    Ha scritto dozzine di libri quali: The Symbology of Secret Sects (La simbologia delle sette segrete), The art of Illuminati (L’arte degli illuminati), The lost language of Ideograms (Il linguaggio degli ideogrammi perduto), ed è in corso di scrittura Symbols of the lost Sacret Feminine (Simbolismo del sacro Femminino perduto).

    Naturalmente questo è quanto emerge dai testi di Dan Brown in cui è il protagonista, stiamo sempre parlando di Angeli e Demoni e del codice da Vinci

    La Random House, casa editrice dei libri di Dan Brown ha anche creato una pagina ufficiale su Robert Langdon.

    Naturalmente questo studioso non esiste è solo frutto dell’immaginazione dell’autore del codice da Vinci o forse è come gli piacerebbe vedersi. Un po’ come faceva Leonardo da Vinci che in ogni quadro c’era qualcosa di suo.

  • Dove informarsi sul codice da Vinci

    In questi giorni sto leggendo tantissimo sul codice da vinci e devo dire che ne sto leggendo di cotte e di crude. Si possono troavre informazioni in edicola, nelle librerie, in tv e sullo stesso internet.

    Da dove è iniziata la mia ricerca? Naturalmente se uno si vuole informare inizia da internet, dal motore di ricerca google facendo ricerche mirate sul tema, ecco quindi la prima ricerca: codice da vinci, già qui si possono raccogliere parecchie informazioni.

    Poi naturalmente ho continuato facendo la ricerca codice e poi ancora codici, ma come si può notare queste ricerche non hanno dato un gran che allora ho cercato da vinci, questo già era più a tema ma ancora non era abbastanza, il mio voler sapere sul codice da vinci mi spingeva a fare altre ricerche, ho cercato Leonardo da Vinci scrittore a cui si è ispirato l’autore di libri Dan Brown.

    Ho trovato tantissimo materiale e ho iniziato a studiare. Poi non mi sono fermato solo a google e ho continuato cercando informazioni sul codice da vinci su altri siti trovando questo studio sull’ultima cena che mi sembra molto interessante e questo che però è scritto in inglese.

    Naturalmente l’informazione sul codice da vinci non arriva solo da internet, solo ieri per pura casualità passavo in edicola e mi ha colpito un libro inchiesta di Claudio Brachino dal nome Alla ricerca del Graal il libro era venduto insieme al DVD di Simon Cox dal titolo I segreti del codice da vinci casa editrice del tutto è la Mondadori, la stessa che ha venduto il libro Il codice da Vinci, i due, DVD più libro, erano insieme a TV sorrisi e canzoni.

    L’ho acquistati e ho letto il libro che è molto interessante e vi consiglio di leggerlo, il DVD lo devo ancora guardare, chissà se svela veramente i segreti o è un altro autore alla ricerca di fama? Ve lo saprò dire tra qualche giorno.

    Per quanto riguarda la TV, ho visto uno speciale sul codice da vinci che percorreva tutta la storia su Rete 4 e in libreria oltre al libro stesso del codice da vinci scritto da Dan Brown si possono trovare tante altre informazioni, libri, pro e contro il codice da vinci.

    Ora se volete veramente informare non vi resta altro da fare che andare e vedere tutto ciò che vi ho segnalato. Sono sicuro che vi arricchirete.

  • Biografia Leonardo da Vinci

    Biografia Leonardo da Vinci

    Leonardo da Vinci (Leonardo di Ser Piero d’Antonio) nasce il 15 Aprile del 1452 nel borgo di Vinci tra Empoli e Pistoia. Il padre notaio lo ebbe da una donna, Caterina, che poi sposerà un contadino.

    Nonostante il figlio fosse illegittimo, Leonardo venne accolto in casa paterna come un figlio, li fu educato e cresciuto. A 16 anni, Leonardo, si sposta con tutta la famiglia a Firenze.

    Leonardo da Vinci
    Il ritratto di Leonardo da Vinci

    La personalità artistica di Leonardo si inizia a sviluppare nella bottega di Andrea Verrocchio, pittore acclamato. Dal 1482 e nei successivi 17 anni, Leonardo da Vinci, lavorò per Ludovico Sforza, Duca di Milano, conducendo una sua bottega che pullulava di allievi.

    Intanto a Milano, nel 1498, furono rovesciati gli Sforza, Leonardo restò qualche altro tempo. Andò via da Milano quando trovò degli arcieri francesi che si esercitavano con il suo cavallo, a grandezza reale, in creta.

    Si spostò a Mantova dove stette un paio di mesi, poi a Venezia e quindi di nuovo a Firenze, alla fine di Aprile del 1500.

    Nel 1506, Da Vinci, tornò a Milano, ora nelle mani di Massimiliano Sforza.

    Dal 1513 al 1516 Leonardo visse a Roma dove erano presenti anche Michelangelo e Raffaello anche se non entrarono mai in contatto.

    Nel 1515 Francesco I di Francia, che aveva preso di nuovo Milano, commissionò a Leonardo da Vinci la parte centrale di un leone meccanico per i colloqui di pace tra il Re francese e il Papa Leone X.

    Nel 1516 diventò dipendente e amico del Re Francesco I, il suo incarico era primo pittore, ingegnere e architetto del Re.

    Leonardo da Vinci morì in Francia, nel castello di Cloux, vicino ad Amboise nel 1519.

    Le opere d’arte

    uomo vitruviano
    L’uomo vitruviano di Leonardo da Vinci

    Leonardo fece tantissime opere, ma solo 17 pitture e nessuna statua sono sopravvissute, tra queste ci sono:

    • L’ultima cena opera del 1498, che oggi si trova nel convento di Santa Maria alle Grazie a Milano;
    • La Monna Lisa (La gioconda), creata nel 1503-1506 e conservata oggi nel museo del Louvre di Parigi.

    Altre opere rimasero incomplete, infatti Leonardo da Vinci era solito lasciare i lavori a metà, fu così con L’adorazione dei Magi e La battaglia di Anghiari che doveva fare negli uffizi.

    Scienze e arte

    Leonardo da Vinci era anche un grande studioso in campo scientifico e ingegneristico, tutti registrati in libri che contengono qualcosa come 8000 pagine. Si tratta dei famosi codici di Leonardo.

    Leonardo era mancino e fece uso della scrittura speculare, cioè scrivere da destra verso sinistra. Nella sua vita realizzò una enciclopedia ma poiché mancava di una educazione in Latino e Matematica, fu ignorato dalla maggior parte degli scienziati suoi contemporanei.

    Fu sempre affascinato dal volo e dedicò tanti studi al volo degli uccelli creando anche un elicottero azionato da 4 uomini.

    Nei suoi studi c’è anche l’uomo, famosissimo l’uomo vitruviano, disegno del corpo umano che per la prima volta dimostrano le simmetrie dell’uomo.

    Architettura e filosofia

    Leonardo da Vinci si interessava anche di architettura, infatti non si hanno prove certe ma sembra sia intervenuto nella creazione di parecchi edifici, oltre a tutti i progetti che fece lui, e alla filosofia.

    Quello che è arrivato ai giorni nostri, ed è facilmente visibile essendo all’aperto, sono i Navigli milanesi, sistema artificiale di fiumi creato per poter dare un corso d’acqua (principalmente per il trasporto delle merci) anche alla capitale ambrosiana.

    La sua personalità

    La personalità di Leonardo da Vinci è stata sempre circondata da un alone di mistero. Lui era l’uomo nuovo, e talvolta non accettato, in un epoca grezza e spesso chiusa dall’ideologia.

    Questo spinge ancora oggi a creare storie e romanzi sulla sua figura. Come ad esempio Dan Brown con il libro Il codice da Vinci. Secondo Dan Brown Leonardo era misterioso poiché nascondeva un segreto.

    Ad alimentare tutto questo è stata sopratutto la scoperta che Leonardo da Vinci appartenesse ad una società segreta di tipo massonico conosciuta come Priorato di Sion alla quale sono legate tante leggende e storielle come quella del Santo Graal. Storie al quanto assurde e fuori da ogni nesso che sporcano la figura di Leonardo da Vinci e la sua grandezza.

  • I codici di Leonardo da Vinci

    Saranno esposti al castello sforzesco, a Milano, il 24 Marzo prossimo i codici di Leonardo da Vinci.

    Infatti Milano custodisce un prezioso manoscritto datato XV secolo contenente alcuni appunti di Leonardo da Vinci. Questo libretto è noto come Codice Trivulziano. Questo libro di solito è custodito dalla Biblioteca Trivulziana.

    Questo libro è uno dei due custoditi dalla città lombarda, l’altro è il Codice Atlantico, custodito nella biblioteca Ambrosiana.

    Questi due codici leonardeschi sono gli unici custoditi a Milano, dove Leonardo da Vinci ha vissuto a partire dal 1506. Come si può notare questa esposizione avviene proprio nel cinquecentenario dall’arrivo di Leonardo da Vinci nella cittadina Milanese.

    Il codice, inoltre, verrà di nuovo analizzato filologicamente per il lessico usato. Questo codice contiene circa 8.000 vocaboli ed è una testimonianza quasi unica del lessico di quel tempo. Oltre ai vocaboli il codice, questo libro, contiene tantissimi disegni e schemi sul duomo e su studi d’arte militare.

    La mostra sarà nella Sala delle Asse che contiene anche affreschi di Da Vinci. La decorazione della volta fu commissionata da Ludovico il Moro proprio a Leonardo da Vinci.

  • Biografia Dan Brown

    Biografia Dan Brown

    Nato a Exeter, nel sud del New Hampshire, il 22 giugno 1964, figlio di un professore di matematica e di una professoressa di musica sacra, Dan Brown studia all’Amherst College e consegue la laurea presso la Phillips Exeter Academy.

    Finiti gli studi si trasferisce in California dove prova a sfondare come pianista, autore e cantante.

    Nel 1993 torna a New Hampshire dove inizia a insegnare all’università dove era stato allievo e dove ha insegnato anche il padre. Intanto approfondisce i suoi studi di storia d’arte.

    Nel 1996 si dedica interamente alla scrittura, appassionato al tema di spionaggio in ambito governativo decide di scrivere seguendo questo tema. Il suo primo romanzo “Digital Fortress” che, grazie alla sua ambientazione informatico-tecnologica, diventa l’eBook più venduto negli USA. Questo romanzo percorre la sottile linea che divide la sicurezza nazionale e la privacy civile.

    Il suo secondo romanzo è stato invece ispirato dai paradossi filosofici che contrapponevano scienze e religione, il titolo è “Angels and Demons”, nella versione italiana Angeli e Demoni.

    Angeli e demoni sicuramente ha fatto conoscere Dan Brown al grande pubblico americano ma è con il suo quarto romanzo che arriva per lui la fama mondiale, si tratta del libro “The Da Vinci Code” nella traduzione italiana Il codice da Vinci, il tutto inizia al Louvre, il famosissimo museo di Parigi, con l’assassinio di Sauniere, direttore dello stesso museo, segue tutta una storia di misteri, segreti, intrecci e intrighi che si basano sulle opere del famosissimo artista Leonardo Da Vinci.

    Proprio queste teorie che hanno attaccato la chiesa e l’Opus Dei che in tutto il mondo hanno creato polemiche contro questa opera e hanno quasi creato una crociata anti-codice da vinci.

    Dan Brown è apparso su tutti i media del mondo e il codice da vinci è stato tradotto in più di 40 lingue diverse.

    Oggi Dan Brown vive nel New England ed è sposato con Blythe, pittrice ed esperta di arte storica. I due hanno fatto tanti viaggi insieme e hanno vissuto tanto a Parigi, dove, nel Louvre hanno messo a punto il romanzo “Il codice da Vinci”.

    L’ultimo romanzo creato da Dan Brown è La verità del ghiaccio, pubblicato in Italia a Ottobre 2005.

    Il romanzo “Il codice da Vinci” sarà presto un film sarà intitolato come il libro, la Columbia Pictures ha affidato i lavori a Ron Howard, il film sarà presentato in tutto il mondo il 19 Maggio.